di

Felice Capretta

Meglio moneta forte o debole? Yuan, Dollaro e la voce grossa di Pechino
Wen Jiabao, premier cinese, respinge le richieste ventilate da Barack Obama la scorsa settimana e rifiuta di prendere in considerazione la possibilità di rivalutare lo Yuan.
Detta così, sembra effettivamente una notizia che merita di essere confinata tra le notizie economiche, prive peraltro di alcuna relazione con la vita “reale”.
Risulta invece che la conclusione di mantenere stabile il tasso di cambio, e mantenere uno Yuan debole sul mercato delle valute, ha implicazioni grandi e consistenti per le economie di tutto il mondo – ed in ultima analisi, anche per gli affezionati lettori.
Forse sarebbe stato utile dedicare un po’ di spazio a questa notizia e corredarla di alcune informazioni utili a comprenderne la grandezza e la portata. Vediamo allora un approfondimento sul tema delle valute. E’ meglio una valuta forte o una valuta debole?
Moneta forte vs. moneta debole
Solitamente, la maggior parte delle persone che vivono in una nazione ed adottano una moneta, sono felici quando la loro moneta si rafforza e sono tristi quando la loro moneta si indebolisce.
La questione è per lo più meramente emotiva: siamo contenti quando siamo forti e le nostre cose sono “forti”, siamo tristi quando siamo deboli e le nostre cose sono “deboli”.
La realtà è leggermente diversa.
E si puo’ raccontare in breve e facilmente, anche a gesti caprini.
Cosa significa “moneta forte”?
Per iniziare semplifichiamo molto le cose. Immaginiamo un mondo in cui esistono solo due stati con due monete: l’Euro (EUR), e il Dollaro del Resto Del Mondo (RMD).
Esiste nel mondo solo un tasso di cambio, è tra EUR e RMD, e fluttua sulla base dell’andamento di mercato.
La sua fluttuazione è determinata dalle variabili che determinano i tassi di cambio, scelte delle banche centrali comprese. Comunque, nel lungo periodo, possiamo dire che più l’economia europea è solida, stabile, sicura ed in crescita continua, più l’EUR si apprezza sul RMD e più diventa “forte”.
Supponiamo, sempre per semplicità, che all’inizio dell’anno le due monete siano in rapporto 1:1. Con 1 EUR si compra 1 RMD e viceversa.
Con il passare dei mesi, l’economia europea diventa più florida e più stabile, mentre nel resto del mondo cresce la disoccupazione e l’economia rallenta. Il mercato dei cambi riflette questo fenomeno e, dopo un anno, il tasso di cambio tra EUR e RMD passa a 1:2, vale a dire che con 1 EUR si comprano 2 RMD, mentre viceversa ci vogliono 2 RMD per comprare 1 EUR.
L’EUR è ora più forte.
I cittadini dovrebbero essere contenti. Ma è davvero così?
Le conseguenze della moneta forte
Per i cittadini, effettivamente le cose sono più interessanti.
Chiunque vada all’estero si sente ricco sfondato rispetto all’anno precedente, perchè la sua moneta vale il doppio di quella del resto del mondo. Oppure, che è la stessa cosa, i prezzi del resto del mondo sono scontati del 50%.
Allo stesso modo, tutto cio’ che viene importato in Europa ed è prodotto fuori dall’Europa diventa estremamente conveniente per gli europei.
Pensate, per esempio, alla Coca Cola prodotta nel Resto Del Mondo: 1 lattina = 1 RMD = 1 EUR. Dopo un anno, 1 lattina = 1 RMD = 0.5 EUR….! Ancora una volta, sconto 50%. E lo stesso vale per le auto prodotte all’estero, le materie prime per le imprese, …..
Tutti vantaggi?
Non è detto.
Pensate alle imprese che producono in Europa ed esportano nel Resto Del Mondo.
Per loro l’effetto è esattamente l’opposto: i loro prodotti, sui mercati di sbocco del Resto del Mondo, improvvisamente costano il doppio per i consumatori finali!
Si trovano così ad affrontare una crisi senza precedenti, con i loro consumatori che non hanno abbastanza soldi per acquistare i prodotti europei che amano. Minore produzione, minore margine, posti di lavoro persi, aziende che chiudono.
Le conseguenze della moneta debole
Ora immaginate una tavola bianca.
Fatta pulizia?
Bene. Immaginate di essere di nuovo in un mondo con due sole valute.
E immaginate che dopo un anno dalla partenza, l’economia europea e che, dopo un anno, accada il contrario dell’ipotesi precedente. 1 EUR = 2 RMD.
