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di rosalinda scalia

Da pochi giorni il parlamento cileno ha approvato la legge sulla neutralità della rete, primo caso in tutto il mondo. Riportiamo un’estratto da El Paìs del 23 luglio 2010 (in rassegna stampa per chi lo volesse leggere in lingua originale):

‘La guerra è cominciata nel 2007, quando migliaia di internauti cileni iniziarono a bombardare di emails i loro parlamentari chiedendo una legge sulla neutralità della rete. Dall’altra parte dei computer i politici si chiedevano cosa volesse quella gente nello specifico, non avevano nemmeno idea di ciò di cui si parlava… Nel corso di questi ultimi tre anni gli sforzi di “quella gente”,  volti a spiegare ciò di cui aveva bisogno, hanno prodotto l’effetto sperato,  senza scendere in piazza, senza organizzare riunioni segrete con personaggi influenti ma usando soltanto le “armi” della rete: blogs, emails, socialnetworks.

Pepe Huerta dirige da tre anni neutralidadsi.org, sito promotore del movimento cittadino a favore della neutralità della rete, che ha portato avanti una battaglia “a volto scoperto”, come dicono gli internauti. Tre giorni fa, come conseguenza di questo movimento, il Cile è diventato il primo Paese al mondo ad avere legiferato a favore della neutralità della rete.

Come spiega Gonzalo Arenas, uno dei deputati che hanno approvato la legge,  i fornitori di un servizio internet lavorano basandosi su un sistema di probabilità, calcolando che non tutti gli internauti si collegheranno simultaneamente e che la domanda non supererà mai l’offerta. […] Solo il 5% degli internauti usa il 90% della capacità totale della rete, e se fosse per le compagnie, i clienti dovrebbero usare internet soltanto per controllarsi la posta. Gli Internet Service Provider (ISP), infatti, operano la politica del Traffic Shaping.

Ad ogni modo, la legge appena approvata dal Parlamento è chiara rispetto agli obblighi delle compagnie: “non potranno arbitrariamente bloccare, interferire, discriminare o rallentare nè restringere il diritto di nessun utilizzatore di internet che voglia inviare, ricevere o offrire qualsiasi tipo di contenuto, applicazione o servizio legale attraverso la rete”.

L’obiettivo della legge è quello di garantire trasparenza dei servizi internet e la tutela di chi usufruisce del servizio“, dichiara il sottosegretario alle telecomunicazioni Jorge Atton.

E questo obiettivo è stato raggiunto da un gruppo di uomini e donne che non militano in politica nè superano i 35 anni, non rispondono ad una struttura associativa rigida nè dispongono di finanziamenti particolari. Sicuramente il loro metodo è stato efficace, oltre che bombardando i deputati con le loro email sono riusciti a mandare il loro messaggio a tre milioni di persone in un Paese che ne conta sedici’.

L’articolo si conclude con una riflessione su come il tema della neutralità della rete sia oggi sentito in tutto il mondo, nonostante le compagnie telefoniche, nei più grandi Paesi, si oppongano all’attuazione di una legislazione a riguardo.

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