DI

PAUL KRUGMAN
krugman.blogs.nytimes.com

 

 

 

 

 

 

 

 

Si meraviglia Mark Thoma dell’intenso desiderio di Raghuram Rajan di trovare qualsiasi argomento, qualunque, a difesa dell’incremento dei tassi di interesse, anche quando la disoccupazione sfiora il 10 %.In effetti, Rajan si limita a dedurre che la Federal Reserve statunitense dovrebbe aumentare i tassi di interesse perchè la disoccupazione è bassa in Brasile.
Leggendo ciò, mi rendo conto di come avessi già letto qualcosa di simile precedentemente. Nell’estate del 2008, quando il mondo stava precipitando in recessione, Ken Rogoff pretendeva che la Fed e la BCE aumentassero i tassi, dato l’aumento dei prezzi delle merci e le spinte inflazionistiche nei paesi in via di sviluppo. Anche qui, risultava molto difficile capire quale modello economico potesse giustificare e seguire questa esigenza.
E permettetemi di aggiungere Jeff Sachs in questo gruppo. Brad DeLong si sorprende della opinione recentemente espressa da Sachs, che esige una austerità fiscale proprio adesso, argomentando che l’espansione fiscale ha avuto solamente effetti negativi che, di fatto, non si vedono da nessuna parte se si osservano i dati.
Che succede? Non credo che si possa ricorrere a polemiche di lotta di classe. Ciò che penso è che stiamo assistendo alla profonda seduzione di economisti (e non solo) rispetto a quelle che potremmo chiamare posizioni di rigidità intellettuale che nuociono all’economia (e alle popolazioni che ne dipendono).
Keynes lo sapeva. Discorrendo riguardo la singolare attrazione verso la teoria economica classica, anche in un mondo dove questa aveva fallito manifestatamente, osservo questo: "Che si giunga a conclusioni sufficientemente diverse di ciò che si aspetterebbe da una persona comune poco istruita, questo aumenta il prestigio intellettuale di coloro che le abbracciano. Che i loro insegnamenti, traslati alla pratica, fossero rigidi e spesso disgustosi, ne conferiva ancora più prestigio".
Qualcosa di simile, credo, sta succedendo ora. Gli appelli urgenziali all’austerità danno la sensazione di coraggio, rigore mentale e prestigio, permettendo agli economisti di vantarsi del proprio atteggiamento di persone serie che non barcollano a differenza dei ragazzi dal "denaro facile".
Sì, lo so che tutto questo può risultare offensivo. Però ciò che chiama all’attenzione è che, nei tre casi qui menzionati, si tratti di economisti con grande preparazione – gente, cioè, che ha investito tutta la vita nel costruire ragionamenti scrupolosamente fondati in modelli – che si servono di argomenti senza fondamento in alcun modello.
E, se mi è permesso dirlo, abboccando alle seducenti ricette di austerità economica, alcuni dei miei colleghi stanno facendo un errore enorme. In un tempo nel quale avremmo bisogno veramente di chiarezza intellettuale, quello che fanno è, al contrario, aumentare l’oscurantismo intellettuale già prevalente.

Paul Krugman (professore di economia nella Princeton University e premio Nobel per l’economia 2008)
Fonte: www.rebelion.org
Link: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=107827&titular=la-seducci%F3n-de-las-exigencias-de-dolor-y-austeridad-econ%F3mica-
Traduzione per comedonchisciotte.org a cura di MATTEO B. LUCATELLO (www.matteolucatello.it)