di

Felice Capretta

 

Ben ritrovati agli affezionati lettori.
Prima di pubblicare la traduzione della terza parte del report di questo mese, vi proponiamo un intermezzo con alcune notizie degne di nota semiscomparse dai media, specialmente alla luce dei vari GEAB Report di Europe2020.
Carte di credito
I giornali italiani ne parlano ancora poco o per niente, ma sta scoppiando negli USA la crisi delle carte di credito.
Ricorderete qualche mese fa un semicoraggioso Tremonti che diceva più o meno che la crisi è come un videogame: anche se sconfiggi il mostro e superi il livello, ti trovi davanti un mostro più pericoloso ed un livello più difficile. Subprime, CDO, crisi finanziaria, carte di credito, CDS. Il problema è che non si puo’ spegnere il videogame.
(stendiamo del pietoso vello caprino sulla copertina di 24 minuti, che quel giorno titolava “Tremonti: la crisi è come un videogame” con un fotomontaggio ispirato a SuperMario)
Su internet se ne parla da mesi, se non anni.
Diamo atto a Tremonti di essere uno che ha detto un po’ di vero qualche tempo fa.
Risulta infatti che i default sulle carte di credito negli USA sono infatti saliti ai livelli più alti negli ultimi 20 anni, con perdite particolarmente pesanti per American Express e Citigroup (che emette la maggior parte delle MasterCard).
Secondo Walter Todd, portfolio manager di Greenwood Capital Associates

La tendenza sulle carte di credito peggiorerà prima di migliorare

Il che è un modo molto elegante per dire che siamo già caduti nel baratro, anche perchè la disoccupazione negli USA non fa che aumentare e la crisi dei mutui e del credito è benzina sul fuoco. E cosa mai farà un disoccupato che non riesce a ripagare la carta di credito? Facile, fa default su una – o tutte – delle sue carte di credito.
Secondo gli analisti, le insolvenze potrebbero arrivare al 10% quest’anno contro il 6%-7% del 2008, per un totale di 70 miliardi di dollari bruciati. Secondo Meredith Whitney, uno degli analisti bancari più ribassisti di Wall Street, le linee di credito sulle carte americane saranno tagliate di 2700 miliardi di dollari entro la fine del 2010.
Dunque un probabile taglio del 50% sulle carte di credito negli USA, un paese dove la maggior parte degli acquisti si basa su carta di credito!
G20 e tensioni transatlantiche
Come anticipato da Europe2020, si va verso un G20 di rottura e di fallimento, il che aprirà la strada al secondo scenario analizzato nel post precedente, già definito in altri post, il famoso dissesto geopolitico globale.
Sui giornali di oggi leggiamo infatti che Europa (continentale, soprattutto) e USA divergono sul tema degli aiuti all’economia americana. Gli USA chiedono disperatamente denaro, gli europei hanno le loro grane casalinghe e si guardano bene dal concedere altri aiuti a cuor leggero.
Preme sottolineare che, a nostro avviso, la maggior parte dei leader europei non concorda sul tema degli aiuti agli USA solo perchè rischiano di essere presi a calci dalla popolazione inferocita e dunque perdere la loro posizione di privilegio, non per una qualche forma di interesse al buon governo o al buon andamento delle rispettive nazioni o dell’europa nel suo complesso.
Soldi dei salvataggi distribuiti in bonus
Sicuramente gli affezionati lettori staranno seguendo il tema degli aiuti ad AIG, che in parte sono stati usati per pagare bonus favolosi ai manager che hanno portato AIG al tracollo.
Anche qui, è solo sull’ondata del malcontento generale che Geithner ha tentato di metterci una pezza: è notizia di oggi che i bonus pagati con i soldi dei salvataggi saranno tassati al 90%.
Il CEO di AIG, invece, ha chiesto che i manager restituiscano il 50% dei bonus sopra i 100.000 dollari. Dice Edward Liddy, testuali parole, che sta facendo il massimo "per evitare un crollo incontrollato" della sezione dei prodotti finanziari.
L’affezionato lettore ricorderà uno dei punti chiave del piano Geithner

  • Trasparenza su come saranno utilizzati i fondi pubblici e restrizioni sui dividendi, per evitare che i fondi pubblici vengano distribuiti agli azionisti invece di finanziarie il credito.

Forse era meglio inserire clausole specifiche per evitare che i manager si spartissero la torta prima ancora di spartirla con gli azionisti.
Sull’esempio e sull’esperienza di AIG, anche Citigroup se la sta spassando non poco: sarà l’euforia di oscillare da 2 e 3 euro per azione?
Questo articolo è comparso su 24minuti (il quotidiano di free press del sole 24 ore) di ieri sera:

Citigroup, spesa record per uffici
Citigroup – la banca americana che ha ricevuto aiuti pubblici per 45 miliardi di dollari – ha in programma di spendere 10 milioni di dollari per rinnovare gli uffici di Park Avenue dell’amministratore delegato Vikram Pandit e dei suoi manager più stretti.
Secondo la documentazione relativa ai lavori di ristrutturazione, Citigroup ha indicato che 3,2 milioni di dollari saranno spesi per l’abbattimento di muri e ammodernamento del sistema idraulico e di quello antincendio, mentre altri sei milioni di dollari verranno pagati per la consulenza degli architetti e l’acquisto di nuovi mobili.

