DI

GEROGE MONBIOT
guardian.co.uk/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Troll [1] organizzati stanno imprigionando la rete. È ora di reagire.
Sono l’equivalente online delle ‘enclosure riots’ [lett. rivolte di recinzione, proteste sociali contro la recinzione privata di terre comuni nell’Inghilterra del XVI sec., ndt]: mucchi di fieno in fiamme, recinti che crollano per le proteste dei contadini inglesi che stanno perdendo i propri diritti sulle terre. Quando MasterCard, Visa, Paypal e Amazon hanno tentato di chiudere Wikileaks fuori dalle terre comuni virtuali, un esercito di hacker ha risposto tentando di schiantarsi contro queste grandi proprietà e di abbattere i loro recinti.
Nella bagarre Wikileaks, i cittadini comuni sembrano avere la meglio. Ma è solo una battaglia. Si sta combattendo una guerra virtuale più vasta di cui sentite parlare molto meno. E nella maggior parte dei casi i padroni, con l’aiuto di un esercito di mercenari, stanno vincendo.
Non sto parlando qui delle minacce all’imparzialità della rete e del pericolo di uno sviluppo di internet a due livelli [2] [3] , nonostante sia tutto vero. Sto parlando dei quotidiani tentativi di controllare e influenzare i contenuti secondo gli interessi dello stato e delle corporation: tentativi in cui a parlare sono i soldi.
L’arma usata da entrambi i giocatori -stato e corporation- è una tecnica conosciuta come astroturfing. Un’operazione astroturfing è quella che simula mobilitazioni spontanee della società civile, ma che in realtà è stata organizzata. Ogni persona che scrive un commento in mandarino critico verso il governo cinese, per esempio, è probabile che verrà bombardato di insulti da individui che affermano di essere ordinari cittadini sconvolti dalle calunnie contro il proprio paese.
Ma molti di loro non sono sconvolti: sono membri del partito dei 50 cent, così chiamato perché un’agenzia governativa cinese paga 5 mao (mezzo Yuan) per ogni post scritto dai i suoi addomesticati commentatori ([4] ). Squadre di questi pupazzi di pezza sono assunti dai leader del partito per soffocare le voci critiche e far deragliare i dibattiti intelligenti.
Ho incontrato per la prima volta l’astroturfing nel 2002, quando gli investigatori Andy Rowell e Jonathan Matthews esaminarono una serie di commenti scritti da due persone che dicevano di chiamarsi Mary Murphy e Andura Smetacek ([5], [6] ). Avevano lanciato attacchi feroci, in diversi forum online, contro uno scienziato le cui ricerche avevano avvertito che il grano messicano era stato ampiamente contaminato da polline transgenico.
Rowell e Matthews scoprirono che uno dei messaggi inviati da Mary Murphy veniva da un dominio di proprietà della Bivings Group, una società di Pubbliche Relazioni specializzata nel lobbismo via internet. Un articolo sul sito della Bivings spiegava che “ci sono alcune campagne in cui sarebbe sgradito, o perfino disastroso, lasciare che il pubblico sappia che la tua organizzazione è coinvolta direttamente… Forum, chat room e listerv [un software per gestire mailing list, newsletter e forum, ndt] sono un gran modo per monitorare in maniera anonima cosa si sta dicendo. In questo ambito, una volta fatto il plug in, è possibile inserire post su questi sfoghi e presentare la tua posizione come una terza parte non coinvolta.”[7]
Il sito della Bivings ha anche citato un alto dirigente della corporation biotecnologica Monsanto, ringraziando la ditta di Pubbliche Relazioni per il suo “lavoro eccezionale”[8] . Quando un dirigente della Bivings è stato contestato dal Newsnight, ha ammesso che l’e-mail di “Mary Murphy” è stata mandata da qualcuno “che lavorava per la Bivings” o da “clienti che stavano usando i nostri servizi”[9] .
Rowell e Matthews hanno poi scoperto che l’indirizzo IP dei messaggi di Andura Smetacek era assegnato al quartier generale della Monsanto a St. Louis, nel Missouri.[10]. C’è un simpatico colpo di scena in questa storia. Il marchio registrato AstroTurf [una tipologia di erba artificiale da cui prende il nome la pratica dell’Astroturfing, ndt], un autentico falso d’erba, era sviluppata e brevettata dalla Monsanto.
Leggendo i trafiletti di commenti sul sito del Guardian e da qualche altra parte sul web, due motivi saltano all’occhio. Il primo è che le discussioni su questioni in cui c’è in gioco una piccola quantità di denaro tendono ad essere un po’ più civilizzate, rispetto ai dibattiti su questioni in cui le compagnie rischiano di perdere o guadagnare miliardi: come il cambiamento climatico, la sanità pubblica e l’evasione fiscale delle aziende. Queste discussioni sono spesso caratterizzate da sorprendenti livelli di insulti e molestie.
Gli articoli più duramente attaccati da simili tattiche sono quelli che trattano il tema dell’ambiente. Io amo il dibattito, e mi butto spesso a capofitto nei trafiletti sotto le mie colonne. Ma è un’esperienza deprimente quando, invece di contestare le questioni che pongo, molti di coloro che non sono d’accordo mi bombardano con insulti infantili o semplicemente continuano a ripetere una finzione, nonostante spesso tu l’abbia già screditata. Questo assicura che una discussione intelligente sia quasi impossibile – e questo sembra essere il vero punto[11].
Il secondo motivo è la forte affinità tra questa tattica e un certo punto di vista: pro-azienda, anti-tasse, anti-regolamentazione. Sia i conservatori tradizionali che i progressisti tradizionali tendono ad essere più disposti a discutere un problema rispetto agli ultraliberali di destra, molti dei quali cercano invece di zittire il dibattito.
Che succede allora? Non sto suggerendo che la maggioranza della gente che prova a far deragliare quelle discussioni sia pagata per farlo, nonostante sarei sorpreso se nessuno lo fosse. Sto suggerendo che alcuni degli sforzi per prevenire lo sbocciare dell’intelligenza sembrano essere organizzati, e che né gli ospiti del sito né altri commentatori sanno come rispondere.
Per il suo documentario (Astro)TurfWars, Taki Oldham ha registrato in segreto una sessione di formazione organizzata da un gruppo ultraliberale di destra chiamato American Majority. L’istruttore Austing James stava preparando i membri del Tea Party su come “manipolare i media”[12] . Questo è ciò che ha detto loro:
“Questo è quello che faccio. Vado su Amazon, scrivo “libri liberal”. Entro e dico “una stella, una stella, una stella”. L’altra faccia è che prendi un qualsiasi conservatore/ultraliberale, vai ai loro prodotti e gli dai cinque stelle… è qui che i vostri figli prendono le informazioni: Rotten Tomatoes, Flixster. Sono questi i posti dove puoi giudicare i film.
Così, quando metti “Film sull’assistenza sanitaria”, io non voglio che Michael Moore acquisti credito, così gli do sempre cattive valutazioni. Ci spendo circa mezzora al giorno, un semplice click click click click. Se lì c’è un posto per commentare, un posto per valutare, un posto per condividere informazioni, dovete farlo. Questo è il modo di controllare il dialogo online e dare alle nostre idee una probabilità.”
Oltre il 75% degli appoggi finanziari all’American Majority, che ospita queste sessioni di formazione, vengono dalla Sam Adams Alliance[13] . Nel 2008, l’anno di fondazione dell’American Majority, l’88% dei soldi dell’alleanza venivano da una singola donazione di 3,7 milioni di dollari[14] . In altre parole, un gruppo che addestra ultraliberali di destra a distorcere i processi democratici online fu allestito con fondi presi da una persona o da una compagnia con un portafoglio molto gonfio.
Internet è un dono notevole, ci è stato donato come una delle più grandi opportunità di democrazia dai tempi del suffragio universale. Stiamo rischiando di perdere queste globali terre comuni poiché queste subiscono attacchi da un esercito di troll e flacks, molti di loro segretamente organizzati o addestrati. La domanda per tutti noi – il Guardian, altri siti web, ogni persona che trae benefici da questa risorsa- è ciò che intendiamo fare riguardo a questa vicenda. È tempo di reagire e reclamare internet per quello che fa meglio: esplorare problemi, mettere idee alla prova, aprire il dibattito.

