di

Felice Capretta


Teheran, Iran.
Un cane attraversa la strada.
Annusa l’aria, sente l’odore.
Odore di propaganda.
Diciamoci la verità: il gruppo di potere attualmente al comando in Iran, a Teheran per la precisione, non va tanto per il sottile.
Manda in giro i suoi scagnozzi armati di bastone a massaggiar le tempie di coloro che si oppongono al suddetto potere, di quando in quando autorizza qualche scempiaggine morale tipo le impiccagioni degli omosessuali (scempiaggine ai nostri occhi, naturalmente), insomma non si tratta proprio di un bell’esempio di democrazia e rispetto dei diritti umani, come, per esempio, la Norvegia (un paese a caso).
Per un bel po’ ci siamo astenuti sul tema Iran. Ora però la propaganda sui media tradizionali sta raggiungendo il livello di tolleranza caprino e, dopo aver accuratamente ruminato, entriamo nel merito.
Dunquedunque.
Per farla breve, un bel giorno ci sono state le elezioni in Iran. Ahmadinejad ha vinto le elezioni. Il candidato dell’opposizione ha invitato l’opposizione che non accettava la sconfitta a tornare a casa per evitare di rischiare la pelle.
Poi, Moussavi ha cambiato idea e si è messo ad incitare la popolazione a manifestare.
Uhm.
Da lì in poi è stato un crescendo di proteste. Un bel voltafaccia. C’e’ stato anche un morto, anzi, una morta. Forse. Mentre scriviamo circolano voci di una catena umana lunghissima per le strade di Teheran, che parte dai quartieri nord e si estende.
Teheran, non tutto l’Iran, sembra proprio in fiamme.
E allora.
A chi è utile un Iran destabilizzato?
Affezionati lettori, il vostro Felice scrivano vi chiede di fare un passo indietro e pazientare leggendo il nostro lungo tasteggio caprino. Ne scoprirete delle belle. Ma dovete procedere nella lettura.
Chi osa voler decifrare gli oscuri e volubili avvenimenti che accadono dal medio oriente all’India deve obbligatoriamente aver letto Zibignew Brzezinski, Zibì per gli amici. Potete approfondire chi e’ questo simpatico vegliardo a questo nostro vecchio post.
Allora scrivevamo:
Il Grande Scacchiere
Uno dei migliori trattati di geopolitica della storia moderna è il suo libro "The Grand Chessboard", Il Grande Scacchiere.
Nel suo libro, Zibì teorizza che il controllo di Eurasia è fondamentale per l’esercizio di un dominio globale, perchè in eurasia sono concentrate:
– il 75% delle risorse energetiche del mondo
– il 75% della popolazione mondiale
– 2/3 delle più grandi economie del mondo
– il 60% del PIL mondiale
Basta un piccolo sguardo al mappamondo per capire che chi controlla Eurasia controlla il Medio Oriente, ha veloce accesso all’africa, e rende periferiche Oceania e Americhe.


Sempre secondo Zibì,

  • all’indomani della fine della Guerra Fredda, gli USA sono l’unica superpotenza rimasta
  • è possibile fare leva su questo per esercitare il dominio globale
  • è necessario, tuttavia, ridimensionare la Russia a media potenza regionale e prevenire il suo ritorno come superpotenza

Diversamente, la Russia – per sua posizione naturale – sarà favorita nel controllo di Eurasia, non gli USA. E diventerà fondamentale acquisire posizioni di dominio in alcuni stati-chiave, fondamentali per la loro posizione.
Uno di questi è la Georgia.

Stati Pivot
Sapete cos’e’ uno Stato Pivot?
E’ uno stato come la Georgia: uno stato che geograficamente puo’ cambiare i destini di un’area geografica molto più ampia di quello stato.
Facciamo un esempio di Stato Pivot.
Si puo’ tranquillamente affermare che chi controlla militarmente l’Italia puo’ controllare facilmente l’intero mediterraneo, o almeno dalla Grecia a Gibilterra. Dunque, l’Italia è uno Stato Pivot per lo scacchiere del mediterraneo, e una potenza che voglia controllare il mediterraneo dovrà necessariamente esercitare influenza o potere sull’Italia.
La Georgia è uno Stato Pivot, dicevamo, perchè fa da tappo al collo di bottiglia tra Mar Nero e Mar Caspio. Qualunque potere volesse espandersi dalla Russia all’Oceano Indiano, o verso le ricchezze del Mar Caspio, o verso le ricchezze iraniane, deve obbligatoriamente passare dalla Georgia.
Ed è meglio averla amica, o più facilmente sottomessa, che ostile.
Ecco dunque che una piccola pedina insignificante diventa invece strategica per il successo sul Grande Scacchiere.
Si spiegano dunque molti strani avvenimenti di cui avevamo già accennato a questo post sulla Georgia.
Bene, diranno gli affezionati lettori, ma che c’entra la Georgia con l’Iran?
C’entra, c’entra.
Perchè anche l’Iran è uno Stato Pivot.
I Balcani Globali
Gli affezionati lettori, giunti a questo punto della storia, vorranno andare di certo fino in fondo. Per andare fino in fondo alla tana della capretta bianca, però, bisogna avere la tenacia di proseguire.
Ora vi parliamo dei Balcani Eurasiatici, anche detti Balcani Globali.
Secondo il nostro amico Zibi’, amico si fa per dire, c’e’ una zona particolarmente instabile in Eurasia, ed è la zona a sud della Russia, incastrata tra il Mar Nero e la Cina. La’ ci sono molte repubbliche ex sovietiche e paesi che generalmente si chiamano con nomi strani che finiscono per …stan: tagikistan, uzbekistan, turkmenistan, kazakistan..
Zibi’ li chiama "i Balcani Globali" perchè sono paesi fatti di un mosaico di etnie, spesso in conflitto tra loro, dove il gruppo di potere al comando, quale esso sia, accontenta gli uni ma scontenta inevitabilmente tutte le altre etnie, o almeno buona parte.