Con la moneta debole, le conseguenze sembrano essere drammatiche per i consumatori, ma anche per le imprese.
Tutto cio’ che viene importato dall’estero costa il doppio, dalla Coca Cola alle scarpe prodotte in Turkmenistan, con la spiacevole conseguenza che tanti prodotti non ce li possiamo permettere.
Anche le materie prime per le imprese, come tutti i prodotti importati, costano il doppio.
Immaginate il prezzo della benzina e tutti i beni che risentono del petrolio, in pratica si ha un aumento generalizzato dei prezzi, o, in una parola: inflazione.
Tutti svantaggi?
Non è detto.
Pensate alle imprese esportatrici.
Per loro, l’effetto è esattamente l’opposto: i loro prodotti diventano molto più convenienti sui mercati di destinazione e vanno letteralmente a ruba. Queste aziende vivono un vero boom di esportazioni e prosperano, innescando così crescita economica, occupazione e crescita dell’economia.
Un flusso costante di valuta pregiata entra nelle casse degli europei.
E questa, per chi l’ha riconosciuta, è una parte della storia del boom del Made in Italy, che, se ci pensate, si verificava negli stessi anni in cui l’inflazione era a due cifre e andare all’estero era una cosa da ricchi.
Anche all’interno le conseguenze potrebbero non essere così drammatiche: la domanda di scarpe da tennis rimane ma non puo’ essere soddisfatta dall’estero, ragion per cui è lecito aspettarsi che qualche europeo si inventi scarpe da tennis realizzate interamente con prodotti europei (che non risentono del tasso di cambio), che remunerano produttori europei, destinati solo al mercato europeo.
Una situazione, questa, non esattamente protezionista, ma comunque utili al mercato interno.
E così via per altri prodotti, con la possibilità di avere ricadute positive anche sul proprio mercato interno.
Meglio moneta forte o moneta debole?
Dipende.
Dipende dalla vostra economia, dipende da quanto la vostra economia dipende dalle esportazioni e da quanto il vostro territorio è ricco di materie prime.
Se siete un paese molto importatore e poco esportatore, con scarse materie prime, potrebbe essere più opportuno puntare su una moneta relativamente forte.
Se invece siete un paese molto esportatore e relativamente poco importatore, con abbondanza di materie prime, dovreste preferire una moneta relativamente debole.
Il nostro paese è contemporaneamente un esportatore di prodotti di qualità ed un importatore di materie prime. La scelta non è facile, ma il miracolo del Made in Italy con una lira svalutata ci dice che, probabilmente, avremmo più vantaggi che svantaggi da una moneta debole.
Peccato che la banca centrale che puo’ intervenire sulla forza della valuta italiana non è più la Banca d’Italia ma è la BCE, che ha altri obiettivi di politica monetaria rispetto agli interessi meramente italiani.
Pechino è un forte esportatore, ed è un paese che gode di abbondanza di materie prime (a parte forse petrolio e gas naturale, sui quali sta già stabilendo accordi di lungo periodo, a prezzo predeterminato e fissato, pagando tra l’altro in dollari). Naturale che abbia interesse ad avere una moneta debole.
Ah, per chi non lo sapesse, il cambio Yuan – dollaro è fissato dal governo cinese.
Pechino e lo Yuan debole
Ora torniamo all’affermazione di Pechino: lo Yuan non è sottovalutato e manterremo l’attuale tasso di cambio.
E’ chiaro che Pechino ha tutto l’interesse a mantenere uno Yuan artificialmente debole.
In questo modo le sue aziende esportatrici continueranno a prosperare, inondando il resto del mondo di prodotti cinesi a basso costo, continuando così a generare occupazione e ricchezza (dove vada poi a finire questa ricchezza, visto che i lavoratori cinesi sono pesantemente sottopagati, è un altro discorso..).
E infatti, per il premier cinese:

La politica monetaria di una nazione deve dipendere dalle sua situazione economica nazionale
Comprendo che alcuni paesi vogliano aumentare le loro esportazioni […] non capisco la politica di deprezzare la propria moneta e costringere le altre nazioni a rivalutare le loro, credo che questo sia protezionismo

Ringhia e fa la voce grossa pechino…

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