DI

PAOLO BARNARD

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Italia

 

 

 

 

 

 

 

Trascorsi professionali di Elsa Fornero ai fini della comprensione del suo conflitto d’interessi.

1999-2000 è nel CdA di INA Assicurazioni.

2001-2003 è nel CdA di Fideuram Vita.

2006-2007 è nel CDA di Eurizon Financial Group.

2008-2010 è vice-Presidente della Compagnia di San Paolo.

2010 nominata vice Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo.

2008-2011 è nel CdA di Buzzi Unicem SpA, con Gianfelice Rocca, ex direttore di Allianz S.p.A.

Dichiara un imponibile per il 2010, epoca della sua attività privata, di 402.138 euro.

Con un reddito di quella posta è chiamata a reggere il dicastero delle Pari Opportunità e a riformare le pensioni italiane, che al 50% non superano i 1.000 euro mensili e al 27% non superano i 500 euro mensili.

La riforma delle pensioni degli italiani fatta dal Ministro Fornero è incostituzionale. Ed è una truffa già riconosciuta dai mercati stessi.

Premessa. Come Ministro delle Politiche Sociali, Elsa Fornero è vincolata in ogni sua scelta dall’Articolo 41 della Costituzione:

L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Fornero fa la riforma della pensioni col Decreto Salva Italia, firmato da Napolitano il 6 dicembre 2011.

Business Online così la commenta in anteprima già il 10/10/2012: “A partire dal 2013 entreranno in vigore tutte le misure previste dalla Riforma Fornero, che vedrà pensioni sempre più lontane e sempre più esigue a causa del nuovo meccanismo che adeguerà alle aspettative di vita i coefficienti di trasformazione in rendita e i requisiti di età.

Chi, per esempio, oggi guadagna sui 2.500 euro potrebbe prenderne solo 688 di pensione. Inoltre, per avere una pensione dignitosa, il lavoratore dovrà aver versato nel corso della sua vita lavorativa almeno 300-400 mila euro di contributi, come spiegato da molti esperti.

Sembra, infatti, che la pensione integrativa possa essere l’unica via di uscita per riuscire a mantenere lo stile di vita una volta conclusa l’attività lavorativa.

Commento di Paolo Barnard: l’intenzione di coercire un intero popolo verso l’interesse privato dei Fondi Pensione è alla luce del sole (“l’unica via di uscita per riuscire a mantenere lo stile di vita una volta conclusa l’attività lavorativa”). In questo si ravvisa la prima violazione del Dettato Costituzionale, che all’Art. 97. sancisceI pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. E dell’Art. 98: I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione.

Nella stesura della riforma delle pensioni Elsa Fornero esegue alla lettera i seguenti ordini da parte di entità extra statali ed extra democratiche:

– una Raccomandazione per l’Italia emessa dei tecnocrati dell’OCSE nel 2000, in un convegno dove Fornero sedeva a fianco di Mediobanca, Generali, INVESCO, ING. La raccomandazione recitava “Estensione del sistema contributivo con lo schema del pro-rata anche per i soggetti con almeno 18 anni di contributi al 31/12/1995”. Nella riforma Fornero del 2011 il diktat diventa “Per coloro che avevano già 18 anni di contributi al 31 dicembre ’95, per i quali era previsto il sistema totalmente retributivo, sarà utilizzato il metodo contributivo pro-rata a partire dal 1° gennaio 2012.” Un copia-incolla esatto.

– una Raccomandazione per gli Stati dell’Eurozona emessa dalla lobby internazionale Business Europe nell’autunno 2010 e che recitava “Mettete in relazione l’effettiva età pensionabile con l’aspettativa di vita”. Nella riforma Fornero del 2011 il diktat diventa “Nuovo meccanismo che adeguerà alle aspettative di vita i coefficienti di trasformazione in rendita e i requisiti di età”. Un copia-incolla esatto.

Commento di PB: l’obbedienza palese a ordini che non scaturiscono dall’interesse pubblico italiano è già di per sé materia di incriminazione del Ministro, che ha prestato giuramento alla Costituzione che sancisce quanto segue nell’Art. 98: I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione.

