DI

MICHEL CHOSSUDOVSKY
globalresearch.ca


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un recente rapporto di Stars and Stripes rivela la vera natura dell’operazione militare statunitense ad Haiti. Unità di combattimento provenienti da Iraq e Afghanistan sono state schierate ad Haiti per compiere una missione umanitaria. Al contrario, il territorio di Haiti viene usato come campo di addestramento militare per le forze di combattimento prive di esperienza in teatri di guerra.
Il rapporto Stars and Stripes (14 Mar 2010) recita: "I marines dispiegati ad Haiti per portare i primi soccorsi a seguito dell’emergenza dovuta al devastante terremoto del gennaio scorso sono già in fase di addestramento per i combattimenti in Afghanistan".
I marines della 22esima unità del Corpo di Spedizione militare inviati ad Haiti subito dopo il terremoto sono ora impiegati in Afghanistan. Infatti, la decisione di mandarli in Afghanistan è stata presa prima del loro dispiegamento ad Haiti:
"Un piccolo gruppo di marines ha preso d’assalto diversi edifici di piccole dimensioni nella zona del loro accampamento vicino al mare, mentre i loro compagni interpretavano il ruolo di ribelli afghani urlando "bang!", come in una simulazione di guerra. Il giorno precedente, il generale Dennis J. Hejlik, comandante della 2a unità del Corpo di Spedizione dei Marines, aveva fatto visita ai soldati a terra, congratulandosi con loro per il buon lavoro svolto ad Haiti e chiedendo: "Cosa vi aspettate una volta tornati a casa?".
"Afghanistan", fu la risposta. Con gli elicotteri Huey che gli ronzavano in testa, Hejlik parlò della recente offensiva a Marjah, aggiungendo che entro l’estate in Afghanistan si sarebbero aggiunti altri 20.000 marines. "In primavera vi unirete a loro”, disse ai marines di stanza a Carrefour (località situata nella parte occidentale di Haiti, ndt). Uno di loro, il sergente Timothy Kelly, 23 anni, di Johnston City, Illinois, disse che i membri della sua unità erano venuti conoscenza della missione in Afghanistan solo poco tempo prima di ricevere l’ordine di recarsi ad Haiti".
Il programma di addestramento di Haiti "è orientato verso tattiche di combattimento ravvicinato":
"Solo due di noi (della squadra del sergente Kelly) hanno esperienza in Iraq o in Afghanistan", ha detto…
Molti dei nostri soldati non sono stati mandati qui (ad Haiti) per essere poi spediti in Afghanistan. E quelli che invece lo sono, farebbero meglio a farsene una ragione.
Un altro marine a Carrefour, il soldato Keith Cobb, 23, di Soso, Mississippi, dice che la missione in Afghanistan sarà per lui la prima volta in una zona di guerra. "Io voglio uccidere i terroristi e sbarazzarmi del nemico, ma preferirei restare qui perché so che dopo mi manderanno a casa", riferisce Cobb.
Il termine Close Quarters Battle (CQB) sta ad indicare una particolare tipologia di guerriglia che coinvolge piccole unità di combattimento “che affrontano il nemico con armi private a distanza ravvicinata". Il training militare fornito ad Haiti è finalizzato sia alla guerriglia urbana che alle operazioni anti-sommossa.
Il 25 marzo l’esercito Usa ha riferito che circa 2.200 marines impiegati nel primo soccorso umanitario ad Haiti sono stati ritirati dal paese.
Il ruolo dei militari canadesi
L’esercito canadese ha adottato un modello simile a quello statunitense. Il territorio di Haiti è stato usato come piattaforma di lancio per il dispiegamento di truppe militari da combattimento destinate al Medio Oriente.
Le truppe canadesi inizialmente schierate ad Haiti nell’ambito di un mandato umanitario sono già state mandate in Afghanistan: "I soldati del 22esimo Reggimento Reale avranno solo due settimane di tempo prima di spostare la loro attenzione dagli aiuti ai terremotati di Haiti verso i combattimenti ad alta intensità in giro per l’Afghanistan, come sostiene il comandante di tutte le truppe canadesi d’oltremare". (National Post, 23 febbraio 2010). Le forze militari canadesi impiegate ad Haiti saranno, tuttavia, istruite in Canada prima di essere reimpiegate altrove.

Fonte: www.globalresearch.ca/
Link: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=18118

Traduzione a cura di MARCO MESSINA (http://marcomessina.wordpress.com)