DI

MICHAEL BURKE
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La discussione mainstream in Gran Bretagna sulla crisi economica e finanziaria che ha travolto l’Irlanda è dominata dalla questione se i contribuenti britannici dovrebbero partecipare a un salvataggio degli ‘irlandesi’. Il Cancelliere George Osborne afferma che 8 miliardi di sterline saranno resi disponibili come parte del pacchetto di salvataggio in quanto ‘aiutare un amico in difficoltà’ è l’interesse nazionale della Gran Bretagna mentre l’estrema destra del partito Tory obietta che vengono fatti tagli in Gran Bretagna mentre ‘ il paese paga ‘per aiutare un membro della zona euro.
L’incapacità dell’ establishment britannico di discutere su cosa fare per l’Irlanda senza tirare fuori una serie di pregiudizi è ben noto – e ci sorprende ancor di più l’incapacità di distinguere tra un finanziamento fruttifero e un bel regalo. In realtà al prestito di 8 miliardi di sterline sarà sicuramente applicato dalla Gran Bretagna il tasso di interesse più elevato (5% o più) mentre essa stessa sta pagando il 3% o meno, rendendo di conseguenza il “regalo” un ritorno vantaggioso.
Ma lo Scacchiere britannico non è entrato nel business finanziario e nemmeno un centesimo degli 8 miliardi di sterline saranno utilizzati per mantenere l’occupazione di un lavoratore irlandese, o per evitare che una scuola o un ospedale vengano chiusi. Infatti è ampiamente riferito che il prossimo bilancio irlandese, che sarà condizionato dal prestito multilaterale in cui la Gran Bretagna partecipa con la quota più modesta, comprenderà un ulteriore taglio di 8 miliardi di € relativi ai posti di lavoro ed al welfare, così come ulteriori tagli ai posti di lavoro, gli investimenti e la spesa per servizi essenziali. Verrà tagliato probabilmente anche il salario minimo e ci sarà ulteriore compressione dei redditi e tagli nell’arco di 4 anni per un totale di almeno € 15 miliardi.
L’usura dei prestiti internazionali
Come è accaduto alla Grecia , la popolazione irlandese sperimenterà la vera natura del piano di salvataggio, una forma di prestito internazionale ad usura. Le finanze governative e di tutta l’economia subiscono una spirale verso il basso a causa degli enormi trasferimenti di ricchezza e di reddito, operati dalle banche, a favore dei ricchi per ammorbidire loro gli effetti della recessione. Questi trasferimenti sono stati prelevati dai poveri.
La spirale economica discendente è andata naturalmente fuori controllo, i redditi sono crollati mentre nuovi debiti montano. Questi ultimi sono il riflesso dei crescenti costi del debito pubblico sui mercati obbligazionari e viene visto dagli investitori suscettibile di un sempre più probabile default . Ora i contribuenti irlandesi sono costretti ad assumere sulle loro spalle debiti sempre maggiori ed accettare il peso di ulteriori misure di ‘austerità’ e condannati a ripagarli. Il governo di Dublino è il mutuatario – ma i fondi saranno offerti ai creditori effettivi. Come Martin Wolf, commentò sul Financial Times la precedente crisi greca, questa è peggiore della crisi del debito argentino, in quanto i creditori vengono pagati per scappare, e non c’è nessuno che prenda il loro posto.
Chi ne beneficia ?
I titolari del debito pubblico irlandese sono soprattutto le istituzioni finanziarie europee, i gestori di fondi, banche, fondi pensione e fondi assicurativi. Come mostra il grafico seguente, circa l’84% del debito pubblico irlandese è detenuto dagli stranieri.

Se consideriamo le recenti emissioni obbligazionarie questa posizione dominante delle istituzioni finanziarie europee è semmai aumentata e solo il 9% sono detenute in Irlanda. Le istituzioni finanziarie europee e britanniche stanno giocando un ruolo di primo piano.

In effetti, la RBS (Royal Bank of Scotland) posseduta dallo stato britannico è il più grande possessore di titoli di Stato irlandesi, per un totale di € 4,9 miliardi alla fine del 2009 e di € 53 miliardi in asset sul debito complessivo dell’ Irlanda E ‘il rischio di default su questi asset, insieme agli investimenti delle altre finanziarie britanniche nel debito del governo e delle Banche irlandesi, che rivela quale sia realmente il cosiddetto ‘ interesse nazionale ‘che spinse George Osborne ad utilizzare il denaro dei contribuenti britannici ‘ . Questo è un altro piano di salvataggio per le banche inglesi, con il governo di Dublino che aggrava i contribuenti irlandesi con nuovi debiti per poterlo pagare. Questo processo sarà riprodotto in tutte le maggiori economie dell’Unione Europea.
Come ci siamo arrivati ?
