DI

MARCO DELLA LUNA
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La classe politica italiana sa solo farsi i propri interessi e non sa amministrare il paese né si interessa a farlo. Siccome lo gestisce malissimo, gli appoggi e i consensi per restare al potere se li può procurare solo col sistematico clientelismo corruttivo – il che la spinge a peggiorare vieppiù la sua gestione, l’insoddisfazione popolare per tale gestione, quindi radicalizza il suo bisogno di usare il clientelismo corruttivo per restare al potere. Stanno lì a guardare il paese che va in malora – tanto a loro i soldi delle tasse, per arricchirsi e per comperare i consensi, arrivano comunque. E’ una spirale, che porta alla distruzione dell’Italia. La classe politica non può, per le predette ragioni, risanare il paese né correggere se stessa, ma solo peggiorare: lo ha sempre fatto e lo sta ancora facendo, e si perpetua così nelle sue nuove leve, generazione dopo generazione. Una classe politica siffatta è un cancro, nuoce alla popolazione, non rappresenta nessuno, e andrebbe sostituita in blocco, materialmente, affinché non continui a riprodursi. Solo che nessuno può eliminarla e nessuno può creare dal nulla una classe politica sostitutiva, che non esiste.
Intanto, niente più funziona in Italia, tutto si lacera e va a pezzi: il territorio nazionale (ad alto rischio idrogeologico al 90%), il partito di maggioranza, il governo, l’opposizione, la funzione giudiziaria, l’occupazione, l’innovazione, le infrastrutture. Se anche si andasse presto a votare, i più recenti sondaggi indicano che dalle urne non uscirebbe una maggioranza parlamentare, nemmeno se si adottasse il sistema elettorale tedesco. L’intera classe politica non affronta i problemi, per quanto urgenti, ma si occupa solo di depredare, accusare, ricattare, delegittimare, difendersi da delegittimazioni. Il premier fa un passo falso dopo l’altro, soprattutto con minorenni e donne di facili costumi, e adesso si parla anche di droga. La cosa in sé non è anormale, in un paese in cui, per esempio, sistematicamente, ai parlamentari si offrono escort e droga, per renderli gestibili, affidabili. Il problema con B è si altra natura: la sua conclamata incapacità di imparare dai suoi ripetuti errori e la sua rivendicazione di questo suo stile di vita, la sua evidente perdita del senso del “limite”, sono seri indizi di possibili problemi psichici (ipercompensazione dell’ablazione della prostata) o, più probabilmente neurofisiologici, ossia dovuti a un deficit di interconnessione tra aree corticali della cognizione e della volizione da una parte, e nuclei profondi dell’emotività e della libido dall’altra. Un tale deficit spiegherebbe la paradossale incapacità del premier di apprendere e correggere i propri comportamenti inadeguati per effetto delle frustrazioni emotive che questi gli cagionano. Il deficit è grave, come dimostra il fatto che B ha fatto l’improvvida battuta contro i gay proprio mentre era sotto accusa per il caso Ruby; ciò dimostra che non è in grado di percepire l’inopportunità per suoi atti per la sua immagine nemmeno mentre sta pagando le loro conseguenze ed è biasimato da mezzo mondo . Il deficit potrebbe essere causato sia da un processo degenerativo, che dagli effetti collaterali di farmaci per il sostegno dell’umore e della capacità lavorativa. Nella seconda ipotesi, sarebbe relativamente facile intervenire correttivamente, da parte di un medico competente. E bisognerebbe farlo con urgenza, perché una persona con le sue importanti funzioni recuperi l’efficienza mentale. Anche perché può darsi che B sia ancora premier l’anno prossimo, quando il governo che sarà in carica dovrà compiere scelte impopolari: il calo dell’occupazione e del gettito fiscale, congiunto alle prescrizioni europee (ossia: tedesche) di ridurre il debito pubblico a tappe forzate predeterminate, si tradurrà in ulteriori tagli alla spesa sociosanitaria, all’azzeramento degli investimenti pubblici, e soprattutto a un maggiore prelievo fiscale. La ricetta della recessione senza uscita, insomma. Ma voluta dall’”Europa”, ossia dalla maschera del mago di Oz, dietro cui si nasconde il decisore finanziario.