Questa area è ricca di risorse naturali, ma come vedete è anche ricca di tensioni interne.
Naturalmente il paese che esercita un’influenza dominante è in pole position per lo sfruttamento delle ricche risorse del paese obiettivo. Altrettanto naturalmente, sono molte le potenze di peso mondiale che guardano con interesse e canini colanti quell’area.
Qui entrano in gioco due stati pivot, importanti per l’equilibrio geopolitico dell’intera regione così come la Georgia è importante per l’accesso al Caspio.
E questi due stati sono…Turchia e Iran.
Turchia e Iran
Turchia e Iran sono a tutti gli effetti due stati pivot nella zona dei balcani globali. Sono entrambe due potenze di portata regionale, due potenze di media grandezza, che contibuiscono a stabilizzare l’equilibrio geopolitico dell’area.
La Turchia, storicamente, punta verso Est in linea orizzontale, verso Azerbaijan, Georgia e parte dei Balcani Globali. Quella è l’area in cui, nel mosaico di etnie, sono presenti ceppi turcofoni, che sentono ancora naturale il richiamo turco.
L’Iran, ancora più storicamente se pensiamo all’impero persiano, tende naturalmente a proiettare i suoi interessi anche a nord, nelle medesime aree.
La presenza degli interessi di due potenze regionali di media grandezza ha da sempre contribuito alla stabilità nell’equilibrio dei poteri nello scacchiere dei balcani globali.
Destabilizzare l’Iran significa destabilizzare l’intera regione dei Balcani Globali, perchè chi destabilizza l’Iran altera gli equilibri interni della regione.
Ma chi destabilizza i Balcani Globali altera l’equilibrio di potere in tutta Eurasia, dunque nell’Isola-Mondo.
Vi ricordiamo che chi controlla Eurasia controlla praticamente il Mondo.
Guardate il processo di destabilizzazione di tutti i Balcani Globali negli ultimi anni:

  • Iraq: destabilizzato
  • Afghanistan: destabilizzato
  • Pakistan: destabilizzazione in corso
  • Iran: destabilizzazione in corso

L’intero arco che va dal medio oriente alla Cina è in subbuglio. C’e’ dunque qualcuno che, a nostro avviso, ha interesse a piantare un bastone nei Balcani Globali ed agitare forte. La mano esterna e’ a nostro avviso ben visibile.
Consigliatissima la lettura di questi articoli: la CIA e il laboratorio iraniano e le rivoluzioni color merda su Ripensaremarx.
Questo qualcuno non è certo Mosca, che da sempre gode di una certa influenza nell’area ex sovietica. Ed anzi, i russi si sono visti accerchiare da numerosi "cambi di regime" dovuti a "spontanee proteste popolari" negli ultimi anni proprio nelle repubbliche ex sovietiche più periferiche. L’instabilità dei Balcani Globali non giova loro.
Ne’ giova al Pechino, che ha tutto da guadagnare dalla stabilità della zona, le cui frontiere sono contagiate dal mosaico di etnie di cui sopra. Non sarebbe utile avere una fetta di Balcani Globali destabilizzati all’interno del proprio territorio.
Le uniche forze a cui giova un arco dei Balcani Globali destabilizzato sono le potenze mondiali che hanno interesse a che nè Mosca nè Pechino espandano la loro sfera di influenza.
Cioè, le potenze.. diciamo una, o almeno un blocco…
Chissà quale..
Ehi guarda, una capretta a stelle e strisce.
Non finisce qui: accanto a questo gruppo di potere, noto per aver provocato numerose rivoluzioni colorate in giro per il mondo, sussiste concreto l’interesse di Israele, storico alleato americano.
Israele
Israele ambisce ad essere l’unica potenza regionale della zona e vede come il fumo negli occhi la presenza di altre potenze regionali che ne possano bilanciare il potere o minacciarne la supremazia.
Specialmente se sono paesi arabi con un buon esercito e/o armi di distruzione di massa (di cui peraltro Israele è ben fornita e del cui uso non ha mai resa nota la dottrina).
Vediamo i paesi arabi ostili o potenzialmente ostili ad Israele, meglio se nucleari.

  • Iraq: destabilizzato
  • Iran: destabilizzazione in corso
  • Pakistan: destabilizzazione in corso

Conclusioni
Tanti interessi convergenti….
E poi il corriere ci racconta delle spontanee proteste di piazza.
E’ tutto un caso, e poi Ahmadinejad è un islamonazista perchè gli stanno sul cazzo gli ebrei.
Già.

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