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L’accordo con Chrysler «è buono, ci sono tante cose in divenire e possiamo salire». Questo il commento del vice presidente di Fiat, John Elkann, all’accordo fra il Lingotto e Chrysler. L’accordo tra Fiat e Chrysler prevede l’acquisto iniziale di una quota del 35% da parte del Lingotto del gruppo americano.

(La Stampa, 20 gennaio 2009)

«Questa iniziativa rappresenta un passo fondamentale nello scenario del settore automobilistico (…)». Così l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, commenta il preliminare d’accordo con la società Usa.

(La Stampa, 20 gennaio 2009)

Il Congresso (americano, nda) non sarà ostile all’accordo. Gli analisti: ben vista l’alleanza industriale.

(La Stampa, 21 gennaio 2009)

Martedì le azioni Fiat all’inizio sono cresciute, poi hanno preso a scendere. Alcuni analisti hanno espresso scetticismo sul valore dell’accordo per Fiat (anche perchè Chrysler a dicembre era a rischio bancarotta e si è salvata grazie ai denari del governo americano, nda).

(Financial Times, 20 gennaio 2009)

Fiat scivola per la preoccupazione sui costi della partecipazione in Chrysler (…).L’alleanza implica un alto rischio per Fiat (…), ha detto in una nota Pierre Bergeron, analista di Société Générale.

(Agenzia di stampa Bloomberg, 21 gennaio 2009)

P.S. Ci scusi sior Giulio Anselmi, direttore de “La Stampa”. E’ che noi siamo due bamboccioni. E non riusciamo a capire. Ma – a proposito dell’accordo tra l’americanissima Chrysler (sull’orlo della bancarotta) e l’italianissima Fiat (che pure ha i suoi “problemini”) – che “analisti” avete sentito? Quelli della Fiat (che è anche proprietaria del suo giornale)?

Aggiornamento: mentre scrivevamo questo post il titolo Fiat è stato sospeso in Borsa (l’azienda ha annunciato che non distribuirà dividendi per il 2008). E Silvio Berlusconi in persona ha annunciato l’intenzione di mobilitarsi immediatamente per il settore auto.  Che sia sempre merito dell’ottimo accordo con Chrysler e delle ottime prospettive dell’azienda decantate dalla “libera” stampa italiana?

P.P.S. Vedere (ancor più da vicino), per credere. Ecco come stampa anglosassone e “La Stampa” degli Agnelli hanno raccontato la stessa vicenda:

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Fonte: www.bamboccioni-alla-riscossa.org