di

Felice Capretta


Mentre scriviamo buona parte dei telegiornali sono impegnati in severe riflessioni sull’andamento della giornata calcistica, che ha rimandato di 7 giorni la festa di una società per azioni. La suddetta società per azioni ha assoldato circa 30 uomini e li ha fatti confrontare, secondo regole definite, a 11 alla volta contro altri 11 di altre società.
Tra tutti questi confronti, la suddetta società per azioni ha totalizzato un punteggio superiore alle altre a partire da settembre scorso e pertanto puo’ affermare di avere fatto meglio delle altre, ma dovrà ottenere un buon risultato la prossima settimana per poter affermare con sicurezza di avere fatto meglio delle altre.
Evviva.
Sempre meglio della foto scattata a due calciatori in atteggiamento intimo che campeggia da tre giorni sui principali quotidiani. Dopo averla rivista per la decima volta, abbiamo apprezzato lo spirito di un lettore che l’ha rivisitata così, con un interessante dialogo tra i due:

Bene.
Intanto l’ecofin si è riunito, mentre scriviamo ancora nessun risultato ne è uscito, la riunione è sospesa e riprenderà chissàquando.
Si prevedono straordinari domenicali e serali per i ministri (saranno pagati il doppio?) che devono assolutamente dare una parvenza di risposta ai mercati entro le 9 di domani mattina, quando le principali borse europee apriranno e l’Ecofin non potrà approfittare dei mercati chiusi.
In ogni caso, come molti lettori affezionatissimi hanno segnalato, la prima vittima dell’Ecofin è stato un ministro che non ha retto all’emozione e si è sentito male.
Ora sta bene, testuale: "considerate le circostanze".
Buon per lui.
Un po’ vien da ridere, pero’.
Londra, NO al sostegno all’Euro e parlamento senza maggioranza
Prima che partisse l’Ecofin, Londra metteva già le cose in chiaro per bocca del futuro ex Cancelliere dello Scacchiere Alastair Darling
da reuters:

Il ministro britannico delle Finanze Alistair Darling ha detto oggi che è importante fare tutto ciò che è possibile per stabilizzare i mercati finanziari, ma che il suo paese non fornirà supporto all’euro.
[…]

"Oggi dobbiamo mostrare di nuovo che agendo insieme possiamo rendere stabile la situazione, non vogliamo mettere in pericolo la ripresa che sta lentamente arrivando. E faremo la nostra parte", ha detto il ministro ai giornalisti.

"Ma quando si tratta di sostenere l’euro, ovviamente ciò riguarda i paesi della zona euro"

In altre parole: problema vostro.
Indicibili pensieri che forse ha pensato Londra: abbiamo già una nazione in bancarotta e non sappiamo che pesci pigliare, figurarsi se vi diamo un soldo.
Vedremo se il probabile governo Cameron/Clegg sarà daccordo, sempre se riuscirà a superare le divisioni ed il blocco di un parlamento privo di maggioranza, fermo restando che siamo davanti ad una mossa degna della migliore dissezione geopolitica globale: Londra, pur facendo parte dell’UE, non ha interesse nè ad adottare la divisa dell’UE nè a sostenere la divisa dell’UE.
Trattasi di strategia "ognun per sè", che storicamente precede la strategia "si salvi chi puo’".
Berlino, SI al sostegno alla Grecia e Bundesrat senza maggioranza (proiezioni)
Chissà cosa avrà pensato la Merkel, che tanto si è data da fare per prestare soldi ad Atene ed evitare che l’Euro imploda su se stesso al primo refolo di vento speculativo, quando i suoi elettori in questa tornata elettorale hanno pensato bene di schiaffeggiarla sonoramente.
Dalle prime proiezioni, infatti, risulta che la coalizione di cristiano democratici e liberali al governo in Germania esce sconfitta dalle elezioni regionali in Nordreno-Westfalia e perde di conseguenza la maggioranza al Bundesrat, il Senato federale delle regioni.
Forse la sua caparbietà nel voler prestare soldi ad Atene ha avuto l’effetto temuto sui votanti tedeschi?
FMI, SI ai fondi per la Grecia, maggioranza non in pericolo
Il FMI non è un organismo eletto e non rischia la maggioranza.
Forse è per questo che la riunione è stata facile e veloce: 26,4 MLD di SDR pronti per la Grecia. Come se li procureranno, non si sa. Forse qualcuno si immagina qualcosa ricordando questo vecchio post.
Notare anche che si parla di SDR, non di dollari.
Ma – già – il FMI ragiona in SDR.
Già.
Da swissinfo

NEW YORK – Il board del Fondo Monetario internazionale (Fmi) ha approvato un pacchetto di aiuti da 26,4 miliardi di Sdr (special-drawing right), o 30 miliardi di euro. Lo comunica il Fmi in una nota.
Il board esecutivo del Fondo "ha concluso la propria discussione sulla Grecia e ha approvato uno ‘stand-by arrangement’ di tre anni per un ammontare totale di 26,4 miliardi di special drawing rights (30 miliardi di euro)", si legge nel comunicato diffuso dal Fmi. Gli aiuti approvati rientrano nel pacchetto più ampio, che dovrebbe raggiungere i 110 miliardi di euro, e che include gli stanziamenti dell’Unione Europea.

…vien da dire che i numeri sono ormai così enormi da inibire ogni logica.
E ora, chi paga?
Ricordate i famosi Parametri di Maastricht?
Per entrare nell’Euro bisognava avere i conti in ordine. L’unione sancì un decalogo, o meglio, un poker di obiettivi da raggiungere, per dimostrare che i conti sono in ordine e che la nazione era degna di entrare nella moneta unica.
Uno dei parametri di Maastricht recitava:
Deficit/PIL entro il 3%.
Già, ma cos’e’ questo deficit sul PIL?
Per deficit si intende "disavanzo pubblico", ovvero le entrate correnti meno le uscite correnti nell’anno, ovvero quanto guadagna lo stato in un anno meno quanto spende lo stato in un anno.
Solitamente gli stati spendono più di quanto guadagnano, e questo è piuttosto normale se pensate a quanto rende l’istruzione pubblica, o a quanto rende asfaltare le strade e così via.
Se pero’ spendono mostruosamente più di quanto guadagnano, per esempio con una pubblica amministrazione parassita, tasse pagate da pochi e molti altri esempi, sono condannati a sprofondare nei debiti.
Un deficit al 3% del prodotto interno lordo è considerato accettabile.
L’italia oscillava intorno al 5% e non vogliamo sapere come ha fatto a rientrare nel parametro di Maastricht.
Sappiamo come ha fatto la grecia: con uno swap combinato con le banche d’affari. Ha fatto il gioco delle tre carte.
Oggi il gioco è venuto allo scoperto: il rapporto deficit/PIL della Grecia ha raggiunto il 13.6% quest’anno.
E per concludere, sempre per la serie "e ora, chi paga?"
Debiti totali: 2 volte il PIL mondiale
Secondo le stime del «Sole 24 Ore» (qui l’articolo completo) , usando vari studi e banche dati, se si sommano i debiti totali (pubblici e privati) di

  • Stati Uniti
  • area euro
  • Gran Bretagna
  • Giappone
  • Canada

si arriva a una cifra quasi difficile da pronunciare: 130mila miliardi di dollari.
Per intenderci: due volte il Pil mondiale.
O due volte e mezza la capitalizzazione di tutte le Borse del globo.
Non occorre essere esperti di economia: perfino ad una capra qualsiasi, davanti a questa semplice matematica, sorge spontanea la domanda:
e ora, chi paga?

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