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Andrea Cinquegrani

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La guerra dei vaccini continua. I Soloni della Medicina uniti e compatti contro l’ultima puntata di Report, solito condottiero Roberto Burioni, che si autogiudica l’unico super esperto di vaccini mentre il popolo bue non ha diritto di parola né di minima contestazione e per i medici che osano osservare qualcosa c’è pericolo radiazione, come sta già succedendo in alcune regioni. La grancassa dei media è al servizio di Big Pharma, pseudo verità scientifiche spacciate per Vangelo tanto i cretini sono lì pronti a berle d’un fiato.

Sigfrido Ranucci. In apertura Roberto Burioni

Sigfrido Ranucci. In apertura Roberto Burioni

Intanto, cominciano a spuntare alcuni precisi interessi non solo scientifici ma anche economici del Vate Burioni. Tanto perchè si cominci a intendere che, al solito, lorsignori non se ne fregano della salute di bimbi e scolaresche, ma dei danari che riempiono le loro tasche, a bordo di brevetti, la catena delle sperimentazioni, poi il battesimo e finalmente le lucrose commercializzazioni. Ma procediamo per gradi e partiamo dalle news.

Zeppo di critiche contro la trasmissione di Sigfrido Ranucci – che sta riacquistando smalto e grinta dopo le ultime annate a base di pizza & babà – dedicata al vaccino contro il Papilloma virus in cui si parlava degli effetti avversi a questo tipo di vaccinazione contro il tumore al collo dell’utero, il pezzo di Repubblica on line firmato da Valeria Pini. Che così esordisce: “Il primo a scendere in campo, dopo la messa in onda, è il virologo Roberto Burioni. ‘Diffondere la paura raccontando bugie è un atto grave e intollerabile. E’ abusare in maniera perversa della libertà di opinione. E’ come gridare ‘c’è una bomba’ in uno stadio affollato per vedere la gente che fuggendo calpesta i bambini. Report ha dato spazio a teorie prive di base scientifica, a individui senza alcuna autorevolezza e ha mescolato sapientemente possibili tangenti e ipotesi non confermate per ottenere un effetto abominevole: instillare timore nei confronti di una pratica medica sicura, efficace e in grado di salvare migliaia di donne da una morte atroce’”.

LE GAFFE DEL SENATORE ANDREA MARCUCCI

L’elenco dei lanciatori di strali è affollato: dal presidente della Società italiana di virologia, Giorgio Palù, al presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi.

Sul fonte politico su tutte le furie i Pd, con un presidente – ahinoi – Matteo Orfini che si balocca a ri-postare e far girare sui social le frasi di Burioni e un presidente della Conferenza delle Regioni (e lui stesso al vertice emiliano-romagnolo), Stefano Bonaccini che sconfortato nota: “mentre tornano a far paura malattie debellate da decenni a causa di stregoni da web e disinformazione sui vaccini, ci mancava solo report”.

Poteva, almeno una volta, profittare per tacere l’antenna di Renzi al Senato, Andrea Marcucci, presidente (ri-ahinoi) della commissione Istruzione e beni culturali: “intollerabile – insorge – che dal servizio pubblico vengano diffuse falsità contro i vaccini”. Ed è intollerabile che il servizio pubbico di casa nostra non realizzi un docufilm – come ad esempio hanno fatto negli Usa e in Inghilterra – sulla strage del sangue infetto, che ha, fra gli altri, nomi, un cognomi e indirizzi ben precisi: le aziende del gruppo Marcucci, un tempo di babbo Guelfo e ora nelle mani dei rampolli Paolo (al timone della corazzata Kedrion), Marialina(una passione per le antenne e i festival, un tempo coeditore dell’Unità – tri ahinoi) e, appunto, il senatore Andrea.

Ma in questi mesi il diluvio di carta (straccia) per diffondere il Verbo di Burioni & C. è stato incontenibile. Un vero alluvione, stavolta sì, in perfetto stile Minculpop (per la serie mi inculo il popolo, sempre bue).

