Ho già parlato in due precedenti articoli (primo e secondo) dei miei profondi dubbi su quel personaggio pubblico di nome Roberto Saviano, e adesso che un supposto "scrittore antimafia" conduce spettacoli in prima serata sulla RAI i dubbi si trasformano piano piano in certezze. In un sistema marcio come quello in cui viviamo, sistema in cui vaccini tossici vengono spacciati per prevenzione delle malattie, in cui scie di aerei che in certi giorni ricoprono intere nazioni vengono spacciate per scie di condensa, in cui le cure naturali per le malattie vengono di fatto boicottate dal sistema sanitario, com’è possibile pensare che un programma in prima serata sulla televisione di stato venga affidato ad un reale paladino della lotta alla mafia?
Come credere che il sistema di potere, che notoriamente gestisce direttamente o indirettamente tutti i mass-media di rilievo, possa permettere che su una rete nazionale si facciano delle reali critiche al sistema stesso? O forse vogliamo credere davvero che la mafia sia l’antistato e che lo stato non riesce a averla vinta sulla mafia nonostante la lotti assiduamente? Certo, sarebbe più consolante poter credere che non esistano connessioni tra politica e mafia, che non esistano poteri occulti che manovrano dietro il teatro della politica perseguendo sporchi fini, e chi vuole crederlo è libero di farlo.

Chi invece non si accontenta delle dozzinali "verità" che vengono diffuse dalla propaganda di regime è condotto a pensare che Saviano sia una creatura di quello stesso sistema che a parole egli afferma di combattere.

Una  conferma di tutto ciò la si può avere scoprendo ad esempio che la società che ha prodotto il programma condotto dal duetto Fazio- Saviano "Vieni via con me", la Endemol, è una società di Silvio Berlusconi. A questo punto ascoltando la trasmissione e vedendo degli (pseudo) attacchi a Berlusconi la "gente di sinistra" (spesso molto miope come la "gente di destra" in quanto portata a seguire i guru di turno invece che a ragionare con la propria testa), gongola ed applaude dimenticandosi che Saviano è proprio quello che ha definito Israele "una democrazia sotto assedio".

Il bello è che la Endemol stava attraversando un periodo di forte crisi, e questa trasmissione sembra studiata apposta per ridare fiato alla società, permetterle di conquistare un nuovo target, e assicurandole nuovi introiti. Già il 21 agosto il Sole 24 Ore infatti  dava la notizia relativa a "circa 3 miliardi di dollari di indebitamento" della società Endemol, e successivamente ai primi di novembre sul Corriere della Sera leggiamo che "L’investimento in Endemol comincia a pesare a Cologno Monzese".

Ma cosa produce la Endemol? Ebbene alcuni dei prodotti più famosi di tale azienda sono i programmi  "Il Grande Fratello", "La pupa e il secchione", "La Prova del Cuoco", "Chi ha incastrato Peter Pan?", "I migliori anni", "Soliti Ignoti", "Affari Tuoi", "Chi vuol essere milionario?", "Viva las Vegas", "Verdetto Finale".

Come giustamente osserva il sito casadellalegalita in un recente articolo (che invito tutti a leggere per intero):

Adesso la società di Mediaset, che deve recuperare introiti, si è lanciata nella produzione anche di "Vieni via con me", la trasmissione di Fabio Fazio e di Roberto Saviano. D’altronde se Saviano ha garantito alla MONDADORI di far incassi straordinari, perché mai non dovrebbe garantire successo ed incassi ad una trasmissione televisiva in grado di soddisfare quella fetta di mercato che la società del Cavaliere non raggiungerebbe mai con "Il grande fratello", "La pupa e il secchione" e via discorrendo?

Inoltre la pubblicità su quel settore di telespettatori è assicurata dai telespettatori stessi. Con l’ormai collaudato "urlo" alla censura (sul modello di AnnoZero), cioè annunciata ma mai attuata, la mobilitazione dei consumatori "contro la censura" è il miglior canale di promozione, senza nemmeno spendere soldi in spot e soprattutto capace di girare in quelle "reti" dei nemici di Cavaliere.
Il vantaggio per il Cavaliere è assicurato: la trasmissione prodotta produce introiti, si può far fare un bel po’ di revisionismo e disinformazione dal nuovo "guru" Saviano, ed in parallelo si ricompattano al meglio i suoi seguaci per gli "attacchi" che (sembrano) essere portati al Cavaliere stesso. Un servizio così a costo zero, anzi con guadagno non è mica una cosa che riesce a tutti, ma al Cavaliere si! D’altronde non si è sempre detto che Berlusconi guarda solo ai suoi interessi? Oppure, all’improvviso, il Cavaliere è impazzito e produce con una sua società una trasmissione che lo vuole colpire?
E veniamo alla prima puntata di "Vieni via con me". 8 novembre 2010, lo stesso giorno in cui un giudice era chiamato a definire l’archiviazione di un procedimento per "minaccia aggravata" (non attentato, si badi bene) ai danni di Saviano. Il giudice si è riservato di decidere (e su questa storia poi torneremo nel dettaglio a breve), la puntata è andata in onda regolarmente (anche se con il fantasma della "censura" urlata).