Ma c’è di più. Elsa Fornero sa perfettamente da anni che l’affidare alla capitalizzazione (cioè agli investimenti delle trattenute sullo stipendio per la previdenza in fondi privati finanziari invece che nel sistema pubblico tradizionale) le nostre pensioni è devastante per i conti dello Stato. E sa oggi che la previdenza privata è fallimentare per le tasche dei pensionati, ma tace.

Infatti era l’anno 2000, quando Fornero partecipava all’incontro privato Scenari sulla previdenza privata e pubblica, Roma 15-16 Novembre 2000, sotto l’egida di Mediobanca.

Nel corso del convegno Elsa Fornero concorda con l’economista Modigliani su “… l’intento comune di mutare il perverso meccanismo della ripartizione, attuale metodo di finanziamento del sistema previdenziale obbligatorio…  Noi vogliamo che venga completamente rimpiazzato dalla capitalizzazione”. Inoltre, gli atti del convegno contengono la seguente gravissima  rivelazione: “Fornero e Modigliani riconoscono che, nella sua prima fase, il processo del passaggio dalla ripartizione alla copertura a capitalizzazione implica un aumento, e non una riduzione, dell’onere complessivo della previdenza, e che questa fase non può avere termine prima di alcuni decenni, in cui sarà necessario un inasprimento della fiscalità generale, oltre che con gli interventi sul pro rata e sulle pensioni di anzianità”.

Commento di PB: Fornero già nel 2000 era dichiaratamente un tecnico in conflitto d’interessi con il Dettato Costituzionale, che all’Art. 41 recita: La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. Impossibile che gruppi finanziari con interessi speculativi per centinaia di miliardi e che rispondono solo agli investitori possano perseguire i fini sociali. Inoltre, e ancor più grave, Fornero e Modigliani ammettono in quel consesso privato che l’auspicata riforma delle pensioni in senso privatistico non solo peggiorerà i bilanci dello Stato, non solo lo farà per decenni, ma che questa catastrofe di impoverimento nazionale dovrà essere ripianata dalle famigerate Austerità delle tasse, che devastano il Paese produttivo e i redditi. In altre parole: al fine di portare immensi capitali pensionistici nelle casse dei gruppi di capitalizzazione, Fornero già nel 2000 era disposta a causare l’Economicidio dell’intera nazione. Con questi precedenti, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato l’incarico di Ministro per Fornero, violando egli stesso il Dettato Costituzionale all’Art. 98: I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione.

Oggi circola in tutti gli ambienti della previdenza integrativa privata italiana e internazionale il rapporto del COVIP, organo di controllo nazionale di tali previdenze, per l’anno 2011. Esso ci rivela fatti sconcertanti:

A) Alla fine di dicembre 2011, il totale investito nelle previdenze integrative private italiane era di 90,7 miliardi di euro. Il 58% di questi contributi versati dai lavoratori è stato investito in titoli di Stato internazionali relativamente sicuri, ma il 42% rimane investito in finanza ed equities, notoriamente ad alto rischio. Si sappia che solo nel primo anno e mezzo della crisi finanziaria, in USA sono scomparsi nel nulla 2.000 miliardi di dollari di pensioni sudate una intera vita dagli americani.

B) Il rapporto ammette candidamente che “il problema è che in media i fondi pensione integrativi privati hanno reso molto meno dei TFR, che si sono apprezzati del 3,5%.

Questi fatti sono noti al Ministro Fornero per opera dello stesso COVIP, ma essa tace, pur sapendo che non solo la scelta dei fondi integrativi continua a essere perdente da 10 anni, ma che i rischi per i pensionati sono e saranno sempre più elevati. I lettori tengano sempre presente che chi vi scrive è divulgatore in Italia della Mosler Economics Modern Money Theory (ME-MMT) la quale forte di un secolo di economia a livello di nomi come Keynes o Lerner, o Godley, ha dimostrato che se l’Italia possedesse ancora una moneta sovrana non vi sarebbe alcun bisogno di trovare fondi per le piene pensioni pubbliche in alcun settore privatistico. Per cui quanto descritto in questo articolo assume contorni ancor più scandalosi.