Fonte: www.monbiot.com
Link: http://www.monbiot.com/archives/2010/12/13/reclaim-the-cyber-commons/

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FEDERICO IOCCA
NOTE: [1] [Nel linguaggio di internet chi, all’interno di blog, social network, forum, ecc. interagisce con commenti volutamente offensivi o fuori tema con l’unico scopo di disturbare la comunicazione, ndt]
[2] http://www.guardian.co.uk/technology/pda/2010/aug/10/google-verizon-net-neutrality?INTCMP=SRCH
[3] http://www.bbc.co.uk/news/technology-10961776
[4] http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/asia-pacific/7783640.stm
[5] http://www.powerbase.info/index.php/Andura_Smetacek
[6] http://www.powerbase.info/index.php/Mary_Murphy
[7] Andrew Dimock, capo della Bivings Groups Online – settore Marketing e Pubblicità, 1 aprile 2002, “Marketing virale: come infettare il mondo”.
L’articolo originale era qui: http://www.thebivingsreport.com/search_view_full_article.php?article_id=73.
Ma da allora è stato rimosso. Una nota successiva afferma che è stato “recentemente redatto per chiarimenti”: i quali sembrano dire l’esatto opposto di quello che diceva l’originale, e postato di nuovo qui: http://www.bivingsreport.com/2002/viral-marketing-how-to-infect-the-world/.
Potete leggere estratti dalla versione originale qui: http://www.lobbywatch.org/profile1.asp?PrId=166
[8] Vedi http://www.powerbase.info/index.php/Bivings_Group. Anche in questo caso l’originale è stato rimosso.
[9] Newsnight, 7 giugno 2002
[10] http://www.powerbase.info/index.php/Andura_Smetacek
[11] Vedi anche l’interessante commento di SteB1, qui: http://www.guardian.co.uk/world/2010/dec/04/cancun-climate-talks-kyoto-latin-america?showallcomments=true#comment-8653581
[12] http://astroturfwars.org/
[13] Scott K Parks, 5 ottobre 2009. American Majority holds Dallas workshop. The Dallas Morning News.
http://www.dallasnews.com/sharedcontent/dws/news/localnews/stories/DN-americanmajority_05met.ART0.State.Edition2.4ba21b6.html
[14] Karoli, 26 aprile 2010. http://crooksandliars.com/karoli/american-majority-part-astroturf-see-whats
[1] http://astroturfwars.org/
[1] Scott K Parks, 5 ottobre 2009. American Majority holds Dallas workshop. The Dallas Morning News.
http://www.dallasnews.com/sharedcontent/dws/news/localnews/stories/DN-americanmajority_05met.ART0.State.Edition2.4ba21b6.html
[1] Karoli, 26 aprile 2010. http://crooksandliars.com/karoli/american-majority-part-astroturf-see-whats