I giornali allineati stanno iniziando a raccontarci accuratamente il menù dell’incontro del G8 all’Aquila.
Molto interessante, molto utile soprattutto.
Poche parole sono invece state spese sul fatto che a fine giugno l’Italia è stata esclusa dall’accordo di Schengen sulla libera circolazione dei beni, capitali e persone all’interno dell’Unione. L’accordo, per l’Italia, resterà sospeso fino al 15 luglio, dunque ben oltre la fine del G8.
La scusa è la solita, ben collaudata ed universalmente accettata : “ragioni di sicurezza”(meglio non fare domande, vero?). Staremo a vedere.
Intanto è singolare ed interessante, ma anche questo non lo fa notare la stampa, che gli Otto Grandi Della Terra, i leader di un mondo economico in macerie, si incontreranno proprio tra le macerie.
Passiamo ora a qualche altra notizia sparsa passata inosservata o quasi, da una prospettiva globale ad una locale.
FMI, il peggio deve ancora arrivare
Il 15 giugno Strauss Kahn dichiarava che il peggio deve ancora arrivare.
Proprio lui, che 15 giorni prima prevedeva la ripresa nella primavera del 2010..
Comunque, la pulizia dei bilanci delle banche dagli asset tossici non e’ stata completata, ha detto il Sommo Pontefice del Fmi. Ha poi aggiunto che "questo fatto condizionera’ la rapidita’ di uscita dalla crisi economica".
E ancora

Molte cose devono ancora essere fatte, principalmente la pulizia dei bilanci delle banche, molto e’ stato fatto, ma altre cose devono essere completate

Mhm, suona sinistro. Cosa bolle nel pentolone nero di Strauss-Kahn?
FMI, emissione di bond denominati in SDR
Ehi guarda, un pentolone che bolle.
L’istituzione globale è pronta ad emettere titoli di debito globali in una valuta globale.
Formalmente si tratta di 500 miliardi di dollari emessi in SDR (Special Drawing Rights, diritti speciali di prelievo, il paniere di valute del FMI). Da Swissinfo.
L’umanità globale ringrazia e si accolla i debiti globali oltre a quelli nazionali.
Sicuramente serviranno per aiutare i poveri.
Già.
ONU, 90 milioni di persone in povertà
Ehi, guarda, una capretta magra.
90 milioni di persone sono in condizioni di povertà estrema a causa della crisi economica, questo è il dato che emerge dal rapporto annuale dell’ONU presentato a Ginevra. Da Reuters.
Ban Ki Moon, Segretario Generale:

Le persone che stanno soffrendo la fame e che stanno vivendo in condizioni di estrema povertà sono molte di più di quante sarebbero state se il progresso fosse continuato ininterrottamente

Rincara la dose il rapporto dell’Unaids / Banca Mondiale:

C’è un consistente pericolo che i programmi di prevenzione per le popolazioni ad alto rischio subiscano dei tagli. Questo aumenterebbe il numero delle infezioni e quello delle persone che avranno bisogno del trattamento in futuro, portando inevitabilmente ad un futuro aumento dei costi

Niente da fare insomma.
Uhm..
Unione Europea, crisi più lunga
Il presidente della Commissione Barroso, scoprendo l’acqua calda, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

L’impatto sociale della crisi durerà più a lungo e per questo servono misure volte a contrastare la disoccupazione che sta aumentando
[…]
Abbiamo bisogno di una strategia d’uscita che garantisca nuovamente un’affidabilità finanziaria

La priorità resta per le misure per fermare l’onda anomala della disoccupazione.
Buonasera.
Più strettamente sull’economia, ora..
Irlanda, Moody’s declassa rating
Ci informa il Financial Times che anche Moody’s, dopo Fitch e Standard&Poor, ha abbassato il rating del debito Irlandese da AAA a AA ritenendolo dunque meno sicuro di prima.
La prospettiva sfavorevole riflette il deterioramento della situazione fiscale irlandese, con un aumento della quota fiscale destinata a coprire i pagamenti degli interessi passivi sui titoli del debito pubblico, che ha raggiunto i 53 miliardi di Euro.
Thailanda in deflazione tecnica
Lo scenario deflattivo sta prendendo piede nel mondo. Nel il paese del sudest asiatico l’inflazione CPI è caduta a -4,4% rispetto all’anno precedente, mentre a Maggio si fermava a -3,3%.
Anche l’indice dei prezzi alla produzione è caduto al -7,2% rispetto al Maggio precedente
E per finire
Italia, la crisi immobiliare deve ancora cominciare
Durante la Fiera del Real Estate tenutasi a Milano , i principali protagonisti del settore immobiliare si sono dati appuntamento e hanno chiacchierato un po’ dello scenario.
Leggiamo qualche interessante dichiarazione:
Manfredi Catella, AD di Hines Italia

"il mercato italiano la crisi non l’ha ancora vista"
[…]
"Mi attendo un ribasso dei prezzi molto significativo, diciamo superiore al 25%".

Il ribasso sarebbe dovuto all’arrivo sul mercato di nuovi prodotti, ora in via di realizzazione, e di immobili che saranno forzatamente messi in vendita da realtà in difficoltà.
Luca Lucaroni, CFO di Beni Stabili, che vince per oggi il premio Informazione Scorretta per "le pompose dichiarazioni":

La crisi, accompagnata da un forte calo dei prezzi, deve ancora cominciare
[…]
Forse quando i prezzi scenderanno davvero si tornerà ad acquistare, per ora opportunità non se ne vedono
[…]
I più parlano di una ripresa a fine 2010: se fosse così, la crisi non sarebbe neanche così lunga

Giovanni Paviera, AD e direttore generale di Generali Property Investment Sgr (Prosperity, che nome ispirato..)

