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Chávez, il nuovo eroe dei palestinesi privi di un leader forte

tratto da Resumen Latinoamericano, 14 gennaio 2009, traduzione per Senzasoste di Andrea Grillo

Bandiere venezuelane e ritratti di Hugo Chávez sono stati esposti questa settimana nelle marce contro la guerra a Gaza in Cisgiordania, dove i palestinesi vedono il presidente come l’unica voce di dissenso verso Israele e un simbolo di quella forza che manca nei loro leader.
La decisione di Chávez, la scorsa settimana, di espellere l’ambasciatore israeliano a Caracas -l’unico Paese oltre alla Mauritania a prendere questa iniziativa come protesta per l’offensiva di Israele a Gaza- lo ha catapultato direttamente al rango di eroe tra la popolazione palestinese, e contemporaneamente ha fatto indignare Israele.
Lo Stato ebraico, che accusa il presidente venezuelano di aver ordito alleanze con i "terroristi" di Hamas, contro i quali ha scatenato la guerra a Gaza, ha definito questa decisione "brutale" e "indegna".
Il centro ebraico internazionale per i diritti umani Wiesenthal ritiene che Caracas abbia violato la Dichiarazione contro l’Antisemitismo espellendo l’ambasciatore e appoggiando Hamas.
Reazioni diametralmente opposte a quelle dei palestinesi in Cisgiordania e dei gruppi nemici di Israele.
Hamas ha salutato la decisione definendola coraggiosa ed Hezbollah (il movimento sciita libanese) ha chiesto ai Paesi arabi di seguire l’esempio di Caracas.
Il dirigente venezuelano "è un militante, un simbolo della lotta per la libertà. Così come Che Guevara. E’ diverso dagli altri presidenti del mondo", dichiara alla AFP Mohammed Al Lahham, deputato di Fatah, partito del presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas.
La sua opposizione agli USA, fedele alleato di Israele, alla guerra in Iraq del 2003 e all’ offensiva israeliana contro Hezbollah in Líbano nel 2006 è stata interpretata dai palestinesi come un occhiolino a tutti i popoli che "resistono e lottano contro l’occupazione", spiega Al Lahham.
Betlemme, Ramallah e Hebrón figurano tra le località cisgiordane dove questa settimana i palestinesi hanno innalzato fotografíe di Chávez e bandiere venezuelane nelle manifestazioni contro la campagna israeliana a Gaza, delle quali l’emittente Al Jazeera ha fornito un’ampia eco.
La principale televisione araba ha diffuso inoltre, ripetutamente, un’intervista al cancelliere venezuelano, Nicolás Maduro, nella quale ha attaccato "i criminali che governano Israele" e hanno "perpetrato l’olocausto palestinese per 60 anni".
"Mi piacerebbe avere un passaporto palestinese in bianco e consegnarlo a Chávez perché diventasse nostro cittadino. Dopo lo voteremmo e sarebbe il nostro presidente", afferma all’AFP Mahmoud Zwahré, sindaco di Al Masar, una località presso Betlemme, dove vivono in povertà 8.000
palestinesi.
Di fronte all’egemonia statunitense, il mandatario "è la reazione necessaria. Se non ci fosse, gli Stati Uniti farebbero anche di peggio contro i popoli del mondo", ritiene questo sindaco, che si arrangia  come può in questa località senza telefono per scaricare da internet fotografie di Chávez, che dopo distribuisce tra i manifestanti.
"Qui tutti lo conoscono. C’è sempre più gente che viene a chiedermi immagini per agitarle nelle manifestazioni", informa.
Mohammed Brijiá, responsabile di un comitato contro il muro israeliano nella regione di Betlemme, afferma che il "comportamento di Chávez è migliore di quello dell’ONU, che fa solo quel che vuole  Israele, e non ha preso nessuna posizione forte" per frenare la campagna militare nella striscia di Gaza.
"Magari i nostri leader fossero così forti", lamenta Brijiá, un’opinione condivisa con Zwahré: "Ecco qual è il nostro errore. Non abbiamo nessuno dirigente con strategia e missione chiare".
Il presidente Abbas si è indebolito nei territori di fronte al pugno di ferro di Hamas e al ricordo troppo imponente del suo predecessore, Yasser Arafat, la cui immagine continua a essere appesa negli edifici pubblici e nelle case dei palestinesi.
Iyad, che gestisce un negozio vicino alla chiesa della Natività  di Betlemme, lo pensa chiaramente: "Chávez è il miglior presidente, da sempre appoggia i palestinesi".
"E’ meglio dei leader arabi. Anche Giordania ed Egitto avrebbero dovuto espellere il loro ambasciatore. E’ triste per noi non avere nessun dirigente come lui", dichiara Assem, un altro commerciante.

