Nell’articolo precedente:
«I Venditori di Malattie» (documentario di France 2)
con video (in francese)

vi ho segnalato un’inchiesta televisiva "Cash investigation" andata in onda il 27 aprile 2012 su France 2, presentato da Elise Lucet.
Il programma rivela come importanti industrie farmaceutiche lanciano campagne di marketing, con grandi budget, per vantare gli effetti miracolosi di nuove molecole in grado di curare malattie che non esistono. Queste malattie sono semplicemente inventate dai grandi laboratori a partire da malattie o sintomi esistenti.
Dopo aver finanziato gli studi  per dimostrare la presunta "efficacita’" della molecola i laboratori creano un "un nome" preceduto per lo più dal termine "sindrome" (insieme di sintomi). Da quando questo termine viene utilizzato in ambienti medici, abbiamo tutti dimenticato che non indica una malattia ma semplicemente dei sintomi.
E’ un po’ come, ad esempio, quando parliamo di "sindrome dell’aumento della temperatura" quando vogliamo parlare di febbre con mal di testa, dimenticando  di cercarne la causa (infettiva o meno).
Purtroppo e’ quello che ormai siamo sempre più indotti a fare automaticamente … prende una molecola contro la febbre, un’altra contro il mal di testa, bloccando alcuni importanti segnali dell’origine del problema.
I laboratori producono molecole di sintesi, lasciando da parte gli inestimabili tesori della natura, spazzando via l’ancestrale savoirs-faire dei "medici di campagna" e gli altri metodi di cura basati sull’attenta osservazione del corpo, il buon senso, l’attenzione a ciò che il paziente dice, e l’igiene di vita generale. Ci fanno credere che senza di loro, senza le "loro" molecole, non esiste una cura. Ma la verità è ben diversa: questi laboratori corrotti dal denaro non esitano a falsificare o alterare i risultati dei test per nascondere al pubblico i rischi dei gravi effetti collaterali dei loro farmaci.
Questa inchiesta si concentra su gli effetti nefasti di due farmaci:

  • "Acomplia" (un nome pieno di promesse!) molecola attiva Rimonabant della Sanofi contro la "sindrome della ciccia, o metabolica", con gravi effetti psicologici (ansia e psicosi gravi, che possono portare al suicidio).

http://www.blumnico.com/Osteonecrosis.aspx

  • "Fosamax" alendronato sodico, della Merck prescritto come trattamentio contro l’"osteoporosi" (che non è altro che il naturale invecchiamento delle ossa).

L’Associazione Americana di Chirurgia Orale e Maxillofacciale  (AAMOS) è convinta che la multinazionale farmaceutica Merck abbia intenzionalmente sottostimato alcuni gravi effetti collaterali del farmaco Fosamax, utilizzato per la cura dell’osteoporosi. Per questo motivo negli USA la Merck è sotto inchiesta. Gli specialisti si sono accorti che una certa percentuale di pazienti che usa questo farmaco incorre in un processo di distruzione (necrosi) della mandibola, che in inglese è stato definito “Bisphosphonate-Related Osteonecrosis of the Jaw” o  “BRONJ”. Il Dr Mercola (2) fa notare che i bifosfonati fanno parte della stessa classe chimica dei disincrostanti dei lavandino (fosfonati). Sono dei veleni metabolici che praticamente uccidono gli osteoclasti delle nostre ossa.

leggere: Fosamax: un farmaco che ti lascia…a bocca aperta!
e Bifosfonati e osteonecrosi della mandibola

Shirley Bols

La necrosi della mandibola porta alla morte dopo anni di atroci sofferenze … morire di una malattia causata da una medicina che prendeva per guarire un’altra malattia che non esiste!!
Vedere nel video seguente il caso di Shirley Bols che ha vinto  una causa contro la Merc, 8 milioni di dollari, ma e’ morta poco dopo:

Purtoppo Fosamax e’ ancora in commercio,  al contrario di “Acomplia”.

Ma attenzione quest’ultimo e’ ancora in vendita su internet, con altri farmaci pericolosi per la salute, già ritirati dal commercio in tutto il mondo:

MEDICI E MEDICINE “ON LINE”: IL MOUSE AL POSTO DEL DOTTORE? (24/4/2012)
Articolo del prof. Giorgio Drobilla
Altre volte mi sono soffermato sulla pubblicità ingannevole specie per le vendite di farmaci on line, sul rischio di solenni fregature, ma soprattutto sui pericoli che ne derivano. In un recente comunicato stampa di mesi fa l’Istituto svizzero di controllo sugli agenti terapeutici Swissmedic ha rivelato che in ben il 90% di 122 campioni di dimagranti venduti in rete (e bloccati dalla dogana), sono stati scoperti farmaci pericolosi per la salute, già ritirati dal commercio in tutto il mondo.
Tra questi la sibutramina (“Reductil”), proibita per la tossicità cardiovascolare, ma presente in alcuni preparati on line in concentrazione persino tripla rispetto a quella suggerita prima del ritiro. Lo stesso vale per il rimonabant (“Acomplia”), un antifame giudicato pericoloso già nel 2007 da 14 esaminatori su 14. Il farmaco provoca grave psiconevrosi, disturbi del sonno e propensione al suicidio. Altro web-preparato è il Lida Dai Dai Hua, prodotto cinese il cui contenuto illecito in sibutramina e/o caffeina e/o metalli pesanti varia moltissimo da un preparato all’altro. Cosa del resto risaputa: uno studio extra-Swissmedic di anni fa ha rivelato che il panaxoside, principio attivo del ginseng, variava incredibilmente in 23 prodotti (tra O e 7,6 mg per 250 mg di preparato). Drammatico il caso di un dimagrante belga a base di 7-8 ingredienti tra cui l’erba cinese “Aristolochia fangchi” causa di insufficienza e cancro del rene nel 50% dei soggetti trattati (ritirato ma solo 4 anni dopo il riscontro di danni così gravi!). Questi preparati proibiti sono ancora acquistabili in rete senza difficoltà. Ma ora il navigatore può non solo comprare medicinali in rete ma, come sottolinea opportunamente la rivista Dialogo sui Farmaci (DSF), può pure procurarsi “una visita virtuale personalizzata provvedendo solo alla compilazione di un questionario anonimo”. Ci sono insomma dei dottori virtuali in cliniche virtuali (dette “e-clinic”) che in base ai questionari rilevano le condizioni di salute, fanno diagnosi, prescrivono e vendono medicine on line. Queste e-clinic sono di solito consultate per patologie che si commentano da sole, quali calvizie, obesità, influenza, impotenza, eiaculazione precoce, infezioni genitali, contraccezione d’emergenza, disfunzioni sessuali femminili. DSF avverte che la legge sulla vendita di farmaci on line è molto eterogenea in Europa: autorizzata in Germania, Regno unito e Olanda, è considerata “importazione illegale” in Italia, dove può essere consentita solo per situazioni speciali, previa autorizzazione del Ministero della salute. Circa le visite mediche on line, invece, e conseguente prescrizione, non c’è per ora regolamentazione alcuna. Il buon senso, però, non ce lo proibisce nessuno e dovrebbe bastare.

link:
http://www.giorgiodobrilla.it/?m=201204