DI

NAFEEZ MOSADDEQ AHMED

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E’ di oggi la notizia che gli Stati uniti si sono scusati per le sperimentazioni mediche fatte in Guatemala negli anni ’40, in cui migliaia di detenuti sono stati deliberatamente infettati con malattie a trasmissione sessuale. Queste scuse sono indubbiamente un fatto positivo.
Ma parliamoci chiaro, la cosa è ridicola e abbastanza scontata.
Chissà se gli USA vuoteranno il sacco, e si scuseranno sul serio, cercando di riparare alle decine di migliaia di civili innocenti massacrati dalle squadre della morte, appoggiate da un governo guatemalteco illegittimo organizzato dagli Stati uniti ?
È stato dimostrato che gli esperimenti in Guatemala degli anni ’40 facevano parte di un ampio progetto per l’interferenza imperialista degli Stati Uniti, intensificatasi durante la rivoluzione democratica del 1994, che ha portato il governo di Arbenz al potere. L’atteggiamento ufficiale degli Usa di fronte alla democratizzazione del Guatemala è stato candidamente descritto in un’infinità di documenti interni, ora declassificati, di cui ne parlo in questo articolo.
Nel 1952, l’intelligence statunitense notò l’intensificarsi delle pressioni per delle riforme sociali e delle politiche nazionaliste, connesse alla rivoluzione del Guatemala del 1944, conclusasi in 10 anni di democrazia (finché gli Stati Uniti non sono intervenuti direttamente per soddisfare i loro interessi strategici). Le politiche radicali e nazionaliste comprendevano il perseguimento di interessi economici esteri, specialmente la United Fruit Company, e avevano avuto il supporto o il consenso tacito di quasi tutti i guatemaltechi. Il governo aveva generato un “supporto di massa al regime”, con lo scopo di mobilitare i contadini, che fino a quel momento erano stati ininfluenti dal punto di vista politico. A tal fine venne attuata una riforma agraria e una nuova organizzazione del lavoro, che prevedeva la riduzione del potere dei grandi proprietari terrieri esteri. Ma la democrazia non era poi così lodevole, anzi, per gli USA stava diventando un serio problema: la propaganda ufficiale del Guatemala, enfatizzando il conflitto tra democrazia e dittatura, e tra indipendenza nazionale e imperialismo economico, era un elemento di disturbo nell’area caraibica.
In altri documenti, gli USA hanno dichiarato che la rivoluzione democratica del 1944 aveva contribuito a favorire un potente movimento nazionale per la liberazione del Guatemala dalla dittatura militare, dal degrado sociale e dal ‘colonialismo economico’, che aveva caratterizzato il passato. I programmi sociali ed economici del governo eletto andavano incontro alle aspirazioni della gente povera, incoraggiavano alla fedeltà e si conformavano agli interessi di gran parte dei guatemaltechi politicamente coscienti. Da allora, né i proprietari terrieri, né la United Fruit Company hanno più goduto della simpatia dell’opinione pubblica guatemalteca. Peggio ancora, la riforma agraria del governo non era che un potente strumento di propaganda; il programma sociale per aiutare gli operai e i contadini ad uscire vittoriosi dalla lotta contro le classi dirigenti e le grandi aziende straniere aveva un forte richiamo per le popolazioni del Cento America, che vivevano in condizioni simili.
La "Teoria del Domino" della Guerra Fredda non si preoccupò più di tanto della minaccia rappresentata dal ‘comunismo internazionale’. Ci si preoccupava soprattutto del pericolo che intere regioni potessero essere ispirate da un modello di indipendenza economica nazionalista. Quindi era necessario agire. Secondo quanto stimato dalla CIA nel 1949, questo programma andava contro gli interessi commerciali degli Stati Uniti. Dall’altro lato, il Dipartimento di Stato americano riconobbe che tali politiche costituivano una minaccia per il Guatemala, in quanto “posto per l’investimento di capitali”. (vedere il libro di Mark Curtis, Ambiguità del potere, Zed, 1995 p. 152)
Nel 1954, Stati Uniti e Gran Bretagna si unirono per abbattere con la forza l’amministrazione democratica riformista di Arbenz, e fecero salire al potere il colonnello Castillo Armas. Per mantenere la nuova dittatura illegittima era necessario l’uso della forza, che prevedeva la creazione di una rete di squadre omicide appoggiati dal governo, il cui unico compito era massacrare i contadini su commissione.
Amnesty International riportò che “torture e omicidi sono parte di un programma già da tempo premeditato del governo del Guatemala” e “la selezione dei soggetti da incarcerare e uccidere e lo spiegamento delle forze armate per operazioni illegali possono avvenire in alcuni uffici segreti annessi al Palazzo Nazionale del Guatemala, sotto il controllo diretto del Presidente della Repubblica”. Oltre 60.000 persone sono state uccise prima degli anni ’80, e altre decine di migliaia successivamente. Centinaia di migliaia di civili risultano dispersi, a causa di un conflitto durato intere decadi.
Tutto ciò è riportato in un rapporto di Stephen Kinzer del 1980, nel Boston Global. Kinzer cita un rapporto del Consiglio Nazionale dell’ Ordine Gesuita del Guatemala: “Basterebbe aprire gli occhi per rendersi conto che siamo governati da un sistema di potere anticristiano, che distrugge la vita e perseguita chi combatte per la vita… Questa situazione angosciante è stata mantenuta attraverso una delle più severe repressioni della storia contemporanea del Guatemala. Un regime ingiusto sta tentando di impedire a chi lavora di rivendicare i propri diritti”. Il Consiglio ha riportato oltre tremila omicidi solo nei primi mesi del 1979, per mano delle squadre della morte spalleggiate dal governo. Aggiunge Kinzer: “È evidente che in Guatemala non ci sono prigionieri politici, solo morti e scomparsi”.
Questa inchiesta potrebbe protrarsi fino alla nausea. La storia ha prove inconfutabili.
La domanda rimane. Gli Stati Uniti chiederanno scusa per la distruzione della democrazia in Guatemala, per le centinaia di migliaia di vite spezzate, e per i milioni di dispersi ?

Fonte: http://nafeez.blogspot.com
Link: http://nafeez.blogspot.com/2010/10/us-sorry-for-medical-experiments-in.html

Traduzione per www.comdonchisciotte.org a cura di STEFANIA MICUCCI