di
Felice Capretta
Con drammatica puntualità Marzo è arrivato e il nuovo punto critico della crisi sistemica, paragonabile a quello dello scorso autunno, si sta verificando.
Come avevamo anticipato a Dicembre in questi post dedicati a “quanto durerà la crisi” traducendo il GEAB report di Europe2020,
La crisi globale arriverà ad un nuovo punto critico nel Marzo del 2009, simile al Settembre 2009.
A quel punto sarà chiaro anche al grande pubblico il fatto che esistono tre principali processi destabilizzanti, che sono
1. Durata della crisi
2. Esplosione della disoccupazione a livello mondiale
3. Il rischio del crollo improvviso dei sistemi pensionistici basati sulla finanza
Prima di procedere è essenziale che andiate a rileggere quella trilogia di post.
Fatto?
Oggi siamo quasi imbarazzati, benchè non sorpresi, nel seguire per una volta buona parte della stampa e scrivere del nuovo tonfo delle borse mondiali del 2 marzo. Anche se City, free press, quasi ignora la notizia, il corrierone intitola in prima pagina “Nuovo tonfo di Wall Street”.
Scorrendo poi la prima pagina ci rendiamo conto che, benchè la notiziona sia sparata in prima, il solito editoriale politicamente corretto annaspa cercando di dare spiegazioni allineate.
Bisognerebbe spiegare a certi giornalisti che ormai queste spiegazioni non funzionano più. Non se le bevono quasi più neanche i lettori del corriere.
Per il piacere di sorridere, vi proponiamo alcuni degli spunti dell’editoriale di Francesco Giavazzi. Contiene alcuni brillanti esempi di doublethink, il che ci fa riflettere sul preoccupante livello di schizofrenia raggiunto dalla propaganda.
Roba che in confronto Hitler, che spostava le divisioni corazzate già distrutte mentre l’armata rossa era alla porta del suo bunker, era un equilibrato bibliotecario di Chelsea esperto di opera e di the inglese.
Torniamo dunque al Giavazzi che ci spiega, correttamente, che negli USA la maggior parte della previdenza sociale si basa sugli investimenti azionari, direttamente o indirettamente attraverso i fondi.
In sostanza, quando le borse vanno giù bruciano capitale, e con esso bruciano anche le pensioni.
(nota: il dow jones ha perso il 34% nel 2008, e nel solo 2009 ha già perso il 22,9%. Questo equivale ad una consistente perdita di valore per le pensioni di milioni di cittadini americani)
(questa la nostra anticipazione)
Fin qui, il Giavazzi sembra averci preso.
Passabile.
Poi si fa interessante:
la colossale perdita di valore del sistema economico in generale si spiega solo con il panico e l’incertezza, giacchè aeroporti, autostrade, aziende e capitale umano ci sono ancora
Qualcuno gli spieghi che le aziende americane producono in Cina da un decennio ormai.
Ed ecco una vera finezza:
Questa incertezza riguarda il valore dei titoli: sui mercati finanziari è scomparsa la liquidità e quindi sono scomparsi i prezzi.
Ineffabile sillogismo.
Ehi, tu, stronzo risparmiatore, perchè ci pensi due volte prima i buttare i soldi in un investimento in perdita? Così rovini il mercato!
Ma si noti bene la sottile azione propoagandistica: tutto inizia dalla scomparsa della liquidità, che è scomparsa così, e questo è un dato di fatto.
Uno sta leggendo un articolo sul divano e poi – ZOT – sparisce la liquidità.
Chissà dov’e’ finita, quella cattiva.
E va beh, ormai è sparita e amen. Mica vale la pena chiedersi perchè è sparita.
Non sia mai che qualcuno dei lettori capisce com’e’ andata tutta la storia….
Forse la liquidità è sparita perchè era stata creata dal nulla? Forse la cartolarizzazione dei subprime ha qualcosa a che vedere? Forse perchè un sistema finanziario basato su dollaro e debito tiene finchè la valuta è credibile e finchè esiste qualcuno che rifinanzia quel debito?
Evidentemente Giavazzi non ci legge, ahilui.
Per chi avesse mancato le altre puntate, suggeriamo queste facili chart riassuntive sulla crisi dei subprime. E’ solo un pezzo del puzzle ma ne sarebbe bastato un piccolo accenno per spiegare almeno in parte come ha fatto a sparire la liquidità.
Arriviamo poi al capolavoro di doublethink.
Chi vuole vendere deve accettare prezzi che non hanno più alcuna relazione con il valore, per quanto basso, dei titoli che vengono scambiati. E poichè le banche devono valutare i titoli che possiedono ai prezzi di queste transazioni, sono contabilmente fallite.
Certo, ci sono casi di vera insolvenza, ma il problema maggiore è l’assenza di liquidità.
Contabilmente FAL-LI-TE , lo dice l’allegro chirurgo Giavazzi, chiuse, fottute. Anzi no: ne sono fallite solo alcune, pochi casi di vera insolvenza, in realtà non sono fallite, il problema è che manca la liquidità.
Sono fallite, ma non sono fallite.
Ergo: ci vuole altra liquidità.
Già.
(minuto di silenzio)
…cespugli secchi rotolano nella prateria…
(minuto di silenzio)
Ah, il doublethink, la nobile arte di sostenere una affermazione ed il suo contrario, se questo è funzionale al regime. O “due più due fa cinque”, come disse winston smith al termine del trattamento.
Per fare chiarezza e scoprire che si tratta di una crisi di solvibilità , e non di una crisi di liquidità, vi rimandiamo al nostro post su crisi di liquidità e crisi di insolvenza.
Per Giavazzi ci sono solo due possibilità:
- o lo sa e ci prende in giro, e dovrebbe andare a coltivare le zucchine anzichè cercare di prendere per i fondelli centinaia di migliaia di persone
- o non lo sa e dovrebbe andare a coltivare le zucchine anzichè diffondere la sua ignoranza a centinaia di migliaia di persone.
Il tragicomico pistolotto si conclude con l’inevitabile soluzione paulson-goldman-draghi-pensiero: l’unico piano che poteva fare qualcosa era il piano Paulson, che però è stato affossato dalla nuova amministrazione.
Risate in sala, si accendono le luci.
Tutti a casa a leggere i blog su internet.