In questi giorni di accesi dibattiti in merito alla catastrofe finanziaria attualmente in atto, ho trovato semplicemente stupefacente la capacità dei vari giornalisti, commentatori, analisti economici che imperversano nelle reti televisive e nei giornali, di evitare accuratamente di andare alla radice del problema e di menzionare uno degli aspetti più importanti dell’impalcatura economica che ha infine determinato questa crisi: il fatto che le principali banche centrali del pianeta (Federal Reserve, Banca d’Inghilterra, Banca d’Italia, Banca Europea, etc.) che emettono la moneta vendendola ai rispettivi stati di appartenenza al suo valore nominale (più un interesse, il famoso “tasso di sconto”) sono di fatto enti privati, posseduti e gestiti da privati. In altre parole, costoro stampano banconote che non hanno alcun valore al di fuori del loro semplice costo tipografico (perlomeno sino agli anni ’70 erano coperte dal loro corrispettivo in oro o argento) che poi rivendono allo stato (cioè noi) al loro valore nominale, creando e alimentando la voragine senza fondo del tristemente noto “debito pubblico” che viene ripagato con le nostre tasse, senza peraltro alcuna speranza che venga mai estinto, e deviando immense risorse che potrebbero invece essere devolute alla sanità, alle infrastrutture, ai trasporti, all’assistenza sociale, etc.
Poi c’è la questione delle banche, che creano letteralmente “denaro dal nulla” prestando soldi che non hanno effettivamente in deposito ma sui quali ricavano interessi reali e cospicui. Non entrerò ulteriormente nel merito, dato che l’argomento non è di mia competenza e che altri giornalisti e autori ben più preparati di me (Maurizio Blondet, Marco Della Luna, Nino Galloni, Eugenio Benetazzo, etc.) lo hanno esaurientemente sviscerato, ma ci tenevo a puntualizzare l’assordante silenzio che circonda queste tematiche, anche e soprattutto da parte di certi noti personaggi che si presentano e vengono percepiti dal grande pubblico come paladini della verità, della giustizia e della corretta informazione.
Ho cercato in giro qualche autorevole commento “fuori dal coro” su quanto sta accadendo, e qualcosa ho trovato. Secondo l’eminente economista F. William Engdahl, l’attuale crisi economica non è un incidente o un caso: è stata attentamente pianificata allo scopo di “plasmare il futuro del sistema bancario globale” tramite la “distruzione creativa”; panico suscitato da una ben progettata “strategia a lungo termine” per cambiare il “volto del sistema bancario europeo”, con alla base l’idea di “creare tre giganteschi colossi finanziari globali – Citigroup, JP Morgan Chase e Goldman Sachs” cui si aggiungerebbe la Bank of America, che poi userebbero il loro potere per “saccheggiare le banche europee”, anche a costo di distruggere le economie mondiali per poi rivitalizzarle e “portare avanti i loro piani negli anni a venire” allo scopo di dominare la finanza mondiale e incrementare l’egemonia statunitense in questo secolo. Engdahl definisce questo schema “una lotta per la sopravvivenza del Secolo Americano”, ma sottolinea che le nazioni europee hanno le proprie idee al riguardo, e la partita è tutt’altro che chiusa.

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Pur col massimo rispetto per Engdahl, ritengo quanto osservato in questi giorni assai più pertinente al classico schema più volte delineato dal controverso ma indubbiamente preveggente David Icke: Problema – Reazione – Soluzione. Il collasso bancario è stato pianificato per creare il “problema” che può portare alla “soluzione” – una massiccia centralizzazione di potere nel sistema bancario, privato e governativo, entrambi gestiti e controllati dallo stesso gruppo di famiglie, che porterà alla creazione di una “Banca Centrale Mondiale”, l’ente che l’Élite vuole imporre per controllare l’intero sistema finanziario globale. Non è un caso che proprio in questi giorni, da più parti, si levino voci a favore dell’allestimento di una nuova struttura sovranazionale di controllo del sistema bancario mondiale allo scopo di “risolvere il problema” del caos finanziario e “garantire che non accada mai più”. Icke approfondisce questa analisi includendo l’importante ruolo che la Cina si è preparata per anni a ricoprire quando sarebbe giunto il momento, e tutti gli indicatori mostrano che tale momento è arrivato. Svilupperò questo argomento in un prossimo intervento.