Ma, tornando al silenzio colpevole del Ministro Fornero, è necessario qui fornirne due spiegazioni. Prima: è il governo italiano stesso che oggi, in spregio scioccante dalla Costituzione, è socio di maggioranza della maggior lobby italiana per lo sviluppo delle pensioni private. Seconda: Elsa Fornero è da anni una simpatizzante delle lobby finanziarie speculative. Iniziamo dal primo punto.

Oltre l’immaginazione dell’assurdo.

Il Mefop S.p.a. e una società per “lo sviluppo del Mercato dei Fondi Pensione fondata nel 1999. Al suo interno raccoglie un ampio panorama di fondi pensione, circa 80 soci”, fra cui L.A. Previdenza – Allianz, Intesa San Paolo, Unipol Previdenza, Gruppo Sanpaoloimi, Previgen (Generali), Unicredit Previdenza, Cattolica Previdenza Per La Pensione ecc. Continuiamo: “Mefop è stata creata con l’obiettivo di studiare, interpretare e comunicare la previdenza complementare per favorirne lo sviluppo. L’attività istituzionale fa riferimento a tutte le attività di Mefop a servizio dell’intero settore della previdenza complementare, quali la costruzione di canali con le Istituzioni, nazionali e non, operanti nel campo dei Fondi pensione (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione; altre Autorità di Vigilanza e/o di regolamentazione; Ministero dell’Economia e delle Finanze; altre associazioni)”.

Quindi una lobby dichiarata di gruppi privati dediti alla promozione delle pensioni private. La Costituzione italiana prescrive all’Art. 97 che I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. Bene, oggi il Ministero dell’Economia e delle Finanze detiene la maggioranza assoluta delle azioni del Mefop S.p.a. Cioè: i pubblici amministratori delle nostre vite economiche, tenuti all’assoluta imparzialità dalla Costituzione italiana, sono azionisti di maggioranza di una lobby di speculatori previdenziali privati. E non poteva mancare il solito nome. Nel 1999 il comitato scientifico della Mefop. S.P.A. sfoggiava lei, Elsa Fornero.

Ora i cittadini lettori comprenderanno i silenzi della signora Elsa… sulla nostra pelle.

Coinvolgimento di Elsa Fornero con le lobby assicurative finanziarie con relativi interessi di capitale, in violazione del Dettato Costituzionale.

A) Come già detto partecipa a Scenari sulla previdenza privata e pubblica, Roma 15-16 Novembre 2000. Sponsor e partecipanti: Mediobanca, 13 miliardi di euro in gestioni finanziarie – Invesco 632 miliardi di dollari in gestioni finanziarie – Generali Group, 400 miliardi di euro in gestioni finanziarie – ING Investment Management 322 miliardi di euro in gestioni finanziarie.

B) Il 28 febbraio 2003 a Bruxelles Elsa Fornero presenta un studio al Centre for European Policy Studies (CEPS), gruppo controllato dalla American Chamber of Commerce e dalla City of London. Gli sponsors dell’evento sono: Allianz con 392 miliardi di dollari in gestioni finanziarie – European Federation of Retirement Provision che è la top lobby delle pensioni integrative in Europa con 3.500 miliardi di euro in gestioni finanziarie.

C) Nel marzo 2010 Elsa Fornero è al European Policy Center per la conferenza CHALLENGE EUROPE, Europe 2020. Fornero presenta un lavoro dove afferma quanto segue: “Il metodo più efficace per prevenire l’impoverimento della terza età è di farli stare di più al lavoro, sia riportando più anziani al lavoro che alzandogli l’età media pensionabile (sic). Questo non danneggia la stabilità finanziaria. E quindi tali misure dovrebbero rappresentare la risposta ovvia all’invecchiamento della popolazione”. Non solo. Per Elsa Fornero “Nei mercati del lavoro flessibile, i redditi devono stare di pari passo con la produttività: crescono normalmente fino all’età media, e calano quando il lavoratore si avvicina alla pensione”.

