DI

GIULIETTO CHIESA
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Quante volte, discutendo dell’11 settembre, mi sono sentito rivolgere domande sul funzionamento dei servizi segreti e sulla loro possibile connessione con attentati terroristici. Ogni volta è difficile spiegare al pubblico inesperto come funzionano le cose. Non ne capiscono un acca nemmeno molti giornalisti.
I quali, infatti, da anni corrono dietro ad Al Qaeda, che è la sigla, il logo, che non ha dietro un bel niente se non le capacità inventive della CIA, del Mossad e dell’MI-5.
Non ne capisce molto nemmeno quel degno e ammirevole intellettuale critico che si chiama Noam Chomsky, figuriamoci. Per questo scrivo questa postilla alle istruttive rivelazioni che emergono dallo scandalo dell’assassinio, in Dubai, di Mahmoud Al-Mabhouh, uno dei principali dirigenti dell’ala militare di Hamas. In scena, ovviamente, il Mossad, ma la firma non la si troverà mai.
Nella foto: gli agenti del Mossad coinvolti nell’omicidio di Mahmoud Al-Mabhouh
Gl’imbecilli che continuano a pensare che i complotti non esistono, non possono ovviamente capire un mondo dove il complotto è diventato la regola generale, inclusa la finanza e l’economia. Ma basta dare un’occhiata nel mucchio delle cose che si vedono, per capire come funzionano queste operazioni. Lasciamo stare i passaporti veri, rubati, con le foto false. A parte il fatto che il trucco ricorda da vicino quello che venne usato per rivelare le identità dei 19 terroristi presunti dell’11 settembre: questo è l’abc delle spie. Ma guarda invece chi ha partecipato all’operazione in Dubai.
Nota 1 – Il Mossad è imbottito di agenti arabi. Così come di ogni altra nazionalità immaginabile, in ogni scenario. Ma questo è solo il primo strato. Ce ne sono molti altri. Per esempio nelle indagini in Dubai sono incappati due ex funzionari della polizia politica palestinese (Ahmad Hasnain e Awar Shekhaiber). Nota l’”ex”. Lo erano. Adesso sono businessmen in Giordania. Si fa sempre così. E’ la forma di outsourcing dei servizi segreti. Comunque sappiamo che il Mossad ha suoi uomini direttamente nei gangli vitali dell’Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen. La quale è interamente al soldo della CIA. Si chiama infiltrazione. E poi andate a chiede ad Hamas di fare pace con Al Fatah: se vi ridono in faccia è perchè sono gentili.
Nota 2 – Ma non penserete mica che il Mossad abbia le sue mani così corte da fermarsi agli amici degli amici! Infatti ha infiltrati anche dentro Hamas. E’ finito in carcere, in Siria, uno dei più vicini consiglieri di Khaled Mashaal, il capo di Hamas. L’accusa è di essere stato la talpa per liquidare Mahmoud Al Mabhouh.
Nota 3 (storica) – A parte lo stranissimo “anarchico” Gianfranco Bertoli, che tirò la bomba contro la folla che stazionava attorno alla Questura di Milano  dopo il passaggio dell’allora premier mariano Rumor (“anarchico” proveniente da un kibbuz israeliano, ex agente – per ammissione esplicita di Niccolò Pollari – prima del SIFAR e poi del SID), torna alla mente la rivelazione che Giovanni Galloni, stretto collaboratore di Aldo Moro, fece dopo l’assassinio dello statista democristiano. Sono le parole pronunciate da Aldo Moro in persona prima di essere rapito e ucciso: “La mia preoccupazione è questa: che io so per certa la notizia che i servizi segreti, sia americani che israeliani, hanno infiltrati nelle Brigate Rosse, ma noi non siamo stati avvertiti di questo, sennò i covi li avremmo trovati”.
Lo ricordo perchè tutti (in particolare i più giovani) si guardino dalle sciocchezze che circolano e non mi chiedano più se io penso che CIA e Mossad avessero infiltrati nei gruppi terroristici che parteciparono all’11 settembre. Certo che li avevano! E che li hanno!  Dunque ogni volta che un attentato produce morte e paura ricordatevelo sempre: loro come minimo sapevano, come massimo hanno partecipato. La percentuale azionaria varia da caso a caso.

Fonte: www.giuliettochiesa.it/
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