Di

Domenico de Simone

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Qualche giorno fa sono andato a trovare un vecchio amico, già analista finanziario di una importante banca d’affari americana. Se n’è andato da tempo ma è sempre molto curioso, come molti di coloro che si sono occupati di finanza. Era appena uscita sulla stampa qualche timido accenno di ottimismo da parte di Tremonti e della Marcegaglia, e gli ho chiesto cosa ne pensasse di questa possibile ripresa.
Eh la ripresa c’è solo dopo che l’arbitro ha fischiato la fine del primo tempo e qui la partita è appena cominciata!”. La battuta gli era piaciuta e come faceva spesso rise da solo per qualche istante. Poi mi disse:” Guarda questo grafico, guarda qui:

L’hanno elaborato Barry Eichengreen di Berkeley e Kevin O’Rourke che hanno deciso di pubblicare un libro in costruzione sul paragone della crisi del ’29 con quella di oggi. Il sito è questo: http://www.voxeu.org/index.php?q=node/3421

Beh, c’è poco da spiegare. Il grafico rappresenta l’andamento delle borse mondiali allora e oggi. Come vedi la caduta è più dura e l’andamento è simile ma molto più veloce. Sì un rimbalzo ci sarà, com’è ragionevole dopo una discesa così accentuata, ma poi arrivano le cattive notizie e si continuerà a scendere. Eichengreen dice che la risposta dei Governi e delle Banche centrali è stata molto più decisa di allora, ma su quanto sia efficace esprime le stesse riserve di Krugman. Vedremo. Tra un po’ arriva al pettine il nodo della liquidità che gli USA sta stampando a rotta di collo, mentre la Cina si sta indebitando in dollari per comprare commodities con il dollaro al livello attuale. Però ad un certo punto i debiti dovranno pagarli e venderanno i titoli USA e lì può succedere di tutto..”.
“Inflazione a rotta di collo, dici?”
“Non solo, lo scenario è cupo perché gli americani sono abituati a vivere sulle importazioni e non potranno più permettersele. E se pensi che la metà degli statunitensi dichiara di stare a due stipendi dal proprio default ti rendi conto dei rischi di tensioni sociali che può comportare un a fiammata di inflazione a due cifre. Oltretutto il piano del governo si basa su un incremento del debito pubblico senza precedenti e con il dollaro in default chi lo finanzierà più il debito americano? Ciascun paese avrà i suoi problemi di debito e guarda qui gli effetti della crisi sui volumi di scambi mondiali.

http://www.voxeu.org/files/image/depression_fig3.gif

La situazione è peggiore che nel ’29, anche considerando i notevoli acquisti di materie prime che sta effettuando la Cina. Caduta quasi verticale e in tempi dimezzati, ma si sa che adesso è tutto molto più veloce di ottant’anni fa”.
“E poi ci sta pure il problema dei derivati: a proposito che cosa succede ai salsicciotti ancora in circolazione?”
“E chi può saperlo. Prima o poi con la nuova base monetaria che hanno creato nelle banche americane cominceranno a circolare di nuovo e d’altra parte, visto che ormai sono tutti d’accordo con la tua tesi che i derivati svolgono funzioni monetarie, – almeno ufficialmente, perché l’hanno sempre saputo tutti anche se non lo diceva nessuno, tranne giusto un pazzo come te! – ce n’è un gran bisogno per smaltire un po’ di sovrapproduzione.

C’è un disperato bisogno di liquidità e di un meccanismo per controllarla. E’ buffo, eh, da una aprte la liquidità è poca, dall’altro è troppa. Mi sa che alla fine passerà la tesi della Banca Centrale Cinese di istituire il Bancor di Keynes a livello interbancario. Così il dollaro salta e avremo una nuova moneta mondiale a tasso negativo, che costringerebbe gli americani a farla di corsa anche in casa loro.
Quattro o cinque anni fa la Federal Reserve studiò la possibilità di emettere un dollaro a tasso negativo per rivitalizzare l’economia: non mi sorprenderei se Obama lo ritirasse fuori dal cassetto. Se non lo fanno fuori prima, o se la crisi non porta davvero alla spaccatura degli USA come dice un vecchio menagramo di storico ex sovietico che vede più nero di tutti. Ah, ma come si chiama?”

“Ti riferisci a Igor Nikolaevič Panarin e alla sua intervista su Eurasia. Sì l’ho letta anch’io, ma mi sembra più che altro uno animato da esprit de revanche comprensibile in un ex sovietico, un po’ meno in uno studioso. Comunque, non sbaglia a sottolineare i problemi sociali che la crisi porterà negli USA. Non so se Obama avrà la forza e l’ardire di introdurre il dollaro a tasso negativo: tutto sommato con la fine che farà il dollaro non ci rimette niente, ma non so se i suoi banchieri che, a quanto pare, lo tengono prigioniero, cederanno le armi senza combattere duramente. Speriamo che lo spirito di Keynes lo illumini!”
“E magari lo metta in contatto con quello di Ezra Pound, che è stato un grande americano nemico dell’usura delle banche e per questo preso per un pazzo complice del fascismo.”

Fonte: www.disinformazione.it