Giusto.
No, dico.. ottimo investimento. Quando Citigroup fallirà, dopo essersi divorata altri miliardi di denaro pubblico, almeno i creditori potranno rifarsi sull’arredamento dell’ufficio del megapresidente.
Disordini in Europa
Ieri dimostrazione in Francia con scontri in serata. Non si capisce bene quanti fossero, perchè secondo swissinfo erano 350.000 secondo i sindacati e 85.000 per la polizia, mentre secondo il corriere erano 3 milioni per i sindacati e un milione e 200.000 per la polizia. Forse parlano di due manifestazioni diverse?
Fatto sta che i francesi, rivoluzionari nel DNA, sono alquanto inferociti.
Senza contare nuovi episodi di scontri nelle banlieu nei giorni scorsi.
In Grecia si preferisce invece la via bombarola: un nuovo ordigno artigianale ad alto potenziale è esploso ieri nel centro di Atene (Stiamo preparano un approfondimento sulla crisi in Grecia, stay tuned).
L’organizzazione che ha rivendicato gli attentati specifica agli esponenti del potere politico ed economico che "quando il popolo prenderà finalmente in mano il proprio destino" finiranno giustiziati e "appesi a testa in giù in piazza Syntagma", al centro di Atene (un apparente riferimento alla fine di Benito Mussolini a Piazzale Loreto).
Anche questa non è una novità per i lettori di Informazione Scorretta.
Per concludere l’allegro quadretto, lo scienziato britannico John Beddington prevede sommosse, disordini, migrazioni di massa, guerre, disastri ambientali, carenza di cibo, acqua ed energia entro il 2030:

Ci avviciniamo ad una perfetta tempesta nel 2030, perché tutti questi fattori stanno operando insieme. Se non affrontiamo il problema, dobbiamo aspettarci una grande instabilità a livello globale, un aumento delle rivolte e dei disordini e problemi con le migrazioni di massa, quando la gente lascerà i luoghi dove il cibo e l’acqua vengono a mancare

Per non lasciarvi in preda ad inutili attacchi di panico, concludiamo citando il commento che un affezionato lettore ha lasciato ieri in calce al post del GEAB Report parte II:

ho letto " europe 2020" , parte seconda.
pur rispettando le idee espresse, leggo , con un pò di tristezza, alcuni commenti.
rispecchiano la parte umana, basata sulla paura di morire o perdere qualcosa.
vorrei esporre il mio pensiero.
premesso che l’ attuale situazione è stata preparata e voluta, da quel gruppo di persone che attulamente gestiscono la politica e l’ economia.
vede, la vita è perfetta, non conosce errori.
ogni cosa che avviene è dovuta a scelte precedenti.
l’ umanità è da circa 2000 anni che è schiava.
un gruppo di persone, da dietro le quinte , domina quasi 7 miliardi di persone.
i ns politici e banchieri sono solo burattini.
i giornalisti sono scribacchini al servizio di questo potere.
adesso espongo il mio pensiero sulla situazione attuale.
allo stato attuale di cose, ciò che troveremo i prossimi mesi, corisponde, in un certo senso, alla possibilità "2" da lei riportata.
però , europe 2020, considera solo l’ aspetto materiale del problema.
ci sono altri fattori che si andranno a sommare in questa crisi.
la crisi, non è altro che una situazione emozionale creata da tutti, in conseguenza da un vivere non conforme alla evoluzione stessa della vita.
ci saranno cambiamenti climatici, con sbalzi frequenti di temperatura.
la riunione di aprile del g 20, al di fuori delle parole, non sarà di nessun aiuto, e oltre tutto, porterà ad una spaccatura interna dello stesso gruppo.
i mesi che avremo davanti saranno duri, saranno mesi di cambiamento.
ci saranno rivolte.
ci sarà caos e disperazione.
ma tutto , purtroppo, deve passare cosi.
siamo solo noi, che possiamo far cambiare la realtà.
è semplice, non facile , per tutti.
sarà necessario amare la vita.
considerare l’ altro come noi stessi.
sarà necessario abbandonare il superfluo, la vanità.
amare la terra e ogni forma di vita.
ogni ns scelta deve essere pensata e realizzata in maniera impersonale, dove l’ obiettivo è il tutto, ossia l’ umanità e la terra, senza separazioni.
questo è l’ unica possibilità che abbiamo, per poter continuare a restare dove siamo.
vorrei esortare chi legge, a portare questo nuovo pensiero, nelle vs vite, nei vs gruppi, nel vs mondo.
siate voi stessi, non date potere ai governanti , ne tanto meno alle chiese.
non abbiate paura di morire.
non esiste la morte, ma solo cambiamento di stato.
solo una ultima cosa, troveremo solo ciò che pensiamo.
se pensate che quando sopra riportato possa essere realizzato, allora insieme costruiremo un mondo migliore.
vorrei che prestate attenzione a tanti bimbi che stanno nascendo, i famosi bimbi indaco, loro saranno la nuova umanità.
loro e chi avrà il coraggio di cambiare.

Fonte: http://informazionescorretta.blogspot.com/