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La Bolivia rompe le relazioni diplomatiche con Israele

(ASCA-AFP) – La Paz, 14 gen – Il presidente boliviano Evo Morales ha annunciato che il suo Paese ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele per protestare contro la sanguinosa offensiva dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza.

”Annuncio – ha detto Morales – che la Bolivia ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele a causa di questi gravi crimini contro la vita e l’umanita”’.

La decisione di Morales segue quella del presidente venezuelano Hugo Chavez, che lo scorso 6 gennaio ha ordinato l’espulsione dell’ambasciatore israeliano a Caracas, diventando un eroe dei palestinesi.

mlp/mcc/ss

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Lettera del prof. André NOUSCHI all’ambasciatore di Israele

Il professor André Nouschi, 86 anni, ebreo nato a Constantine, storico di fama mondiale, Professore onorario all’Università di Nizza, ha inviato questa lettera all’ambasciatore di Israele a Parigi. La cosa scotta!
Signor Ambasciatore,
Per lei oggi è shabbat, dovrebbe essere un giorno di pace ma è un giorno di guerra. Per me, da molti anni, la colonizzazione e il furto israeliano delle terre palestinesi mi esaspera. Le scrivo dunque a diversi titoli: come Francese, come Ebreo per nascita e come artigiano degli accordi tra l’Università di Nizza e quella di Haiffa.
Non si può più tacere davanti alla politica di assassinii e di espansione imperialista di Israele. Vi comportate esattamente come Hitler si è comportato in Europa con l’Austria, la Cecoslovacchia. Disprezzate le risoluzioni dell’ONU come quelle della Società delle Nazioni ed assassinate impunemente donne, bambini; non invocate gli attentati, l’Intifada. Tutto questo è conseguenza della colonizzazione ILLEGITTIMA e ILLEGALE. CHE É UN FURTO.
Vi comportate come ladroni di terre e voltate la schiena alla morale ebrea. Vergogna a voi! Vergogna a Israele! Scavate la vostra tomba senza rendervene conto.
Perché siete condannati a vivere con i Palestinesi e con gli stati arabi. Se vi manca questa intelligenza politica, allora non siete degni di far politica e i vostri dirigenti dovrebbero andare in pensione. Un paese che assassina Rabin, che glorifica il suo assassino, è un paese senza morale e senza onore. Che il cielo e il vostro Dio condanni a morte Sharon, l’assassino.
Avete subito una disfatta in Libano nel 2006.
Ne subirete altre, spero, e manderete a morire giovani Israeliani perché non avete il coraggio di fare la pace.
Come gli Ebrei che hanno sofferto tanto possono imitare i loro boia hitleriani ? Per me, dal 1975, la colonizzazione mi trae a mente vecchi ricordi, quelli dell’hitlerismo.
Non vedo nessuna differenza tra i vostri dirigenti e quelli della Germania nazista.
Personalmente, vi combatterò con tutte le mie forze come l’ho fatto tra 1938 e 1945, fino a quando la giustizia degli uomini distrugga l’hitlerismo che sta nel cuore del vostro paese. Vergogna, Israele. Spero che il vostro Dio scaglierà contro i suoi dirigenti la vendetta che si meritano. Come Ebreo, come ex-combattente della Seconda Guerra mondiale, sento vergogna per voi. Che Dio vi maledica fino alla fine dei secoli! Spero che sarete puniti."
André Nouschi, professore onorario all’Università.

Pubblicata il 12.01.2009

Fonte: il quotidiano algerino " Le Matin DZ " http://www.lematindz.net/news/2332-le-professeur-andre-nouschi-ecrit-a-lambassadeur-disrael-a-paris.html

Fonte edizione italiana: http://www.senzasoste.it