In tale contesto, il 31 Ottobre, rivolgendosi al livello mentale medio, reale o presunto, del loro pubblico, molti Tg aprono con lunghi servizi sulla supervincita al lotto del sistemone “Mamma”. Solo come terza o quarta notizia arriva quella importante: le dichiarazioni del Presidente di Confindustria. Prevedendo la vicina caduta del governo Berlusquater, quindi l’opportunità di dare ad esso la colpa del dissesto e delle nuove tasse (tassa patrimoniale in primavera) per curare il paese onde tornare a poter sperare (carota virtuale), la Marcegaglia ha detto un primo pezzo di verità scomoda: l’Italia è bloccata e va a fondo, nel suo debito, nel suo vecchiume, nel marcio delle sue istituzioni e nell’inerzia del suo governo. Ma non ha detto il secondo e più importante pezzo, ossia che nessun governo occidentale, nemmeno il governo Obama, riesce a riformare l’economia, per la semplice ragione che non dispone più delle leve dell’economia, le quali oggi sono in mano al cartello bancario mondiale della moneta e del credito.La realtà è che le analisi, i giudizi e le proposte di Confindustria non considerano la dimensione e la dinamica macroeconomiche, quindi sono fuori della realtà – analogamente a quelli del governo e dell’opposizione.
Nella storia, i debiti pubblici degli stati che non riescono a pagarli si estinguono quando questi stati muoiono, quando si sciolgono. L’Italia è un paese malnato e fallito, degradato e ingessato, che non si riesce più a governare e a tenere insieme (impedendo l’indipendenza del Nord) se non cambiando metodo, ossia usando la forza di una mafia che non solo condizioni le maggioranze parlamentari e regionali, ma abbia in mano forze dell’ordine, fisco, mass media; e che si faccia legittimare raggiungendo accordi col Vaticano e cogli USA (134 basi militari in Italia). La funzione di un governo tecnico potrebbe esser quella di preparare questa svolta, rinviando le elezioni politiche a quando essa sarà consolidata e irreversibile, e avrà fatto cassa con le nuove tasse. Per queste ragioni sarebbe preferibile che qualcuno, magari lo stesso B, staccasse la spina, però non solo a questo o quel governo (si somigliano tutti), ma proprio a questo balordo e disastroso esperimento di Italia “unita”, prima che la sua agonia e il suo degrado ci trascinino tutti in un inferno di mafia, polizia, tasse e corruzione a livello africano.
Fini si è mosso quando gli hanno detto di farlo perché l’abbattimento di B era già predisposto e a lui si poteva dare un ruolo prestigioso nella svolta e dopo. Però non si faccia illusioni di poter poi continuare a smarcarsi, nel nuovo incarico, come ha fatto sempre, con Almirante in principio e ora con B. Infatti da oggi avrà sempre bisogno di protezione, dato che gli hanno messo scheletri pesanti nell’armadio (non importa se veri o falsi): l’appartamento già proprietà del suo partito e venduto a 1/3 del valore a suo cognato; il lucroso appalto Rai a sua suocera, che non aveva esperienze televisive. Fini adesso si goda la gloria di silurare B, si goda gli allori di un Bruto alle idi di Marzo (se sono queste le sue fantasie), resti tranquillo alla presidenza della Camera come se non avesse solennemente promesso di dimettersi qualora fosse risultato che la casa di Montecarlo era di suo cognato; e usi pure di quella presidenza per fare ostruzionismo al governo: tutto gli è consentito – ma sappia che, se lo metteranno su, è perché ha il collare elettrico che lo rende affidabile; e che, dal giorno dopo, dovrà rigar dritto, perché il regime, quello che “piscia in testa” ai politici, può darlo in pasto ai pm e ai giornalisti quando e come vuole.

Fonte: http://marcodellaluna.info
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