Adriano Zaccagnini

Adriano Zaccagnini

Ecco tre chicche in rapida carrellata, che hanno avuto il degno coronamento con la comparsata del premier Matteo Renzi davanti ai microfoni di Lilli Gruber per inneggiare ai vaccini e bacchettare quel mascalzone d’un Adriano Zaccagnini ex 5 Stelle che ha osato parlare di un uso consapevole e controllato dei vaccini; Renzi, of course, ha citato il nome del profeta Burioni come simbolo della Alta Scienza imbufalita.

Apriamo con la parola ad una giornalista-scienziata, o meglio appassionata di scienza, “organizzo e risolvo”, come si autodefinisce in sella al suo Galileoeditgalileonet.it. Ebbene, la signora o signorina, anzi la prof. Letizia Gabaglio – mandate a memoria questo nome, perchè lo risentirete presto da Stoccolma, caso mai in compagnia di Vate Burioni – ha ricevuto in appalto una colonnina dell’Espresso, e così si esprime nel numero del 12 febbraio sotto il titolo: “Salute – La verità, vi prego, sui vaccini”. Esordisce la columnist: “quando si parla di vaccini le parole sono importanti. E’ sul passaparola che si fonda l’idea che siano pericolosi, che causino danni neurologici, che facciano arricchire le case farmaceutiche. E’ purtroppo sulle parole di alcuni medici – ora per fortuna pubblicamente sanzionati dagli Ordini regionali – che si basa la sicurezza degli antivax”. Poi: “non ci sono vaccini indispensabili e altri accessori. Al contrario, gli esperti dicono che è importante farli tutti”. Ottimo e abbondante.

18 marzo, un’intera paginata – la numero 21 – del Corsera, firmata da Simona Ravizza, un cognome che profuma tanto di farmaci. Un sorta di vademecum dei vaccini, “nella testa di chi dice no”, e tanto per spiegarsi meglio “dall’autismo come effetto collaterale ai complotti delle aziende del farmaco, ecco le tesi false e come smentirle”. Pensate che ci sia un qualche contraddittorio? Che venga chiesto il parere di uno scienziato che non la pensa così? Macchè. Il nostro Cicerone è sempre, immancabilmente Burioni che, punto per punto “spiega”, “scandisce”, “rimarca”, “ricorda” “osserva categorico”. Un piccolo sommario spiega la ratio dell’articolo: “Nella testa di chi dice no alle vaccinazioni – ammonisce la fida Ravizza – si rincorrono luoghi comuni e timori infondati. Un conto sono però le proprie paure, un altro le verità scientifiche incontrovertibili. Da conoscere e ricordare. Per fare la cosa giusta. Roberto Burioni, virologo dell’ospedale San Raffaele e autore del libro ‘Il vaccino non è un’opinione‘, smonta le convinzioni che spingono sempre più genitori a non proteggere i propri bimbi”. Capito, genitori ignoranti e incoscienti?

Letizia Gabaglio

Letizia Gabaglio

E la primavera non può inaugurarsi meglio che con le parole di un altro piccolo profeta, mollemente disteso sulla sua Amaca di Repubblica per ammaestrare quel popolo sempre bue e somministrargli pillole di saggezza. Si tratta di Michele Serra, che un tempo faceva ridere, oggi fa solo piangere. Ecco il suo Pensierino del 21 marzo: “La fronda antivaccini, nonostante ogni controdeduzione scientifica e statistica, tiene il punto, con solidi addentellati nel primo o secondo dei partiti italiani, il Movimento Cinque Stelle. Ben al di là della questione in sé (comunque grave per le ripercussioni che le scelte di pochi infliggono a molti), quello che sconforta è l’umore di fondo al quale attecchiscono queste mattane: una diffidenza irriducibile a qualunque ‘verità ufficiale’, scientifica o politica o culturale o altro, nel nome di una specie di insorgenza controculturale molto selfie, autoprodotta e autocondotta. Il mondo visto come una losca trama di caste e consorterie, come una incrostazione di inganni, una frode ininterrotta, alla quale il solo rimedio da opporre è un rifiuto irriducibile, un rancore incolmabile”. Boh. Passiamo a robe più serie, come le sigle & le invenzioni del Mago dei Maghi, Roberto Burioni.

