Di

Viviana Frigerio

App Immuni: c’è chi dice no, la mia vita non te la do. Altri si rassicurano con “le garanzie” di chi dice che finito il Covid 19 tutto verrà cancellato

App Immuni

L’App Immuni, un’applicazione ci può salvare la vita

Sarà dunque l’ App Immuni a renderci liberi? Basterà scaricare “Immuni” sul cellulare per tornare ad essere persone libere? Wow! Corro a scaricarla! Eppure qualcuno, i soliti teorici dei diritti, si preoccupa. E ti pareva. Si scagliano contro il terribile pericolo del “Grande fratello” che saprà tutto di noi, quello che facciamo, dove andiamo, con chi ci andiamo, chi incontriamo, dove lo incontriamo. Ci avvertono che la nostra privacy sarà costantemente violata!

Abbiamo già ceduto la nostra privacy. Perché tante cautele sull’App Immuni?

Ma, a pensarci bene, questa preziosissima privacy, che dovremmo difendere con i denti, la regaliamo da anni e ogni giorno, senza pensarci un attimo. Riccardo III gridò: “Il mio regno per un cavallo!”, noi ci accontentiamo di molto meno, la mia privacy per un qualsiasi gioco, un contapassi o per qualche altra accattivante, quanto inutile, applicazione. Nessuno può fingere di non sapere che Google, Apple o Facebook sanno tutto di noi. Ovviamente con tutte le formali garanzie di legge per la tutela della nostra privacy. Per accedere a qualunque informazione che la rete ci offre, ogni volta che cambiamo pagina o sito, dobbiamo cliccare su quell’ “ACCETTO” che significa che sul nostro PC si aggiungerà qualche altra “cimice”. Oggi li chiamano, ironia del web, “cookies”, biscottini, che noi accettiamo, come i bambini accettano le caramelle dagli sconosciuti e che registreranno le nostre voci, parole, immagini, desideri. Un consenso che tuttavia diamo senza esitazione, anzi, infastiditi dalla perdita di tempo di leggere di quella teorica tutela che vorrebbe rassicurarci. Tanto, biscottino più biscottino meno, al massimo ci capiterà di essere perseguitati da proposte d’acquisto, comunque conformi ai nostri insaziabili desideri, che gli abbiamo, più o meno coscientemente, rivelato.

Perché questa App Immuni preoccupa tanto?

Ma allora, perché preoccuparsi tanto proprio ora che la nostra privacy dovremmo cederla non per un gioco, ma per una applicazione che potrà farci tornare liberi, uscendo dall’incubo della clausura? Semplice, perché le App che hanno a che fare con la nostra salute, che conoscono i “virus” che girano nel nostro corpo – e nella nostra mente – possono trasportarci dentro un vero incubo. Una App come “Immuni” può dichiararti malato, anche se sei sano. Per “il tuo bene” possono decidere quello che è meglio per te. La tutela della salute è un diritto primario e al verificarsi di determinate circostanze può consentire di prevaricare qualunque principio, persino la nostra bellissima Costituzione, con tutti i suoi indiscutibili diritti di libertà.Se necessario, possono venire a prenderti per “guarirti”. E possono venire a prendere anche i tuoi amici, quelli che la pensano come te, quelli contagiati…. Ma da quale malattia?

Quando è giustificata la limitazione della libertà?

Vi sembra uno scenario di fantapolitica? L’ennesimo complottismo paranoico? Chissà. Costituzionalisti e uomini di legge, che hanno assistito alla trasformazione di buone intenzioni in gravi ingiustizie, ci invitano a riflettere e a mantenere quanto meno l’allerta, quella che ai tempi di Berlinguer si sarebbe chiamata la “vigilanza democratica”. Certo, mai esagerare. E finora non l’abbiamo fatto. Ci siamo attenuti scrupolosamente alle regole. Se ci pensate, per decidere il lockdown, che ha indiscutibilmente limitato la nostra libertà individuale e messo a rischio la nostra sopravvivenza economica e dell’intero Paese, è bastata un’ordinanza del Presidente del Consiglio. L’urgenza di tutelarci nell’emergenza, non solo giustificava la scelta, ma la legittimava pienamente.

Meglio non fare finta di nulla

Più di trent’anni fa, Primo Levi, alla domanda di Biagi su come nascono i lager, rispose: “Facendo finta di nulla”. Il male nasce proprio così, facendo finta di nulla. Facendo finta di nulla nascono le discriminazioni, le organizzazioni che le impongono e gli strumenti per attuarle. Facendo finta di nulla nascono quei lager virtuali nei quali ci troviamo circondati da gente armata di calunnia e di odio. Alcuni di essi, come i “troll”, sono voluti e premeditati, altri sono succubi inconsapevoli della propaganda. Un esercito, ben organizzato per colpire ovunque ci sia un punto di vista diverso e per ridicolizzare chi non la pensa come chi comanda.

Le forze invisibili che ci condizionano

Ma attenzione, chi comanda non è chi governa. E’ qualcosa, è difficile dire qualcuno, di molto più grande, come il potere tentacolare dell’economia globale. Ma anche qualcosa di molto più piccolo, come il nostro “Io” più pigro, a volte vigliacco e tendenzialmente incline a scegliere percorsi comodi, in discesa e senza quegli ostacoli che ci costringerebbero a prendere posizione. Basta fare finta di nulla.

Esiste un veleno accettabile?

Piccole dosi di “veleno”, rinunciando alla nostra libertà quotidiana, a vedere i nostri cari, al nostro lavoro, le abbiamo già ingerite senza discutere, ma quale è la soglia da non superare per evitare che questo veleno diventi letale? Se accettare “Immuni” fosse l’unica scelta per sfuggire al nemico Covid 19, sarebbe una scelta inevitabile, come quando il lupo è pronto a recidersi la zampa rimasta nella tagliola del bracconiere pur di salvarsi la vita. Ma serve davvero rinunciare a un diritto così delicato e così fondamentale rischiando conseguenze così imprevedibili e potenzialmente pericolose? Serve davvero fare finta di nulla e affidarsi senza discutere? Serve davvero superare quella soglia che ci butta senza paracadute su scenari sconosciuti?

C’è chi dice no alla App Immuni

C’è chi dice no, la mia vita non te la do. Altri si rassicurano con “le garanzie” di chi dice che finito il Covid 19 tutto verrà cancellato. Ma garanzie di chi? Se ci presentassimo in banca offrendo quelle “garanzie”, ci manderebbero a casa con una pacca sulla spalla e una gran risata.

 

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