di

Massimo Mazzucco

 

Gli americani dicono "Be careful what you wish for".
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Prima ancora di essere una grande vittoria per il Movimento 5 Stelle, quella delle recenti elezioni è stata una vittoria della Rete.
È infatti impossibile ignorare come la linea che fa da spartiacque oggi in Parlamento fra il "vecchio" e il "nuovo" sia la stessa linea di demarcazione che separa chi segue i media tradizionali da chi invece si informa tramite Internet.
Questa forte linea di demarcazione, che attraversa la popolazione italiana in linea orizzontale, aveva già iniziato ad evidenziarsi negli anni post 11 settembre. Chi seguiva la rete sapeva, chi continuava a guardare la televisione era rimasto fermo al palo della versione ufficiale.
Nel corso degli anni, la polarizzazione è aumentata in maniera esponenziale, e la frattura si è fatta ormai insanabile. "Si chiama digital divide – abbiamo scritto in passato – e significa barriera digitale. Con questo termine si intende la linea ideale di demarcazione che separa le persone che accedono regolarmente all’informazione in rete (informazione "digitale", appunto) da quelle che non lo fanno."
Oggi questo digital divide ha dato i primi risultati concreti. Chi conosce Grillo tramite la rete, …
… ed ha potuto seguire i suoi comizi in streaming, era costantemente informato sui progressi fatti dal Movimento 5 Stelle, e dai primi risultati positivi ottenuti in Sicilia. Chi leggeva i giornali e guardava la TV si sentiva dire che Grillo è solo un arruffapopoli, un piccolo dittatore, e chi più ne ha più ne metta, ed ha continuato a votare in modo tradizionale. (*)
La cosa divertente è che ora i media mainstream cercheranno di collegare Grillo alla "ingovernabilità" in modo diretto ed esclusivo, come se "fosse colpa sua" che il paese non è più governabile.
In un certo senso, questo è verissimo: il paese non sarà più "governabile" come lo era una volta, ovvero tramite inciuci, inganni, furti, menzogne, collusioni, ipocrisie e false promesse.
Ma era proprio questo lo scopo che si poneva il Movimento 5 Stelle. Fermare prima di tutto la corruzione ed il degrado del sistema. E quindi, nuovamente, quello che dall’altra parte verrà considerato un "problema", da questa parte può essere considerato un notevole successo.
La strada è lunga, e sarà piena di ostacoli imprevisti. Non si può scardinare in 20 minuti un sistema che ci ha messo trent’anni a cristallizzarsi e ad arroccarsi in difesa di se stesso. Lo dimostra il fatto stesso che una grande quantità di persone abbia continuato a votare gli stessi partiti che hanno portato il paese alla rovina. Ci vorrà probabilmente un intero ricambio generazionale, prima di vedere un paese che sia realmente "governabile", in modo onesto e trasparente.
Ma ormai la porta è stata sfondata, la strada è aperta, e indietro non sarà più possibile tornare.

* Stiamo parlando dei grandi numeri, ovviamente. È chiaro che ci saranno moltissime persone che non ricadono in questo tipo di categorizzazione.

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