Commento di PB: questi principi cementati in Elsa Fornero rasentano l’incubo di un regime socialmente nazista. Si auspica esplicitamente che l’anziano sia forzosamente riportato al lavoro, che gli si impedisca di godere del diritto al riposo e che, dopo una vita di lavoro per il Paese, lo si penalizzi nel reddito in quanto non più macchina produttiva per il profitto, in una logica che lo deumanizza. Di nuovo, oltre all’abominio intellettuale di questa sicaria dell’Economicidio sociale, si ravvisa qui la violazione del Dettato Costituzionale, che allArt. 36 recita: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Cioè, la Costituzione non ammette che a parità di qualità e quantità di lavoro vi possa essere una discriminazione di reddito in base all’avanzamento dell’età.

D) Elsa Fornero è continuamente apparsa al fianco di Assogestioni di Domenico Siniscalco, che complessivamente gestisce 974 miliardi di euro di investimenti. Il salone del risparmio del 19/4 /2012 di Assogestioni, con tutti i big della finanza presenti, e che ha ricevuto lettere di plauso di Napolitano e di Monti, vede l’intervento di Fornero, che rassicura il settore privato in questo modo: “Qualsiasi lavoro finanziato da fondi pubblici è escluso. Per i fondi pensione privati il bicchiere è ancora mezzo vuoto… il governo farà la sua parte”.  I gruppi finanziari sponsor e partecipanti a quell’evento assommano interessi di speculazione finanziaria che raggiungono una cifra impossibile da calcolare per via delle dimensioni inimmaginabili. Ad ascoltare le parole di Fornero c’erano  Aberdeen, BNP Paribas, INVESCO, EurozonCapital, JP Morgan Asset Management, Pioneer Investments, Credit Suisse, Morgan Stanley, Pimco, UBS, Fineco, Deuthsche Bank, Natixis, HSBC, Unicredit, Fineco e molti altri di pari stazza mondiale.

Commento di PB: Il concetto svergognatamente espresso da Elsa Fornero secondo cui “il governo farà la sua parte” per i fondi pensione gestiti da privati, viola direttamente il Dettato Costituzionale che all’Art. 97 dice: I pubblici uffici sono organizzati in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. E l’Art. 98: I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione. E l’Art. 54: I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore.

E) Il 15/10/2012 i leader italiani della promozione finanziaria sono all’Unione Industriali di Torino: Banca Fideuram, Banca Generali, Finanza & Futuro Banca, Ubi Banca Private Investment, Assoreti. Tema centrale è “il contributo delle reti di promotori finanziari allo sviluppo della previdenza complementare in Italia. In apertura, l’intervento del ministro delle Politiche sociali Elsa Fornero. Dichiara il ministro ribadendo forte e chiaro: dalla riforma delle pensioni non si torna indietro”.

Commento di PB: Ennesimo sbilanciamento incostituzionale di un Ministro della Repubblica sugli interessi del settore privato.

F) Il 14-16 novembre 2012 Amsterdam ha ospitato la massima assise mondiale dei fondi pensione privati, il World Pension Summit. Gli sponsor di questo evento di respiro globale portano sul tavolo olandese interessi finanziari per un totale di 2.798 miliardi di euro, cifra di quasi mille miliardi superiore al PIL italiano, ma divisa in nove gruppi privati: Pensioen Federatie, Fidelity Worldwide Investment, MN, Deloitte, SKAGEN Funds, Delta Lloyd Group, Adveq, ING, J.P. Morgan Asset Management’s. Elsa Fornero è fra i relatori, unico Ministro delle Politiche Sociali in carica. Si legga più sotto.

Coinvolgimento e ammissione di coinvolgimento di Elsa Fornero nel Golpe Finanziario del 16 novembre 2011.

E’ al sopraccitato World Pension Summit di Amsterdam del 14-16 novembre 2012 che Elsa Fornero compie quello che è forse l’atto di ammissione più grave della storia della Repubblica italiana. In una convention a porte chiuse, la Fornero dichiara che le modifiche all’attuale sistema previdenziale:

“… erano necessarie per compiacere i mercati finanziari, altrimenti ci sarebbero state conseguenze devastanti per il Paese”.