TUTTI GLI ANGELI BENEFICI AL SERVIZIO DELLA SCIENZA

La nostra indagine è partita grazie ad un lettore che ci ha inviato una mail. Eccone il succo: “Roberto Burioni, noto virologo pro vaccini, da mesi presenzia in tv e sui giornali con interviste. Ricordo tra le altre la sua sparata riguardo al ‘ban’ facile nella sua pagina verso chi – secondo lui – non ne capisce di vaccini, poi rivelatasi pura censura. Come accade quando nutro dell’interesse verso un personaggio faccio una ricerca per capire chi sia, se sia in buona fede o meno, se abbia interessi economici o altro. Non si chiede all’oste se il vino è buono. Giusto? Bene, tornando a Burioni si scopre che è proprietario di parecchi anticorpi anche per uso vaccinale, cioè i suoi anticorpi possono essere inseriti nei vaccini e aiutano i nostri anticorpi a reagire alla malattia. Vi posto il link del centro brevetti con tutta la lista di Burioni: http://patents.justia.com/inventor/roberto-burioni

Cerco di non pensar male e continuo la ricerca. Burioni è uno degli scienziati di punta della Pomona Ricerca srl, quindi vado a vedere di cosa si occupa la Pomona sul sito dell’azienda e sulla descrizione si legge: “il loro lavoro (di Burioni e di un altro scienziato, Massimo Clementi) mette Pomona in una posizione leader per la progettazione e lo sviluppo di vaccini innovativi”, sempre nell’ambito degli anticorpi. Qui il link: http://www.pomonaricerca.com

Continua il report del nostro lettore: “Arrivato a questo punto sono rimasto alquanto sorpreso, sono andato sulla sua pagina a chiedere informazioni su questi tre punti: i suoi brevetti; la Pomona; il vaccino obbligatorio per l’Epatite del ’98 grazie ad una tangente. Chiedo, con cortesia, di togliere ogni dubbio riguardo un suo possibile conflitto di interessi. Bene, bloccato seduta stante. Il motto di Burioni è: ‘Il vaccino non è un’opinione’. Già, è una fonte di guadagno?”.

Cerchiamo di vederci più chiaro. Cominciamo dal partner scientifico, Clementi. Il quale affida ad internet un pedigree chilometrico che vanta le docenze come assistente, poi aiuto, quindi associato indi ordinario in virologia e microbiologia da Ancona a Trieste fino all’approdo nell’isola felice del San Raffaele – la creatura di don Luigi Verzè, il grande amico di Silvio Berlusconi – dove trova il collega Burioni.

Insieme, il tandem delle meraviglie, nell’arco d’un decennio, dal 2006 al 2016, ha deposito una sfilza di brevetti. Di eccellenza i committenti, una serie di aziende: la già citata Pomona Ricerca srl, Bracco Imaging spa, Ribovax Biotecnologie SA, Generale Anticorpi e Biotecnologie srl.

In un sito americano, ecco un breve profilo di Pomona: “E’ una compagnia privata che opera nel settore delle biotecnologie e impegnata nello studio, sviluppo e produzione di anticorpi umani monoclonali in grado di combattere varie patologie virali come l’epatite C, i virus influenzali, l’JC virus. Fondata nel 2010, la società ha nel corso degli anni acquisito gli asset e la proprietà intellettuale di diverse piccole compagnie che si occupano di biotecnologie, il tutto basato sulle ricerche di due professori dell’Università San Raffaele. I professori Clementi e Burioni sono considerati tra i ‘key opinion leaders’ (gli esperti ‘chiave’) e gli esperti di maggior livello internazionale. La loro consolidata esperienza consente a Pomona di occupare una posizione leader nel settore. Pomona Ricerca è finanziata da angel investors”, ossia da finanziatori con le ali, come appunto gli angeli.

