LA STORIA IN BREVE

Dal primo incontro nel 1958 con il Maestro, il fisico Ettore Majorana, all’idea di realizzare la macchina da lui progettata, sono passati solamente tre anni. Un congegno in grado di “annichilire” la materia, un’invenzione che porta con sé straordinarie possibilità di sviluppo per l’umanità, ma anche un’enorme potenziale distruttivo. Una macchina in grado di far letteralmente scomparire qualsiasi cosa o di creare energia a costo zero. 

E questo, guardando solamente alle prime due fasi di sviluppo.

Il presente libro racconta in modo biografico le vicende accadute al bresciano Rolando Pelizza dal 1958 al 1989, con il solo scopo di fare luce su una scoperta degli anni ’70, che ancora oggi mantiene inalterato il suo carattere assolutamente rivoluzionario.

Una scoperta taciuta perché il suo inventore non volle scendere a compromessi con i servizi segreti americani, con il governo Belga, con quello Italiano e altri ancora; tutti interessati come erano a uno sviluppo prettamente bellico dell’apparecchiatura. Un campo d’applicazione questo, in netta contrapposizione con gli intenti umanitari che hanno sempre guidato Pelizza, spingendolo a subire decenni di soprusi, violenze fisiche e psicologiche, ricatti ed intimidazioni.

Si raccontano gli esperimenti, le speranze, le gioie e le sconfitte di un uomo e di una teoria. 

Si racconta di un uomo che è stato in grado di dimostrare più volte al governo italiano l’efficacia delle proprie tesi: una prima volta nel 1976 al prof. Ezio Clementel del CNEL e ancora nel 1981 al ministro Mancini. Sorprendenti i commenti, altrettanto sorprendenti le conseguenze. La posta in gioco era così alta, da far cambiare i giocatori; serviva un nuovo attore, forte, molto più forte. Qualcuno che fosse in grado di mettere nei guai Rolando, di muovergli contro un’incredibile “macchina del fango”, di ridurlo in misera e costringerlo all’esilio.

Ma la storia ci insegna che i grandi uomini raggiungono i loro obiettivi in qualunque situazione. A volte guidati anche solo dal caso.

L’incontro con un informatico svizzero alla fine del 1987 consentì a Pelizza di proseguire le sue ricerche per cercare di raggiungere sperimentalmente anche la terza fase di sviluppo prevista dalla teoria del suo Maestro: la possibilità di trasformare la materia.

Questo scritto conclude il suo racconto proprio alcuni giorni prima di questo incredibile tentativo. 

Tutti i fatti narrati in questo libro sono suffragati da numerosi documenti e testimonianze raccolte negli anni. 

Credere o non credere? Non importa!

L’importante, per ora, è conoscere. Perché è chiaro che ogni eventuale dubbio potrebbe essere fugato solamente da esperimenti eseguiti secondo i più stretti canoni, ed è proprio questo che tutti noi ci auguriamo, e stiamo aspettando.

Non sono molti i grandi inventori e gli studiosi che la storia ricorda. Ettore Majorana e Rolando Pelizza, meritano certamente di entrare in questo prestigioso novero, per una teoria e per la sua realizzazione, per un’invenzione che sarebbe in grado di rivoluzionare il mondo, anche se con 38 anni di ritardo!

 

ROLANDO PELIZZA

Rolando Pelizza è nato nel 1938 a Chiari, una cittadina della Lombardia, da un’operosa famiglia benestante, commerciante in calzature. Le sue prime attività furono in quel settore, poi si dedicò ad altre iniziative economiche aprendo degli uffici a Roma e intessendo anche dei rapporti di affari in Europa, soprattutto in Spagna e in Svizzera.

Nel 1976 egli fu ingiustamente imprigionato con l’accusa di concorso in sequestro di persona, con la conseguenza di un tracollo economico per le sue società. 

Rilasciato (e poi sarà assolto), nel giugno dello stesso anno sulla piattaforma di un forte in alta montagna, con un esperimento mostra ad alcuni conoscenti come sia capace di annichilire una roccia mediante una piccola macchina da lui costruita, affermando di usare l’antimateria.

Da qui altri esperimenti e laboriose trattative con dei Governi (U.SA., Italia, Belgio e la stessa NATO) e l’interesse di questi per l’invenzione. 

Nei molti altri esperimenti eseguiti, egli ottiene non solo la possibilità di distruggere elementi con la sua macchina, ma soprattutto dimostra di ottenere grandi quantità di energia a costo zero.

Pelizza, pur di fronte a molte offerte economiche strabilianti, non vuole cedere quel suo ritrovato,temendo che possa essere utilizzata per fini bellici: e già allora c’è la bramosia di tanti interessati a mettere le mani su quel congegno e nel contempo tutta una campagna di disinformazione e depistaggio allo scopo di fare terra bruciata attorno a lui.

Proprio per questoha avuto un mandato di cattura internazionale “per aver costruito un’arma senza regolare licenza” (!) –di fatto la sua macchina già da allora è vista non come strumento utile bensì come potenziale ed efficace arma distruttiva, il così detto “raggio della morte”-, per cui nel 1982 egli si rifugia all’estero ove vi rimane per quasi dodici anni.

Assolto e al suo rientro in Italia nel 1993 fino a oggi per quasi ulteriori venti anni, Pelizza pur tra mille difficoltà economiche per finanziarsi prosegue le sue costose ricerche .

Da tempo egli ha più volte affermato, e i suoi esperimenti documentati rimarrebbero inspiegabili se non fosse così, di aver conosciuto e frequentato –sia pure saltuariamente- il grande fisico Ettore Majorana in un convento e dello stesso essere stato il braccio operativo nel costruire e congegnare una macchina atta a ottenere la conferma sperimentale della teoria di fisica atomica elaborata dal grande fisico scomparso nel 1938.

Certo una tale macchina è in grado di modificare gli equilibri  economici mondiali, e non solo quelli, e si possono ben capire le bramosie e gli intrighi che ha suscitato e come si sia impedito a Rolando Pelizza di poter fare anche in questi ultimi tempi una prova ufficiale sotto il controllo e la certificazione di persone qualificate.

Questo impedimento, fatto da pressioni psicologiche, di intimidazioni, di veri e propri ricatti e di molto altro ben più grave, rappresenta la continuazione del discredito iniziale scientemente sparso su di lui soprattutto attraverso la disinformazione mediatica concepita negli ambienti dei servizi segreti specializzati nella “organizzazione della disinformazione” e in tutte quelle altre azioni, compreso il ridurlo e tenerlo in condizione di estrema povertà, ossia con tutto ciò che in gergo tecnico viene definito “intossicazione dell’ambiente”.

Pelizza, che ha sempre vissuto e operato nell’intento di utilizzare la macchina a vantaggio di tutti, non dispera però di raggiungere il suo obiettivo, poiché se in questi ultimi anni egli ha avuto contatti e rapporti interlocutori con varie personalità, con ricercatori, Enti, c’è che soprattutto ultimamente la Santa Sede si è mostrata particolarmente interessata per l’utilizzo pacifico di questa macchina a vantaggio delle popolazioni povere.

 

 

 

Fonte: www.ilditodidio.it

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