Gran Bretagna e Irlanda sono paesi molto diversi, anche perché la prima ha occupato per i secoli tutto o in parte quest’ultima. Ma una cosa unisce il governo di Londra e quello di Dublino: l’ideologia neo-liberale appresa stando in ginocchio a Margaret Thatcher. Una delle caratteristiche di tale ideologia è l’ impegno per un continuo abbassamento della imposizione fiscale e della spesa pubblica . In realtà, questa è una politica che va a vantaggio del capitale e a scapito dei lavoratori. La politica del governo irlandese e britannico è una sorta di ‘ Robin Hood al contrario’ – prendere ai poveri per dare ai ricchi.
Dal 1992, le entrate statali nell’UE sono state in media del 44,8% del PIL, rispetto al 39,8% per la Gran Bretagna e il 35,6% per l’Irlanda. Di conseguenza, la Gran Bretagna è anche un paese a bassa spesa, dove le uscite del governo sono di circa un ottavo al di sotto della media UE, in percentuale del PIL. (1) Ma il governo di Dublino ha portato agli estremi la politica di ‘bassa tassazione-bassa spesa ‘. Infatti la spesa pubblica irlandese in quel periodo era mediamente appena del 33,8% del PIL rispetto al 47,5% dell’Area Euro nel suo complesso, corrispondete a quasi un terzo inferiore alla media.
In Gran Bretagna si fece anche eccessivo affidamento sulle entrate fiscali provenienti dal settore bancario e dalla speculazione finanziaria, mentre le entrate fiscali di Dublino dipendevano eccessivamente dalla speculazione edilizia. In entrambi i casi la ristrettezza della base imponibile rese l’ economia e le finanze del governo particolarmente vulnerabili alla Grande Recessione.. La Gran Bretagna ha vissuto la più grave recessione delle grandi economie europee, mentre l’Irlanda ha subito la perdita più grave di output di ogni economia della zona euro. Nel mese di gennaio 2011 la recessione irlandese sembra destinata ad entrare nel suo quarto anno consecutivo.
Eccezionalmente, il governo di Dublino ha risposto alla crisi aggravando la recessione attraverso una serie di tagli alla spesa e aumenti di imposte, ma soprattutto i primi. E ‘qui che nasce la lezione più importante per la politica in Gran Bretagna e altrove. La politica in Irlanda è basata sul sound orwelliano di1984 ripetendo la frase ‘Contrazione della Espansione Fiscale’ (CEF), il che implica che l’economia può crescere mentre la spesa pubblica si riduce o, di fatto, perché è ridotta.. Questo concetto si basa sul presupposto che una riduzione della spesa pubblica farà scendere i tassi di interesse e, quindi, incoraggiare le imprese ad investire e i consumatori a spendere. Anche The Economist ha riferito il recente sostegno degli accademici a tale politica e, in maniera meno rigorosa, da Goldman Sachs che la definisce ‘gravemente carente’.. In realtà la SEB (Skandinaviska Enskilda Banken, una delle banche leader d’Europa NdT) ha già messo in evidenza una ricerca del FMI nella quale si sostiene che ogni taglio alla spesa pubblica, nelle circostanze attuali, porterà ad un calo della produzione di due volte nel primo anno, e un calo complessivo di sei volte il taglio iniziale nell’arco di cinque anni . (2)
Il governo di Dublino ha introdotto alla fine del 2008 cinque tipi di bilancio o pacchetti di emergenza, per un totale di € 14.6 miliardi, e ora intende ripetere l’attacco per altri quattro anni.. Nella fase iniziale il progetto era pari al 7,7% del PIL, ma ora è al 9,3% – a causa della crisi economica che ne è seguita. I dati del PIL irlandese sono a loro volta gonfiati, in parte, dalle multinazionali americane che spostano in Irlanda le vendite ei profitti maturati altrove per avvalersi di imposte sulle società “ultra-basse” pari al 12,5% che sono le più basse dell’area OCSE. Rispetto ai settori interni, che rappresentano la stragrande maggioranza delle entrate fiscali, le misure del governo sono ora pari al 11,5% del PNL.
L’impatto delle misure adottate dal governo irlandese è chiaro, le imprese hanno ridotto ulteriormente i loro investimenti in modo che il crollo della formazione di capitale fisso lordo equivale al declino in tutto il PIL. I consumatori, spaventati dalle perdite di posti di lavoro e dal calo dei redditi, tagliano la spesa. Di conseguenza, le entrate dalla tassazione sono crollate, a partire da € 48 miliardi nel 2007 a una proiezione del governo di € 31bn nel 2010. E ‘ la scomparsa di questi € 17 miliardi di gettito fiscale che è quasi interamente la responsabile di un deficit di bilancio, che si prevede quest’anno di € 18.7 miliardi. (3) Nel frattempo, nonostante i tagli ripetuti allo stato sociale a vario titolo, e a tutte le voci di spesa pubblica, le spese di welfare sono salite passando da € 20.6 miliardi nel 2007 ai € 35.9 miliardi per effetto dell’aumento della disoccupazione e della povertà .
