Randy Schekman contro i brand della scienza

di

Roberta Altobelli

Il Nobel per la medicina invita a boicottare le più famose riviste scientifiche

Un grido di ribellione arriva da Berkeley. Lo ha lanciato il biologo Randy Schekman, che, alla vigilia della cerimonia di consegna delle medaglie per il premio Nobel per la medicina, il 9 dicembre 2013, ha denunciato lo strapotere ingiustificato delle riviste scientifiche. Schekman ha rilasciato la forte dichiarazione contro riviste del calibro di «Science», «Cell» e «Nature», sul giornale inglese «The Guardian»: «Queste riviste curano in maniera eccessiva i propri marchi, con l’obiettivo di vendere più abbonamenti invece che stimolare le linee di ricerca più significative».

Secondo Schekman, premiato insieme a James Rothman e Thomas Südof per aver scoperto i meccanismi di regolazione del traffico di molecole all’interno delle cellule, le maggiori riviste scientifiche si comporterebbero come veri e propri marchi di lusso, selezionando i settori di ricerca più trendy del momento e incoraggiando così i ricercatori a inseguire solo questi.

Il Nobel ribelle, Randy Schekman. Creative Commons

Il Nobel ribelle, Randy Schekman. Creative Commons

Queste riviste fondano il proprio monopolio sul cosiddetto impact factor. Si tratta di un fattore che misura il numero di volte che una pubblicazione viene citata e dovrebbe indicarne, quindi, la qualità. «Ma una pubblicazione può diventare molto citata anche solo perché è accattivante, provocatoria o sbagliata», mette in guardia Schekman.

Questo è un problema, visto che le ricerche pubblicate su «Science», «Cell» e «Nature», veri e propri punto di riferimento per la comunità scientifica, hanno maggiore probabilità di essere citate. Di conseguenza, riuscire a pubblicare su una di esse è in grado di influenzare enormemente la carriera di uno scienziato, portandolo a ottenere finanziamenti e cattedre.

Schekman ha dichiarato che il suo laboratorio non invierà altri lavori alle riviste più importanti, consigliando invece l’utilizzo del cosiddetto open access, ovvero il sistema che permette di accedere in maniera gratuita alle pubblicazioni scientifiche. Egli stesso è editor della rivista open access «eLife», che seleziona i lavori scientifici da pubblicare sulla base di indicatori di qualità e rilevanza della ricerca e non di scelte puramente editoriali o alla moda, senza spese di pubblicazione per l’autore. Schekman ha quindi concluso sostenendo che il boicottaggio delle riviste scientifiche di élite porterà a una «migliore ricerca, che servirà alla scienza e alla società».

«Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato», direbbe Albert Einstein.

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