Il Bildeberger Letta ha promesso la fine dell’austerity ma nello stesso ha aumentato le tasse per oltre 2 miliardi di euro su un’economia reale già in agonia. O è un dissociato mentale o è il solito politicante. Di certo, questo “modus tassandi” stritola l’economia e consegna l’Italia all’abbraccio mortale del MES, il trattato firmato durante il governo Monti (un altro Bildeberger) che consente a un istituto sovranazionale di controllare le nazione in cambio di un prestito. Tale potere dispositivo del MES sulla politica economica degli Stati debitori avviene al di fuori di ogni controllo democratico e non è soggetto a nessun tribunale poichè gode dell’immunità giudiziaria (ovvero dell’impunità assoluta). Il vero scopo dell’austerity non è il risanamento dei conti pubblici (l’aumento dell’IVA al 23% ha prodotto meno entrate per il fisco) perchè diminuendo il potere d’acquisto delle famiglie, la produzione agricola e industriale si contrae generando licenziamenti, povertà e scarsi rendimenti per lo stato. Il vero scopo dell’austerity è il fallimento degli stati perchè gli architetti della globalizzazione (l’elite finanziaria internazionale che ha creato il Bildeberg e manovra le sue marionette) vogliono appropriarsi dei loro beni pubblici, gli unici che fino ad ora erano stati esclusi dal mercato e dal controllo privato.  Il popolo farà in tempo ad accorgersene prima che anche l’acqua pubblica finisca all’asta dei poteri forti?  

segue l’articolo di Raffaello Binelli:

 

Da Palazzo Madama via libera definitivo alla manovra varata dal Governo: i sì sono stati 167, i no 110. Dalle tasse che aumentano al lavoro che non c’è, quello di Letta è il Governo degli impegni non rispettati. Matteoli (Fi): “Letta è come Houdini, prova a illudere gli italiani”. Romani (Fi): “Prende in giro tutti”

 

L’aula del Senato ha detto sì alla fiducia posta dal Governo sulla legge di Stabilità con 167 voti favorevoli. Sono stati 110 i voti contrari (Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Sinistra Ecologia e Libertà e Lega).

via libera anche al ddl bilancio, con 158 voti favorevoli, un voto contrario e un astenuto. L’opposizione al momento delle votazioni ha lasciato l’assemblea.

Con il sì del Senato in terza lettura, la manovra economica per il 2014 (che comprende il ddl stabilità e il ddl bilancio) diventa legge.

Dopo tante chiacchiere il governo rifila un panettone decisamente amaro agli italiani. Fatto soprattutto di tasse, tagli alla spesa sulla carta e promesse, tante promesse per il futuro (vedi l’abolizione delle province e la nuova spending review). Intanto la seconda rata dell’Imu è scattata e il governo non è riuscito a evitare l’aumento dell’Iva. Ma torniamo alle tasse: aumenteranno di 2,1 miliardi. E’ questo il saldo previsto dalla Legge di Stabilità, tra entrate che vengono aumentate (8,2 miliardi) e quelle che, invece, vengono tagliate (6,1 miliardi). Complessivamente la manovra vale 14,7 miliardi nel 2014, di cui 12,2 miliardi di coperture e circa 2,5 miliardi di interventi a deficit. Il provvedimento determina il prossimo anno un aumento netto delle entrate, quindi del prelievo fiscale e contributivo, pari a 2,1 miliardi nel 2014, a circa 600 milioni nel 2015 e a 1,9 miliardi nel 2016. Le misure sulla casa invece dovrebbero comportare parità di gettito, con un peso equivalente Imu-Tasi pari a oltre 3,7 miliardi. E pensare che il governo era nato per ridurre la pressione fiscale e “non far pagare i soliti noti”.

Quella varata dal Governo e ratificata dal Parlamento appare una manovra sbilanciata: il 67% delle coperture per il 2014 viene da maggiori entrate, per scendere al 59% nel 2015 e nel 2016. Il prelievo fiscale e contributivo aumenta: come dicevamo di 2,1 miliardi nel 2014, di 600 milioni nel 2015 e di 1,9 miliardi nel 2016. A fornire i calcoli definitivi, dopo l’iter parlamentare, è stato il relatore Giorgio Santini (Pd), nel suo intervento in aula a Palazzo Madama. Bontà sua il relatore parla in termini positivi della manovra, dicendo che “indubitabilmente con questa legge di stabilità si avvia in Italia, dopo molti anni, una riduzione della pressione fiscale”. Poi però si fa subito l’esame di coscienza e ammette: “Lo si fa non nella misura che si poteva auspicare e che servirebbe a colmare il grave disagio che vivono le famiglie, le comunità e le imprese”.

“Non so se preso dal clima natalizio, che gli ha dato una spinta all’eccessivo ottimismo, o se diventato per due ore un novello Houdini, Letta oggi ha provato a illudere gli italiani. Ha dipinto il 2014 come l’anno della ripresa, della crescita, dei posti di lavoro, delle riforme, della diminuzione delle tasse, della ritrovata concordia nazionale”. Lo dichiaraAltero Matteoli (Fi-Pdl). “Molte di queste mirabolanti realizzazioni -aggiunge- si dovrebbero attuare addirittura tra gennaio e febbraio, durante i quali si discuterà di legge elettorale, di riforme costituzionali, di Bossi-Fini, del mercato del lavoro, di delega fiscale e chi ne ha più ne metta. Auguri Presidente! Purtroppo per gli italiani – conclude il senatore – la realtà è ben diversa. Se poi il governo, anche a gennaio proseguirà con l’improntitudine che ha caratterizzato l’approvazione della Legge di Stabilità, del decreto salva Roma, solo per fare due esempi significativi, la sua fine è scontata”.

“Il disegno di legge di stabilità – dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani – è il provvedimento che per primo ci ha convinti a non concedere la fiducia al governo e che conferma tutte le buone ragioni che avevamo per lasciare questa maggioranza: nessuna strategia, nessuna scelta di sviluppo, nessun coraggio. Soldi distribuiti a pioggia agli amici e agli amici degli amici, come una qualsiasi legge finanziaria della prima Repubblica. Si tratta -continua- di un disegno di legge che prende in giro gli italiani su punti fondamentali, come la riduzione del cuneo fiscale. Sapete, signori ministri, quanto rimarrà per il taglio del cuneo fiscale? Non credo, ho l’impressione che non lo sappiate. Una legge che prende in giro gli italiani sulle tasse della casa: avete sostituito l’Imu con altre imposte non meno gravose, ma ancora più confuse, così da aggravare l’incertezza e la paura di chi ha investito nella casa i risparmi di una vita”.

Fonte: Il Giornale

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