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DI

MARCELLO FOA

 

Molti di voi in queste ore mi scrivono per complimentarsi per le analisi sulle elezioni americane, soprattutto per il fatto che il sottoscritto è stato uno dei pochissimi – a volte l’unico – a segnalare la rimonta di Trump e a non credere fino all’ultimo alla vittoria di Hillary.

Vi ringrazio, ho fatto semplicemente il mio dovere di giornalista e di osservatore di una realtà che conosco molto bene, quella americana.

A caldo a questa mattina ho pubblicato due brevi video in cui commento il risultato delle elezioni. In questo spiego perché il risultato  non è sorpresa, e in quest’altro  inizio a chiedermi che presidente sarà Trump.

Ancora una volta vado controcorrente: non mi unisco al coro dei pessimisti. Otto anni fa tutti si esaltavano per Obama e sappiamo com’è andata a finire, oggi tutti temono un’America irresponsabile ed estremista.

Ascoltate il discorso della vittoria: è già un altro Trump. Un Trump che abbandona i toni accesi e cerca il consenso, la moderazione, invita all’unità. Io ho l’impressione che sarà un presidente molto pragmatico, sia in politica estera sia riguardo le fra di scelte economiche.

Fuori di metafora: la politica aggressiva e irresponsabile dei neoconservatori, e condivisa al 100% da Hillary, è stata disastrosa e rischiava di portarci a uno scontro frontale con la Russia di Putin. Trump ha già annunciato un cambiamento di rotta che è positivo , innanzitutto per noi europei che abbiamo bisogno di andare d’accordo con Mosca.

Ma anche in economia può riservare molte sorprese. E’ chiaro che le dinamiche innescate dalla globalizzazione vanno in qualche maniera corrette perché stanno portando all’impoverimento della classe media dei Paesi occidentali, generando disperazione e sfiducia. Occorre ristabilire un patto sociale tra le élite e il popolo, occorre dar prova di intraprendenza e di vero riformismo economico.

Trump ha l’occasione di dimostrare che i pregiudizi  nei suoi confronti sono ingiusti – o perlomeno per il momento prematuri – come lo furono nei confronti di Ronald Reagan, che per anni fu descritto come un attore fallito e un cow-boy da strapazzo. Io dico: aspettiamo prima di giudicarlo. Potrebbe sorprenderci molto positivamente.

 

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