In Gran Bretagna, la coalizione dei Tory ha formulato dei piani che tra il 2014/15 sotrarranno all’economia 111 miliardi di sterline l’anno (4) che secondo le previsioni dell’ Office of Budge Responsibility dovrebbe equivalere al 6,2% del PIL. Naturalmente, se i thatcheriani inglesi dovessero emulare i loro soci di Dublino, ogni nuovo bilancio verrebbe accolto con espressioni di disappunto in quanto i tagli non porterebbero a risparmi, e i tagli dovrebbero poi essere aumentati. Dato che il deficit di bilancio in Gran Bretagna è attualmente in declino, per gentile concessione di un aumento modesto dei Laburisti per la spesa del 2009, sarà difficile giustificare dei tagli in un futuro immediato.
Ma resta un punto cruciale per cui ‘il risanamento di bilancio’ si fonda sul concetto illogico, e poi smentito, del ‘CEF’ che è un miraggio, in realtà esso porta ‘a deprimere la contrazione fiscale’. Ciò vale anche per i tagli selvaggi dei Tories ‘così come tutti un po’ più mite, una versione più lenta, più angusta della stessa emanata dall’opposizione Laburista
L’Operazione di Salvataggio non è la fine
I rapporti suggeriscono che il pacchetto di salvataggio irlandese sarà poco meno di € 100 miliardi, raddoppiando così immediatamente lo stock del debito estero del governo irlandese. Contrariamente alle affermazioni diffuse, anche dal ministro delle finanze irlandese Brian Lenihan, questo non è solamente o principalmente conseguenza del piano di salvataggio straordinario delle Banche, che secondo gli osservatori porteranno a perdite per i contribuenti irlandesi di € 76 miliardi, in quanto queste per lo più sono già state soddisfatte. Invece Barclays Capital e Goldman Sachs stimano che oltre i due terzi del salvataggio serve per coprire il deficit del settore pubblico per i prossimi tre anni. E ‘la combinazione tra politica fiscale e bancaria che ha portato al salvataggio, e la fuga dalle banche potrebbe essere bloccata dalla rimozione delle garanzie bancarie e dal falò delle obbligazioni.
Un piano di salvataggio simile non è risultato efficace per la Grecia Anche se il debito pubblico greco non verrà richiesto dal mercato per i prossimi tre anni, i rendimenti dei titoli a lungo termine della Grecia sono ancora al 12%, che riflette la crescente percezione di un possibile default in futuro. Dalla più mite recessione del 2009 nella zona euro (ad eccezione di Cipro), l’economia greca subisce ora un declino accelerato secondo le statistiche dell’agenzia greca Elstat che afferma: "la significativa riduzione" della spesa pubblica ha contribuito all’approfondirsi della recessione nel paese.
Il piano di salvataggio irlandese è generalmente associato al FMI, ma solo un terzo circa dei fondi è probabile che provengano da quella fonte. Il grosso verrà dal Fondo Europeo per la Finanza e la Stabilità. Questo differisce dal solito pacchetto del FMI principalmente perché include qualche default limitato o "ristrutturazioni" e riconoscendo le perdite per gli obbligazionisti, in considerazione delle perdite nel mercato già sostenute. Il ruolo del FESF e della Banca Centrale Europea è proprio quello di garantire il totale pagamento alle banche europee. Il ruolo specifico del Fondo Monetario Internazionale, che rappresenta gli Stati Uniti, è quello di opporsi a qualsiasi tentativo di un eccessivo abbassamento delle tasse delle Corporation.Il piano di salvataggio dell’ economia irlandese avrà esito negativo. Aumentare i debiti e riducendo i redditi attraverso misure di ‘austerità’ non basterà a risolvere la crisi del debito in Irlanda. .Moody’s , una delle principali ‘agenzie di rating l’ha già indicato che il trasferimento di qualche banca allo Stato e le prospettive di una crescita inferiore porteranno ad un peggioramento del debito governativo irlandese, che implica una maggiore probabilità di default.. Questa non è certo la fine della crisi, sia per l’Irlanda o più in generale per l’Europa.

Fonte: http://socialisteconomicbulletin.blogspot.com
Link: http://socialisteconomicbulletin.blogspot.com/2010/11/with-friends-like-these-dismemberment.html
Traduzione a cura di ANTONIO PAGLIARONE
Fonti
1. EU, Euro Area Report, Winter 2010, Statistical Annex.
2.. Farà male?, IMF, World Economic Outlook, ottobre 2010, capitolo 3.
3… Dipartimento delle Finanze, nota informativa sulle prospettive economiche e di bilancio 2011-2014, novembre 2010.
4. UK Treasury, Comprehensive Spending Review, October 2010.