Dobbiamo ancora vedere l’effetto della crisi economica su prezzi e affitti di uffici, negozi e forse anche delle abitazioni.
Credo che ci siano due alternative: o la crisi sarà lunga e caratterizzata dall’assenza di transazioni ma con prezzi sostanzialmente stabili, oppure avremo una crisi più breve ma con un deciso calo dei valori

Mario Breglia, presidente di Scanari Immobiliari.

La mia sensazione è che finora l’abbiamo un po’ scampata. Il driver principale del settore immobiliare sarà l’economia e in particolare il mercato del lavoro

una ripresa generale sarebbe secondo Breglia “leggermente più probabile" di una crisi prolungata con scenario ad L.
E ancora:

Nulla sarà più come prima, almeno per un po’, con la scomparsa di un certo tipo di mercato molto finanziarizzato, speculativo e indifferente alla qualità del prodotto

Già.
A proposito di "Nulla sarà più come prima", una frase che già sentiamo ricorrere un po’ troppo spesso, stay tuned e non perdete i prossimi post.
Saluti felici
Felice Capretta

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lunedì 6 luglio 2009

30 giugno banca nei guai

Una delle cose più odiose che possono capitare in una calda notte estiva, dopo le zanzare naturalmente, è la classica sirena di antifurto che scatta sotto casa.
Dormi placido e beato, e ad un certo punto un urlo squarcia il silenzio, cattura il tuo sonno e lo tiene lì, ingabbiato tra le onde sonore.

Il tuo sonno è lì, in ostaggio di una macchina che è stata programmata esattamente per catturare l’attenzione e trattenerla a sè. Il tuo sonno è preso in ostaggio dalla persona che ha programmato i tempi della sirena di quella macchina.

Bene.

Nella calda notte del 30 giugno scorso, qualcosa avrebbe dovuto risuonare come una sirena di antifurto sotto casa ed occupare le pagine dei giornali. Invece niente da fare: i quotidiani si accapigliano sulle consuete notizie da bar sport e nessuno ha dato l’allarme.

Risulta infatti che nella notte del 30 giugno, una banca americana non meglio identificata ha pagato una percentuale da capogiro per accedere ad un prestito di liquidità overnight dalla Federal Reserve.

Percentuali così alte si pagano solo in casi straordinari, solo in casi di vita o di morte.

Percentuali così alte si sono viste solo l’anno scorso, prima del patatrac autunnale.

Chi ha rubato la marmellata?

Chi lo sa.

Come funziona

Per darvi un’idea di come funziona il meccanismo semplifichiamo un po’ le cose. Ne risente la precisione, ma questo basta. Per chi vuole approfondire c’e’ sempre wikipedia : -)

Ad ogni fine di giornata, le banche regolano tra loro le loro compensazioni. C’e’ chi deve un milione a quello, chi mezzo, e così via. Qualche banca avrà più liquidità, magari perchè ha ricevuto molti depositi, qualche altra meno, perchè ha subito molti prelievi.

Ogni notte le banche si incontrano sul mercato interbancario e si prestano tra loro la liquidità necessaria per compensarsi a vicenda.

Immaginatevi quindi un grosso mercato del pesce, dove i pescatori portano i pesci per venderli e altri pescatori vogliono quei pesci.

C’e’ anche un grosso banditore che, in tutto questo vociare e odor di pesce fresco, urla più forte degli altri e regola le vendite, tenendosi per sè una percentuale. Lui porta anche dei pesci in più quando mancano.

La percentuale del mediatore, ed i prezzi in genere, sono solitamente molto convenienti, un po’ perchè è un mercato di addetti ai lavori, un po’ perchè il prestito dura solo una notte (alcuni di questi tassi sono detti "overnight", infatti).

Quando le banche con bisogno di liquidità sono troppe, e quelle che offrono liquidità sono poche, interviene l’autorità preposta (il nostro mediatore/banditore) che rilascia nel mercato la liquidità necessaria (i pesci in più) per non far crollare il sistema bancario mondiale con un effetto domino in una sola notte per un semplice squilibrio.

Questa prassi è consolidata ed è funzionale al meccanismo del credito.

Questione di vita o di morte

Per chiudere l’allegro quadretto, che sembra difficile ma non è poi tanto difficile da non poterne cogliere il funzionamento complessivo, il nostro mediatore chiede sempre qualcosa a garanzia della liquidità prestata. Se la garanzia c’e’, il tasso del prestito è minimo. Se la garanzia non c’e’, il tasso che si paga è quantomeno salato.

Negli USA, la banca che vuole la liquidità in prestito deve presentare titoli che siano un minimo solvibili a titolo di minima garanzia. A fronte di tale garanzia la banca ottiene la liquidità ad un tasso minimo.

Invece, una banca sprovvista di titoli presentabili non è in grado di ottenere quel tasso minimo e deve pagare un tasso nettamente più alto.

Dunque, solo una banca con disperato bisogno di liquidità e la mancanza di titoli da presentare a titolo di garanzia è disposta a pagare quei tassi.

Un disperato caso di vita o di morte.

Conclusioni

Qualcuno cerchera’ di spiegare quanto accaduto dicendo che è la solita distorsione della chiusura dell’anno fiscale, che negli USA si chiude a giugno.

Sicuramente la chiusura del FY09 ha contribuito, ma non è questo il punto. Anche se si tratta di un ammontare minimo, visto che non è dato sapere il volume prestato, comunque non è questo il punto.

Il punto è che stanno saltando ancora banche negli USA, ed il punto è che l’ultima volta che abbiamo visto qualcosa del genere è stato poco prima del crollo mancato del sistema bancario visto l’anno scorso.

E qualcuno (o più che qualcuno) è nei guai.

Chi sarà, lo scopriremo.

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