In Germania, durante la pandemia, gli oppositori dei lockdown sono morti improvvisamente. Cose che capitano….
Thoma Oppermann ex vice-presidente del parlamento tedesco
Nuovi indizi sulla morte nel 2020 del politico dell’SPD e critico del lockdown Thomas Oppermann / Wolfgang Wodarg: “Sembra che sia stato avvelenato” / Il pubblico ministero non ha indagato.
In un’intervista pubblicata sul magazine tedesco “Multipolar” lunedì (19 agosto), il politico di lunga data dell’SPD Wolfgang Wodarg ha fornito dettagli precedentemente sconosciuti sulla morte improvvisa dell’allora vicepresidente del Bundestag Thomas Oppermann (appena 66 enne) avvenuta il 25 ottobre 2020. Wodarg ha riferito che “Oppermann pochi minuti prima di una intervista dal vivo su ZDF, gli venne offerto un caffè e subito dopo crollò in terra morto. Non intervenne la polizia e la causa della morte non è stata indagata in modo particolarmente approfondito”, ha dichiarato l’ex collega del gruppo parlamentare. La sua conclusione: “Mi sembra che sia stato avvelenato prima dello spettacolo. La procura avrebbe dovuto agire, ma “non lo ha fatto”, ha sottolineato Wodarg. Multipolar ha potuto confermare questa informazione parlando con la persona con cui si è confidata il testimone oculare.
Nei giorni precedenti la sua morte, Oppermann si era opposto con veemenza a un altro lockdown, poi annunciato il 2 novembre. In ottobre aveva detto allo SPIEGEL che “si aspettava ulteriori decisioni dei tribunali per l’abrogazione delle misure anti- Coronavirus”. ” Aveva criticato le discussioni “a porte chiuse in Cancelleria” e aveva chiesto “un dibattito generale aperto al Bundestag” pochi giorni prima della sua morte. “Non esiste una maggioranza per imporre un lockdown generico”, affermò il politico, che fino al 2017 è stato anche presidente del gruppo parlamentare SPD. Solo il Bundestag può “garantire la necessaria accettazione delle misure necessarie attraverso un dibattito aperto e un’attenta considerazione”. In un’altra intervista, Oppermann aveva ribadito: “Abbiamo bisogno di un dibattito sull’esatta autorizzazione legale dell’esecutivo”. Questa è “una questione di Stato di diritto”.
La sua morte è avvenuta pochi minuti prima che potesse spiegare i suoi pensieri e le sue richieste davanti a un pubblico di milioni di persone come ospite dell’intervista al programma della ZDF “Berlin Direkt”. Il discorso di Oppermann doveva essere trasmesso in diretta dall’Istituto Max Planck di Gottinga. Il capo dello staff della ZDF, Theo Koll, ha ricordato che “nella discussione preliminare sulla prevista trasmissione tutti lo avevano visto, come sempre, professionale e rilassato. Il giornalista Hans-Jörg Vehlewald, che ha detto di averlo conosciuto per oltre 20 anni, ha sottolineato che nessuno nell’ambiente di Oppermann era a conoscenza di alcuna malattia precedente.
Wodarg, che per primo rivelò i dettagli della morte a Multipolar, ammise di essere stato “molto scioccato” in quel momento. Egli ritiene che i responsabili dell’emergenza sanitaria avevano molta paura” che politici come Oppermann “interrompessero le azioni pianificate. Nell’autunno 2020 si verificò un’ondata di azioni legali contro il secondo lockdown e anche il capo dell’Associazione federale delle medie imprese, Mario Ohoven, nell’ottobre 2020 aveva messo in guardia il governo federale: “il nuovo lockdown previsto sarebbe un colpo mortale per l’economia se il governo federale dovesse decidere di paralizzare nuovamente la vita pubblica” e si riservava il diritto di intraprendere azioni legali. Oppermann non credeva che un altro lockdown sarebbe stato ammissibile davanti alla Corte costituzionale federale”, disse all’epoca Ohoven. Pertanto si chiedeva se non fosse legittimo, ma addirittura necessario domandarsi se le misure liberticide erano proporzionate in senso giuridico e quindi conformi alla Costituzione”.
Due giorni dopo questa dichiarazione, il 31 ottobre 2020, è morto anche Ohoven. Si è schiantato con la sua auto contro un ponte autostradale. Secondo quanto riportato dai media, “stava guidando la sua Bentley sulla corsia di sinistra della A44 quando ha perso il controllo del veicolo per ragioni ancora poco chiare”. Anche su questo caso la Procura tedesca non ha indagato.
Fonte: “Multipolar”
https://www.multipolar-magazin.de/meldungen/0089