La fonte di questa notizia è Investment & Pension Europe, il maggior istituto londinese di ricerca sulle pensioni private e sugli investimenti, presente ad Amsterdam, e confermata a me personalmente da Yvonne Cooke, I&PE Events Director.

Commento di PB: un Ministro che risponde allo Stato italiano, alla Costituzione, e al popolo sovrano, il cui dovere costituzionalmente sancito è l’interesse pubblico nello Stato, ha fatto una riforma delle pensioni che ha mutilato la vita di milioni di cittadini per ordine e sotto la minaccia dei mercati finanziari speculativi totalmente estranei a qualsiasi procedura democratica. Elsa Fornero non ha denunciato questo attentato alla democrazia e lo ha assecondato, silente, in Patria. Questa ammissione conferma e dimostra che noi italiani viviamo in un golpe finanziario. Lo Stato non esiste più, Monti e la Fornero lavorano per i mercati violando la Costituzione come mai dal 1948 a oggi. Il colpo di Stato finanziario che ha posto definitivamente fine alla sovranità di Camera e Senato è una realtà peraltro confermata dalla testimonianza video del senatore Garavaglia (qui http://www.youtube.com/watch?v=15T8gydDrBY) e da una più complessa analisi di come il Programma Securities Markets (SMP) della BCE fu usato per truccare lo spread italiano al fine di causare la caduta di un governo eletto e l’insediamento di Mario Monti, oltre ad altre inconfutabili evidenze di studio.

Non era mai accaduto nella storia dell’Italia democratica che un Ministro in carica ammettesse apertamente di operare sotto giuramento alla Costituzione ma perfettamente consapevole di servire una dittatura.

L’indegno Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano va messo in stato d’accusa dal Parlamento per alto tradimento.

Tutto quanto sopra descrive le condotte di un Ministro di governo, dell’intero esecutivo infatti, in violazione di una lunga serie di articoli della Costituzione italiana. Descrive infine un fatto di una gravità inaudita nella storia del dopoguerra in Italia. La carta costituzionale prevede agli Articoli 100 e 134 che il Consiglio di Stato, la Corte dei Conti e la Corte Costituzionale svolgano rispettivamente i seguenti ruoli di controllo: consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell’amministrazione; controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo; giudicare sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato.

La riforma delle pensioni di Elsa Fornero doveva e deve essere bloccata per incostituzionalità palese (si legga sopra) dalla Corte dei Conti o portata al cospetto delle Corte Costituzionale, se non col coinvolgimento del Consiglio di Stato. Ma prima ancora, e secondo l’Art. 87 della Costituzione – che dice Il Presidente della Repubblica autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo. Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti, doveva essere bloccata dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Il golpe finanziario sopra dimostrato doveva e deve essere oggetto di intervento pronto e drastico del primo tutore della Costituzione, Giorgio Napolitano, il quale non solo ha mancato nel suo compito supremo, ma è stato e continua a essere pienamente complice del sovvertimento democratico ad opera dei mercati finanziari e dell’Eurozona.

In questo caso vale l’Articolo Art. 90 del dettato costituzionale, che recita: Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.

Il Parlamento, valutato quanto sopra e come previsto dalla Costituzione, deve intervenire per la procedura di Impeachment di Napolitano, e per l’immediato scioglimento di questo esecutivo, peraltro già sollecitato dalla presenza in centinaia di Procure italiane delle denunce Barnard-Musu depositate da quasi un migliaio di cittadini da mesi.

Due delle più indegne figure della storia democratica italiana, la sicaria dell’Economicidio italiano e lobbista dei gruppi finanziari Elsa Fornero, e l’ex comunista Giorgio Napolitano, già lungamente compromesso coi poteri forti del Council on Foreign Relations americano dagli anni ’70, dovranno rispondere a noi cittadini dell’immane danno alla democrazia che hanno coadiuvato e tollerato. E non solo loro.

Paolo Barnard
Fonte: http://paolobarnard.info
Link: http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=516