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In Austria ha destato grande commozione la morte di Joerg Haider, il controverso governatore della Carinzia, avvenuta la mattina del giorno 11 ottobre 2008 a causa di uno strano incidente automobilistico. Una coincidenza interessante, se comprovata, emerge da un commento pubblicato su Edule 2.0 , secondo il quale l’evento si sarebbe verificato alle ore 1.11. “Si fa presto a mettere in fila sei volte il numero uno in quanto l’ora 1.11 e la data 11/10 (che diventa uno perchè lo zero in quanto tale non si considera) e 2008 2 + 8 = 10 quindi ancora 1, danno come risultato 1 1 1 1 1 1.” In altre parole, si tratterebbe di una vera e propria firma.

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È cosa certa che qualcuno aveva tutto l’interesse a togliere di mezzo un personaggio così scomodo, un politico brillante e di grande carisma che avrebbe in futuro potuto addirittura ambire alla cancelleria austriaca, e con ottime possibilità.
L’incidente è avvenuto mentre Haider guidava verso casa, a Feistritz/Rosental, proveniente da Klagenfurt: mentre sorpassava un’altra auto presso il villaggio di Lambichel, la sua VW-Phaeton ha sterzato bruscamente verso destra uscendo di strada, schiantandosi in un giardino e ribaltandosi. La donna nell’auto dietro di lui si è fermata immediatamente per chiamare l’ambulanza, ma pare abbia avuto “problemi” a telefonare (elemento riportato nei primi resoconti ma scomparso in quelli successivi). Haider aveva subito gravi ferite alla testa e al petto ed è poi deceduto in ospedale. Un aspetto interessante è che mentre inizialmente era stato categoricamente escluso che Haider potesse essere alticcio (pare avesse bevuto soltanto un calice di champagne durante un brindisi), ieri è stato dichiarato che il tasso alcolico nel suo sangue era di 1,8 e cioè tre volte quello consentito. Questo mi ricorda molto il caso di Henry Paul, l’autista che guidava l’auto di Diana Spencer la notte in cui morì. Chi ha seguito la vicenda nei dettagli sa a cosa mi riferisco…
Passando ad altro, in Israele ha destato grande scalpore un saggio di Shlomo Sand, professore di storia specializzato in quella europea presso l’università di Tel-Aviv, che documentando la sua tesi con riscontri storici e archeologici sostiene che l’idea di una nazione ebraica è un mito inventato oltre un secolo fa per giustificare la creazione di un focolare ebraico e quindi la fondazione dello stato di Israele. Come se non bastasse, afferma che gli Ebrei non furono mai esiliati dalla Terra Santa, che la maggior parte degli Ebrei odierni non ha alcun legame storico col territorio chiamato Israele e che l’unica soluzione al conflitto che li contrappone ai Palestinesi è l’abolizione dello stato ebraico. Con grande sorpresa dell’autore, When and How Was the Jewish People Invented? è diventato un best-seller in Israele, l’edizione francese è alla terza ristampa e sono già in programma edizioni in inglese e in arabo. Curioso, per un’opera che mette in discussione i miti fondanti dello stato israeliano…
L’argomento principale di Sand è che poco più di un secolo fa gli Ebrei si consideravano tali soltanto perché condividevano la medesima religione; all’inizio del XX secolo i Sionisti misero in discussione questo concetto e iniziarono a creare una storia nazionale inventando di sana pianta l’idea che gli Ebrei esistessero come popolo indipendentemente dalla loro religione.
Per concludere, eccovi alcune immagini delle sculture che dal prossimo anno daranno il benvenuto in Gran Bretagna ai passeggeri in transito al terminal ferroviario Eurostar di St Pancras International. Verranno realizzate in bronzo, ma in molti si domandano se si tratti effettivamente di arte moderna o di cattivo gusto…

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Secondo me dietro questo bizzarro allestimento c’è ben altro che del semplice cattivo gusto: ma di questo mi occuperò in un’altra occasione, quando la metterò a confronto con un’installazione che, per certi versi, ha molte analogie con questa. Siete mai atterrati di recente all’aeroporto di Denver in Colorado, USA?

di Tom Bosco

Fonte: http://www.nexusedizioni.it/apri/La-Campana-dello-zio-Tom/Ultimi-articoli/ALTRO-GIRO-ALTRA-CORSA/