Diana Bracco

Diana Bracco

Più concreti alla Bracco, la cui lady di ferro, Diana, la star dell’Expo di Milano, ha le sue gatte da pelare alla procura di Milano, che ha chiesto 1 anno e tre mesi per la disinvolta gestione dei bilanci societari, con una serie di milioncini che servivano per mantenere le ville a Capri o in Costa Azzurra, bazzecole per una Paperona come lei, piccole sviste amministrative… . Bracco Imaging spa ha il suo quartier generale a Trieste e – come viene descritto nel sito – “è un’azienda leader globale nella diagnostica per immagini, presente in oltre 90 paesi di tutto il mondo, direttamente o indirettamente attraverso società controllate o joint ventures, con una forte leadership nelle aree geografiche più significative. Le nostre attività di ricerca sono situate in Italia, Stati Uniti e Svizzera”.

E proprio a Ginevra, in Svizzera, si trova la sede principale di Ribovax Biotecnologies Sa, una società anonima localizzata in Avenue des Morgines, all’interno del mega Business Center della incantevole città elvetica.

FRA ALAMBICCHI, PROVETTE & VACCINI DI MAGO BURIONI

Ma passiamo in rapida carrellata, ora, alcune tra le invenzioni più gettonate. Questa la breve introduzione al capitolo “I brevetti dell’inventore Roberto Burioni”. “Roberto Burioni ha depositato brevetti per proteggere le seguenti invenzioni. Questo elenco include domande di brevetto in sospeso, così come i brevetti già concessi dagli Stati Uniti Patent and Trademark Office (USPTO)”.

Partiamo dall’invenzione che porta, come numero progressivo, il 20160200801, “data di archiviazione 29 marzo 2016, data di pubblicazione 14 luglio 2016, richiedente Pomona Ricerca srl”. Ecco il cosiddetto abstract: “Anticorpi monoclonali diretti contro il virus influenzale A” e alla fine dopo un’articolata descrizione: “Gli anticorpi monoclonali possono essere utilizzati anche per testare preparazioni di anticorpi da utilizzare come vaccini”.

Passiamo al numero 20160060325, archiviato l’11 novembre 2015 e pubblicato il 3 marzo 2016. A richiederlo la solita Pomona. Si tratta di una variazione della precedente ricerca, e perciò riguarda sempre il virus influenzale A.

vaccino

Eccoci al numero di brevetto 9200054, sempre Pomona come assegnatario ma stavolta un forte sfalso nelle date: archiviato il 27 maggio 2009, la data finale è quella del 26 gennaio 2016. Sorge spontanea una domanda: come fa ad averlo richiesto, Pomona, se all’epoca ancora non esisteva, visto che è nata nel 2010? Misteri delle bioscienze. Il tema, però, è sempre lo stesso, anche se con qualche piccola variazione: vaccini per il virus influenzale A, un vero pozzo di San Patrizio.

Segue a ruota il numero 9200063, ancora Pomona, date molto lontane, ossia archiviazione a marzo 2009 e brevetto rilasciato il 1 dicembre 2015. Resta quell’interrogativo.

Per non farla lunga, i due scienziati lavorano per Pomona anche con il brevetto 8486406 archiviato il 1 giugno 2010 (e qui con le date ci possiamo stare) e varato a luglio 2013, stavolta riguardante un altro tema: “l’uso di anticorpi monoclonali FAB28 e FAB49 per il trattamento profilattico e terapeutico di influenza A di origine suina”.

Poi con il brevetto 8623363, e ci risiamo con lo sfalso di date, dall’archiviazione del 21 dicembre 2009 (le date non si trovano) e la ratifica del brevetto del 7 gennaio 2014. Ricambia il tema: “La presente invenzione riguarda l’anticorpo monoclonale E20 o un frammento funzionale di esso come un medicamento per il trattamento terapeutico e prevenzione delle infezioni da HCV”.

