La Terra dei Fuochi continua a far parlare di sé. La denuncia arriva da un giovane di Mugnano, Salvatore Esposito, che mostra un limone coltivato nelle sue zone.

DI COSA SI TRATTA – Con il nome “Terra dei Fuochi” si indica la vasta area situata tra le province di Napoli e di Caserta, caratterizzata dalla presenza di roghi di rifiuti. Il termine utilizzato da Legambiente nella denuncia alle ecomafie mossa nel 2003, venne ripreso da Roberto Saviano nel suo libro “Gomorra”.

ECOMAFIA – Il fenomeno è dovuto allo smaltimento illegale di rifiuti, anche tossici, da parte della Camorra, in particolare, dal clan dei Casalesi, i quali vengono pagati per disperdere nell’ambiente scorie provenienti dal nord Italia e dal nord Europa. Questi cumuli di rifiuti, abbandonati nelle campagne e lungo le strade, vengono incendiati causando la diffusione di fumi tossici. L’area colpita è di 3 milioni di metri quadri. Grazie alle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone si è potuto fare chiarezza sui progetti mafiosi a cui era destinata la regione: l’area doveva diventare una discarica a cielo aperto, soprattutto di materiali tossici come piombo, scorie nucleari e acidi. Le forze dell’ordine accertarono che soltanto nei primi tre mesi del 2007 furono incendiati 30.000 kg di rifiuti, con un ricavo stimato in oltre 118.000 euro.


Decreto legge sulla Terra dei fuochi: reato… di TMNews

DIOSSINA – Lo smaltimento illegale di rifiuti, se da una parte comporta la dispersione di fumi tossici che vanno ad inquinare le aree circostanti, dall’altra inquina le falde acquifere con ripercussioni non solo locali, ma nazionali ed internazionali. Parliamo di una forma particolare di inquinamento, quello da diossina, che comporta la contaminazione degli alimenti.

IL LIMONE DI MUGNANO – Un limone avvelenato, simbolo della situazione preoccupante della Terra dei Fuochi. Un agrume informe dotato di “tentacoli” verdi. E’ la foto che ha diffuso Salvatore Esposito, esprimendo tutta la sua rabbia per quanto accade nella sua amata terra.