1. “U.S. states suffer unbelievable revenue shortages”, Reuters. I problemi non mancano. Ma nemmeno l’ottimismo. Larry Summers – capo dei consiglieri econimici del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama – è tornato oggi a ripetere uno degli slogan più à la page di quest’autunno 2009: la ripresa economica è vicina. Una lieta novella che però non dev’essere ancora stata ben compresa da lavoratori e contribuenti a stelle e strisce. Che – causa una disoccupazione dilagante – stanno pagando sempre meno tasse e mettendo quindi in ginocchio le disastrate casse dei 52 stati Usa. Scott Pattison, direttore esecutivo della National association of state budget officers, infatti non ha misurato le parole. E – all’agenzia di stampa Reuters – ha detto chiaro e tondo che la situazione “è pazzesca. Semplicemente incredibile”. La maggior parte degli Stati dell’unione, ha ricordato Pattison, era stata molto pessimista nello stimare il gettito fiscale di quest’anno e aveva deciso di tagliare molte spese. Ma non è bastato. Alcuni esempi citati da Reuters: l’Indiana si ritrova con l’8% di soldi in meno del previsto; l’Iowa con l’8,4%; il Mississipi è a meno 10%. E questo significa meno quattrini per riparare strade, pagare insegnanti e perfino la benzina delle auto della polizia. Tutte spese che – negli Usa – sono a carico dei singoli Stati.
  2. “California Budget Is Already in the Red 10 Weeks After Passage”, Bloomberg. Ma al peggio non c’è mai fine. E lo sta scoprendo, a sue spese, anche la California. Che – causa la crisi economica peggiore dal Dopoguerra – proprio non riesce a far quadrare i conti. La disoccupazione infatti – in quello che negli Stati uniti era chiamato il Golden State – è arrivata in agosto ad un rotondo 12,2%. Risultato: da quando è iniziato il nuovo anno fiscale – cioè da luglio scorso – la California ha già accumulato un buco nelle casse dello Stato da 1,1 miliardi di dollari (su un bilancio da 85 miliardi di dollari). Un buco che – a meno di una schiarita sul fonte disoccupazione ed economia – dovrebbe allargarsi ancora con il passare dei mesi. E che quindi andrà riempito in qualche modo. Anche se ancora non si sa esattamente come. E infatti: già quest’estate il governatore, ex palestrato ed ex attore Arnold Schwarzenegger – alle prese con enormi guai di bilancio – aveva dovuto giocare se non tutte, molto delle sue carte. Tagliando tutto il tagliabile (scuola e quel poco di assistenza sanitaria per i poveri). Ed arrivando perfino ad emettere cambiali (insomma: dei “pagherò”) per pagare dipendenti pubblici e fornitori dello Stato.
  3. “PM outlines £16bn asset sales programme”, The Indipendent. Se gli Usa piangono, l’Europa non ride. A Londra, il debito pubblico è schizzato in solo dodici mesi dal 44% (agosto 2008) al 57% del Pil (agosto 2009). Una corsa che, secondo alcuni analisti citati alcune settimane fa dal quotidiano britannico “The Guardian”, non è destinata a fermarsi tanto presto. Portando il rapporto tra debito e Prodotto interno lordo all’80%. Il premier Gordon Brown – però – ha già trovato una soluzione. Come scrive oggi “The indipendent”: da brava debitrice, la Gran Bretagna venderà una buona fetta dei suoi gioielli di famiglia: dal tunnel di Dartford sul Tamigi alle partecipazioni nella società di un altro celebre tunnel, quello sotto la Manica. Parte dell’opposizione – e in particolare i liberaldemocratici – ha obiettato che facendo questa operazione ora – un momento di crisi, in cui girano pochi soldi – si rischia non di vendere, ma di svendere. Ma si sa che questi sono solo punti di vista. Per lo Stato magari sarà una svendita. Per qualcun altro un affare.

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