di Marco Pizzuti 

 

In televisione e sui giornali sentiamo spesso parlare di "memoria storica", un proclama a cui segue sempre inesorabilmente la strumentalizzazione mediatica del nostro passato secondo interpretazioni "politicamente corrette" dei fatti. Ma quando si tratta invece di ricordare al popolo quali siano le vere ombre che aleggiano dietro gli altari della repubblica, ecco improvvisamente tacere tutti i grandi media e le segreterie di partito. In tali occasioni, tutti i riflettori dei media e dei dibattiti politici vengono dirottati altrove, perchè?

Semplicemente perchè la massoneria come noto è trasversale, ha i suoi uomini nel centro sinistra e nel centro destra per difendere gli interessi dei poteri forti che in cambio assicurano loro privilegi e posizioni di comando. Meglio quindi non ricordare al popolo i veri fatti scomodi che la dicono lunga su chi lo governa. E’ così infatti che personaggi come Silvio Berlusconi, Maurizio Costanzo, Andreotti etc., hanno raggiunto i vertici della notorietà e del potere nei rispettivi campi di competenza. E’ tutto scritto nella relazione conclusiva della Commissione Anselmi; In cambio dei loro servizi al programma massonico, i venerabili confratelli della loggia P2 avrebbero ottenuto tutto ciò che volevano.  E così è stato.

Gli unici che sembrano non soffrire affatto di memoria corta, non sono gli strapagati giornalisti dei grandi canali "d’informazione" ma gli squattrinati idealisti della controinformazione che cercano di rimettere la verità al suo posto strillando "dal basso" delle "tribune popolari" sorte in rete. Ecco quindi esposta la ragione per cui l’intervista fatta da Concita De Gregorio a Licio Gelli su Repubblica del 28 Settembre 2003 è stata autorevolmente esclusa dall’inventario della c.d. memoria storica ufficiale. Nessuno ad esempio sembra volersi prendere la briga di ricordare alla nazione che il programma di Berlusconi per sottoporre la magistratura sotto il controllo dell’esecutivo era una idea del venerabile Licio almeno quanto tutti gli altri punti del suo progetto politico. La massoneria infatti non ha mai gradito giudici troppo indipendenti e se la riforma fosse stata fatta prima non ci sarebbe mai stato nessun caso giudiziario sulla Loggia P2. La vicenda in questione  continua così a segnare profondamente la storia della nostra "Repubblica" dove gli uomini della suddetta Loggia invece di finire tra le sbarre di una prigione come dovrebbero, occupano tutte le poltrone più alte del potere con Silvio Berlusconi primo ministro e Licio Gelli addirittura star televisiva del programma "Venerabile Italia". E tutto ciò accade nel bel mezzo di una vergognosa campagna del silenzio messa in atto in questi giorni dai giornalisti di regime che tacendo acconsentono che avvenga l’ennesimo scandalo da Repubblica delle Banane. Solo un timido trafiletto comparso qua e là su qualche quotidiano giusto per salvare la faccia e lasciare così credere nello stesso tempo ai lettori che se il fatto merita poca attenzione significa implicitamente che è di scarsa importanza.