di Alex Buaiscia

 

Non c’è dubbio, lo reclamano e lo otterrano. Più soldi per recuperare il credito “perduto”. Non bastano i 350 miliardi di dollari sbloccati finora, tutti lo sanno e si affrettano per sbloccare la seconda tranche dei 700 miliardi approvati dal Congresso USA.

Soldi che verranno fuori dalle tasche dei contribuenti. Ma non c’è altra scelta, e non è tutto. Il direttore della Federal Reserve, Bernanke, ha pubblicamente dicharato che il famoso “bailout” necessita di una aggiuntiva iniezione di liquidità di centinaia di miliardi di dollari verso le banche e istituti finanziari, che hanno già ricevuto i soldi federali  e hanno causato, in primo luogo, gran parte della crisi del credito.

Non c’è dubbio, lo reclamano e lo otterrano. Più soldi per recuperare il credito “perduto”. Non bastano i 350 miliardi di dollari sbloccati finora, tutti lo sanno e si affrettano per sbloccare la seconda tranche dei 700 miliardi approvati dal Congresso USA.

Soldi che verranno fuori dalle tasche dei contribuenti. Ma non c’è altra scelta, e non è tutto. Il direttore della Federal Reserve, Bernanke, ha pubblicamente dicharato che il famoso “bailout” necessita di una aggiuntiva iniezione di liquidità di centinaia di miliardi di dollari verso le banche e istituti finanziari, che hanno già ricevuto i soldi federali  e hanno causato, in primo luogo, gran parte della crisi del credito.

L’esempio più chiaro che il sistema bancario necessita più aiuto è Citigroup. Anche se ha ricevuto 45 miliardi di dollari dal Tesoro, è in uno stato così malconcio che si sta fratturando in diverse parti. Come molte altre diverse banche, Citi ha notato che le sue finanze hanno continuato a deteriorarsi nell’indebolirsi continuo dell’economia.

Colpita dalle perdite nonostante due salvataggi, sta accelerando il programma di smontare il suo impero finanziario  in due parti, in uno sforzo per placare i regolatori e i suoi investitori colmi d’ansia. Tuttavia, è solo una mossa evasiva. Pur con essa, avrà bisogno della stessa quantità di capitale.

Anche i critici più agguerriti del piano di salvataggio sanno che le cose sarebbero potute andare anche peggio senza di esso, e che ha raggiunto il suo obiettivo più importante, che era di prevenire un completo collasso del sistema finanziario. Dallo scorso Settembre, nessuna grande banca è fallita. Poche notizie di quelle minori, invece.

Aluni analisti  hanno stimato che la disoccupazione crescente e i fallimenti delle compagnie porteranno da 500 a 750 miliardi di dollari di perdite nei prossimi mesi. Questo porterebbe le perdite totali per la crisi del credito da 1.5 a 1.8 trilioni di dollari, due volte tanto quanto era stato stimato all’inizio.

In Michigan c’è una banca che è l’esempio della causa di tutto ciò, l’Independent Bank. Della torta, ha ottenuto una fetta di 72 miliardi di dollari. Ma non è riuscita a far ripartire gli investimenti.

“E’ come se sei in un aeroplano e le maschere d’ossigeno vengono giù,” ha detto Stefanie Kimball, il capo del dipartimento prestiti della banca. “La prima cosa che fai è metterti la maschera, per stabilizzare la tua condizione.” Questo non è quello che il ministero del Tesoro aveva in mente quando partì il programma, dicendo che avrebbe donato alle “banche in salute” abbastanza denaro per far ripartire i prestiti, così che la gente avrebbe potuto comprare casa, fare business e creare posti di lavoro, rinvigorendo l’economia.

Bernanke Martedì ha avvertito che il governo dovrà probabilmente iniettare più soldi nelle istituzioni finanziarie nei prossimi mesi.  In un discorso alla London School of Economics, ha detto che anche più garanzie potrebbero essere necessarie per assicurare la stabilità e la normalizzazione dei crediti. Le borse hanno ovviamente reagito molto male alla notizia. Chi se lo aspettava?

Conoscendo tacitamente l’impopolarità del bailout, Bernanke ha affermato che il pubblico è comprensibilmente preoccupato riguardo l’iniezione di centinai di miliardi di dollari derivanti dalle tasse, verso le compagnie finanziarie, specialmente quando altre industrie hanno le spalle scoperte.

Ma, ha insistinto, non c’era altra scelta. Un trattamento disperato ma inevitabile, perché il sistema economico è dipendente in modo critico dallo scorrere libero del credito. Ha avvertito il neoeletto presidente Obama, poi, che il rimanente capitale verso le banche deve essere assicurato se incominciassero a ripristinare i prestiti a livelli normali.

I regolatori richiedono alle banche di mantenere un salutare cuscino di capitale. Ma in questi tempi,  stanno lottando per riempire i loro buchi profondi. Gli investitori privati sono scarsi. A parte un piccolo gruppo di banche in salute, affermano banchieri e analisti, il governo per le altre potrebbe essere l’unico investitore rimanente.

Il team economico di Obama sta pianificando una larga riveduta del programma per imporre più responsabilità e più restrizioni sugli esecutivi delle compagnie che ricevono i soldi dal governo.

Adam Posen, direttore del Peterson Institute for International Economics, ha detto che l’amministrazione Bush ha fatto bene a iniettare capitale nelle banche, ma ha fatto male nel non far sufficiente pressione alle banche di risolvere i loro problemi e i loro conti.

“Il problema non è che abbiamo sprecato denaro”, ha detto Posen, “Il problema è che abbiamo posto troppe poche condizioni alle banche”.

(fonte: Nytimes)

Fonte edizione italiana: http://www.reset-italia.net/