1. “Dai pesci rossi obbligatori ai luna park muti, i divieti creativi dei sindaci”, Il Sole 24 ore. Chi fa e chi disfa. Il leghista Roberto Calderoli – con tanto di ministero ad hoc, quello alla Semplificazione – da tempo è al lavoro per eliminare leggi e enti inutili. Per (s)fortuna, però, ci pensano i primi cittadini – armati di penna e fantasia – a non far perdere agli italiani la buona abitudine a sapersi districare tra leggi e leggiuzze (leggi che, come ricordava un annetto fa il costituzionalista Michele Ainis, sono talmente tante che non si sa nemmeno quante siano esattamente; la commissione Pajno, che aveva provato a censirle, aveva contato 21mila leggi statali; 70mila regolamenti sempre statali; e 30mila leggi regionali). Secondo “il Sole 24 ore” in edicola oggi: la palma dell’ordinanza estiva più strampalata va al sindaco (neanche a farlo apposta leghista come Calderoli) di Verona, Flavio Tosi, che ha imposto ai suoi concittadini di “introdurre nelle piccole fontane ornamentali pesci larvivori (esempio pesci rossi, gambusia, eccetera)” per prevenire l’invasione delle zanzare. Ma c’è anche l’autorizzazione per una luna park – a Massa Carrara – purchè “muto”. E multe (fino a 500 euro) per chi lascia sui balconi contenitori che si possano riempire di acqua piovana (a Brescia, sempre per l’annosa questione zanzare). Se non fossimo noi i cittadini in questione – e se non vivessimo in Italia – ci sarebbe anche da ridere. Ci sarebbe.
  2. “La centrale (fallita) di Montalto è costata 250 euro a ogni italiano”, Corriere della Sera. Sergio Rizzo – giornalista del Corriere e autore, assieme a Gian Antonio Stella, del celebre pamphlet “La Casta” – torna ad armarsi di pallottoliere contro gli sprechi all’italiana. Rizzo, questa volta, punta il dito contro le “due” centrali di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo. E calcola che: 1) la centrale nucleare, chiusa dopo il referendum in cui gli italiani dissero no all’atomo nel 1987, era costata ai contribuenti 7mila miliardi di vecchie lire 2) la centrale termoelettrica realizzata al suo posto – e che funziona meno della metà del tempo (2 o 3mila ore contro le 8.600 teoricamente possibili) perchè nata vecchia e capace di produrre energia solo a costi spropositati – era costata altri 7 mila miliardi. Totale: 14 mila miliardi di vecchie lire (circa 250 euro a testa, vecchi e lattanti compresi). Da allora – dall’abbandono dell’atomo, cioè – l’Italia non ha fatto grandi passi sulle energie rinnovabili (nel 2007 produceva con il fotovoltaico un cinquantesimo dell’energia elettrica prodotta in Germania con i pannelli solari). Epperò: ora – grazie al governo Berlusconi – il Belpaese dovrebbe tornare al nucleare. E dove verranno realizzate le nuove centrali a energia atomica? Con buona probabilità, secondo Rizzo, uno dei primi reattori ad accendersi potrebbe essere piazzato proprio a Montalto di Castro. Più che una politica energetica, una tela di Penelope.

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