Ancor più strane le date in occasione del brevetto 8367061. Pomona, of course, non manca mai all’appello, ma l’archiviazione è nientemeno che di inizio 2008 (per la precisione del 29 gennaio 2008) quando Pomona era ancora ben lontana dall’essere concepita, e il brevetto reca la data di febbraio 2013. Poco chiaro l’abstract: “Novel anti-idiotipo sono descritti anticorpi monoclonali che sono in grado di specificamente reagire con l’idiotipo di anticorpi anti-gp120 umani, di inibire il legame tra antigene gp120 e anticorpi anti-gp120 umani” e via farneticando. Boh.

Rientriamo fra i ranghi con il brevetto 20130022608, archiviato a marzo 2011 e pubblicato meno di due anni dopo, gennaio 2013. Tema di nuovo a base di virus influenzale A e in particolare “gli anticorpi monoclonali che sono immunoglobuline lg-G isotopo full-lenght e che sono caratterizzati da una elevata attività neutralizzante ad ampio raggio contro il virus influenzale A”.

Passiamo ai brevetti richiesti a Burioni e Clementi dalla Bracco Imaging spa. Eccoci al numero 20120165211: stavolta non passano anni, anche molti, dall’archiviazione alla pubblicazione, ma solo pochi mesi: 13 gennaio 2012 l’archiviazione e 28 giugno 2012 la pubblicazione. Rapidi come saette. Stavolta, però gli inventori sono 4: accanto ai due, infatti, ritroviamo anche Filippo Canducci e Federico Maisano. Denso l’abstract: “La presente invenzione si riferisce ad anticorpi umane derivate da librerie anticorpali umani preparati dalle placche aterosclerotiche”. Segue una arci arzigogolata descrizione scientifica.

Due anni passano per un altro brevetto, il 20120115741, per la precisione dal 17 marzo 2010 al 10 maggio 2012: “la presente invenzione descrive anticorpi o frammenti di esso in grado di legarsi isolate campioni di placca coronarica e dei processi per la loro produzione utilizzando le cellule ospiti contenenti sequenze di DNA che codificano per gli anticorpi detto di frammenti della stessa”. Poco chiaro a mortali e non, ma andiamo avanti.

Sempre poco più di due anni (settembre 2008-dicembre 2010) per il brevetto 20100316563: “un processo è previsto per la preparazione di anticorpi o loro frammenti utilizzando una cellula ospite procariota contenente sequenze di DNA che codificano per detti anticorpi di loro frammenti, in cui detta sequenza di DNA è derivata da un campione di placca coronarica”.

Un virus

Un virus

Eccoci alla ginevrina Ribovax Biotecnologie Sa. Si tratta delle invenzioni più antiche, praticamente anche oltre una decina d’anni fa. Partiamo dal brevetto 7811973, archiviazione a luglio 2006, pubblicazione quattro anni più tardi, ottobre 2010: “La presente invenzione fornisce nuove tecnologie per la produzione e screening proteine di fusione sulla superficie del fago filamentoso”.

Marzo 2008, giugno 2010 per il brevetto 20100143376: “la presente invenzione fornisce sequenze di anticorpi romanzo che si legano e neutralizzano Rosolia Virus (RUV)”.

Pressochè identico arco temporale (febbraio 2008-marzo 2010) per il numero 20100074906, “la presente invenzione fornisce sequenze di anticorpi che si legano nuovi Varicella Zoster (VZV) e neutralizzare l’infezione VZV”…

Per finire con la Generale Anticorpi e Biotecnologie srl, alla quale il magico tandem d’attacco (ai vaccini) recapita un solo brevetto, il numero 7727529, archiviato a maggio 2008 e ratificato due anni dopo, giugno 2010. “L’invenzione si riferisce ad un anticorpo umano o ai suoi frammenti funzionali, diretto contro la glicopropteina E2 di HCV, in grado di avere una attività neutralizzante in vivo; una composizione per la terapia anti-HCV comprendente una quantità terapeuticamente efficace dell’anticorpo; una composizione per uso topico in gel, creme, pomate e formulazione ovuli; l’uso di anticorpi per la convalida vaccini anti HCV”.

Il vaccino, già, non è un’opinione. Sarà mai – come si chiede il nostro lettore – una fonte di guadagno?

 

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