DI

KURT NIMMO
prisonplanet.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Coalizione dei Globalisti non è interessata a proteggere la popolazione libica da Muammar al-Gheddafi. La no-fly zone e gli attacchi della NATO e degli USA sull’esercito libico non hanno nulla a che fare con la democrazia e con le elezioni libere.
Si tratta di petrolio – e di chi lo possiede.
Nel 2009 Gheddafi ha pronunciato quella parola con la N – nazionalizzazione. Non solo per il petrolio libico, ma per tutto quello della regione. Agli occhi dei globalisti, questo ha reso Gheddafi un pericoloso cane pazzo e ribelle che doveva essere rimpiazzato.
“I paesi esportatori di petrolio dovrebbero optare per la nazionalizzazione a causa della rapida caduta dei prezzi. Dobbiamo mettere la questione sul tavolo e discuterne seriamente”, ha dichiarato. “Il petrolio dovrebbe essere di proprietà dello Stato in questo momento, così potremmo controllare meglio i prezzi dall’aumento o diminuzione nella produzione”.
Come poteva prevedersi, la dichiarazione di Gheddafi è stata un campanello di allarme per la Shell, la BP, la ExxonMobil, la Hess Corp., la Marathon Oil, la Occidental Petroleum e la ConocoPhillips, la spagnola Repsol, la tedesca Wintershall, l’austriaca OMV, la norvegese Statoil, l’Eni e la Petro Canada.
L’anno prima la compagnia statale del petrolio libica, National Oil, aveva preparato una relazione sull’argomenti in cui i funzionari suggerivano la modifica degli accordi EPSA con le compagnie estere in modo da aumentare gli introiti, secondo un rapporto pubblicato sul sito della Pravda [1].

Dopo aver messo in pratica le modifiche ai contratti, la Libia ha guadagnato 5,4 miliardi di dollari dai ricavi del petrolio.
Il piano di Gheddafi è stato riportato dalla Reuters [2] e dai media aziendali.
Oltre a richiedere la nazionalizzazione, il leader libico ha reclamato il sostegno alla sua proposta per smantellare il governo e per distribuire la ricchezza del petrolio direttamente ai 5 milioni di cittadini della popolazione libica.
I burocrati statali, tuttavia, hanno rifiutato l’idea in quanto avevano paura di perdere i loro comodi incarichi e temevano inoltre la collera delle compagnie petrolifere transnazionali e delle banche che le possiedono.
Il primo ministro al-Baghdadi, Ali al-Mahmoudi e Farhat Omar Bin Guida, della Banca Centrale della Libia, hanno detto a Gheddafi che tali misure avrebbero rovinato l’economia del paese conducendola ad una “fuga di capitali”, ovvero i globalisti si sarebbero ripresi i loro soldi dal paese.
“L’Amministrazione ha fallito ed anche l’economia nazionale. Quando è troppo è troppo. La soluzione sta nel dare direttamente alla popolazione libica i ricavi del petrolio e decidere cosa farne”, ha affermato Gheddafi in un discorso trasmesso sulla televisione statale. A questo fine, il leader libico ha sollecitato una riforma radicale della burocrazia del governo.
Il governo, tuttavia, ha votato il rifiuto del piano di Gheddafi di passare la proprietà del petrolio nazionale alla popolazione. 64 ministri su un totale di 468 membri del Comitato Popolare hanno votato per tale misura.
“Il mio sogno in tutti questi anni è stato quello di dare potere e ricchezza direttamente alla popolazione”, ha affermato Gheddafi in risposta al rifiuto.
Nel 1953, gli USA e l’Inghilterra complottarono per rovesciare il governo, eletto democraticamente, del primo ministro iraniano Mohammad Mosaddegh, che aveva promesso la nazionalizzazione della Anglo-Iranian Oil Company, di proprietà inglese, e di darne i profitti alla popolazione iraniana. Mosaddegh tentò di negoziare con l’AIOC, ma la compagnia rifiutò il compromesso proposto.
Per poter ottenere un golpe, l’Inghilterra persuase il Segretario di Stato John Foster Dulles che l’Iran si stava avvicinando ai sovietici. L’allora presidente Truman era alquanto tranquillo al riguardo, ma nel 1953, quando Dwight D. Eisenhower divenne presidente, l’Inghilterra lo convinse ad un colpo di stato comune. La CIA fu inviata per destabilizzare il paese, liberarsi di Mosaddegh e stabilire il brutale dittatore Mohammad-Reza Shah Pahlavi e la sua polizia segreta, la SAVAK.
Per aver sbagliato nel suggerire il ritorno dei profitti del petrolio alla popolazione libica, ora Gheddafi sta soffrendo un destino simile.

Kurt Nimmo
Fonte: www.prisonplanet.com
Link: http://www.prisonplanet.com/in-2009-gaddafi-proposed-nationalizing-libya%E2%80%99s-oil.html
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO
[1] Pravda: http://english.pravda.ru/hotspots/crimes/25-03-2011/117336-reason_for_war_oil-0/
[2] Reuters: http://uk.reuters.com/article/2009/01/21/businessproind-us-libya-gaddafi-oil-idUKTRE50K61F20090121