Ma cosa dice poi Saviano nella prima puntata di questo programma gestito da un’azienda di Silvio Berlusconi? Dice delle cose che in bocca ad un meridionale danno proprio fastidio, anche perché si tratta di falsificazioni belle e buone della realtà storica dei fatti. La conquista sabauda dell’intero stivale viene infatti spacciata, copiando le solite trite e ritrite banalità dei manuali scolastici, per un glorioso movimento ideale di libertà ed unità, dimenticando che:

1) L’unità d’Italia avvenne anche grazie a guerre sanguinose quanto insensate che i sudditi dei Savoia dovettero finanziare (fino al 65% delle tasse dello stato sabaudo veniva utilizzato per armare e mantenere l’esercito invece che per costruire dei servizi socio-sanitari per la gente) e combattere in prima persona a causa della coscrizione obbligatoria. Difficile che il popolo fosse realmente contento di questa tanto decantata unità. Per un contadino piemontese o per un contadino lombardo trovarsi suddito di un re italiano che fa pagare molte tasse e ti manda a morire in guerra, era davvero meglio che ritrovarsi suddito di un re straniero?

2) Gli autori di questo "movimento ideale" erano sostanzialmente tutti aderenti alla massoneria (vedi per esempio i tre più famosi,  Mazzini, Garibaldi e Cavour). Persino il sito del Grande Oriente d’Italia (la più nota associazione massonica ufficiale) ammette queste connessioni, ma per Saviano tutto ciò non sembra importante.

3) Molte terre annesse allo stato sabaudo soffrirono una grave recessione dopo l’unità d’Italia, specialmente il sud, il sud dal quale Saviano proviene e della cui storia sembra dimenticarsi. Molto più attento e più rispettoso della verità è addirittura il famigerato sito di wikipedia (noto per altro per il suo allineamento col sistema di potere) il quale alla voce Risorgimento ammette queste scomode verità arrivando persino ad affermare che il tanto vituperato fenomeno del brigantaggio era in realtà un guerra civile a tutti gli effetti:

La storiografia risorgimentale riprese la definizione di brigantaggio usata dallo stesso governo del Regno d’Italia per mascherare agli occhi degli stati europei le gravi difficoltà della avvenuta unità; una più attenta storiografia ha rivelato come in effetti più che di brigantaggio si trattasse di una vera e propria guerra civile (1861-1865) nata nel Sud Italia dopo l’annessione al Regno d’Italia, in seguito all’invio delle truppe dell’esercito. Che non si trattasse di un fenomeno di semplice criminalità è dimostrato proprio dal fatto che si ritenne necessario l’intervento dell’esercito regio e l’emanazione di leggi speciali (la legge Pica 1863), che applicavano la legge marziale nei territori del Mezzogiorno italiano.

La ricerca storica più recente ha contribuito a mettere in luce gli aspetti politici che motivarono la resistenza delle popolazioni meridionali e le conseguenze della sua repressione – prima tra tutte la nascita della Questione meridionale – superando definitivamente il modello che ha tentato per decenni di liquidare l’insorgenza meridionale come fenomeno esclusivamente banditesco.

Nel video qui sotto potete vedere il discorso di Saviano e notare come abbia voluto riproporre (in prima serata) il giuramento degli aderenti alla Giovine Italia, associazione legata alla massoneria, fondata da un noto massone (Mazzini). Nel giuramento non è casuale il ricorso alla parola "fratelli" termine prettamente massonico che ritroviamo d’altronde nel massonico inno nazionale "fratelli d’Italia". Ma forse dovremmo parlare di "confratelli d’Italia" .

Dopo avere visto i legami di Saviano con una delle più potenti organizzazioni  capaci di influenzare il destino del mondo, quella sionista, forse stiamo intravedendo altri legami, e tutto quanto abbiamo discusso in questa serie di articoli ci porta, a ben rifletterci sopra, a formulare delle nuove ipotesi su questo scrittore emergente, "paladino dell’antimafia", sionista dichiarato e adesso conduttore di spettacoli televisivi di grande successo.

Ne parleremo nel prossimo articolo.

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