DI

REZA KALILI
Truth Seeker

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una fonte ben informata all’interno del Corpo della Guardia Rivoluzionaria Iraniana riporta che le tensioni sempre più aspre e i contrasti intercorsi tra il Leader Supremo Ayatollah Khamenei e il Presidente Ahmadinejad hanno convinto l’Ayatollah della necessità di redigere un piano operativo per affrontare gli scontri previsti per le prossime settimane tra le due differenti fazioni.
Questo piano operativo, che di norma dovrebbe essere approvato dal Supremo Consiglio di Sicurezza Nazionale e, in seconda battuta, essere confermato dal Leader Supremo, è stato emesso, invece, come direttiva del Leader Supremo. Istruisce le forze di terra delle Guardie Rivoluzionarie al fine di coordinare gli sforzi con la milizia di Basij per prendere il controllo dell’intero paese, di tutti gli uffici governativi, dei ministeri e delle amministrazioni presidenziali – e ancor più importante – per effettuare un’epurazione totale a tutti i livelli.
La fonte, interna al quartier generale della Guardia noto come ‘Edificio Piano 55’, ha rivelato a Iran Briefing, un sito d’opposizione, che “la fase di avvio del piano, che parte dalle moschee e dai gruppi delle milizie di Basij, sarà strutturato e i gruppi saranno organizzati in maniera tale da prepararsi alla possibilità di scontro che porterebbe a una crisi in modo drastico. Le reti sono già state poste in essere come organismi di supervisione in grado di sferrare il colpo decisivo in caso di necessità.”

Vale la pena menzionare il fatto che gli ordini per un’operazione del genere sono stati impartiti alle forze di Basij cosi che, al segnale, quelli che saranno fedeli al Leader Supremo verranno separati dai sostenitori di Ahmadinejad.

Infine, dalla scorsa settimana, tutti i reparti della milizia di Basij sono stati trasferiti in tutto il paese affinché le procedure specificate nei piani operativi già approvate possano essere realizzati in tandem con ogni gruppo di Basij.
Il progetto, che è stato firmato e siglato dal Comandante delle Guardie Rivoluzionarie, è il seguente: “Tutti i dipartimenti di terra e le forze di resistenza della rete di Basij devono posizionarsi in una maniera tale che tutti i più ardenti seguaci siano coalizzati e possano essere prontamente convocati per un’azione immediata e per la presa del potere.”

Le Guardie Rivoluzionarie, comunque, temono che gli scontri tra i discepoli di Khamenei e i seguaci di Ahmadinejad possano allargarsi alle strade di Teheran, dando così forza a una rinascita del Movimento Verde e delle proteste anti-regime.

Tutto ciò deve preoccupare i comandanti della Guardia Rivoluzionaria, quando è risaputo che oltre il 70 per cento delle Guardie non ha partecipato agli attacchi contro la gente iraniana e che ha rifiutato di sopprimere le proteste anti-regime nel passato. Ora, c’è anche una separazione insanabile tra gli integralisti, alcuni dei quali si sono già divisi, alcuni fedeli a Khamenei, altri seguaci di Ahmadinejad.

Inoltre, il coinvolgimento delle forze di Basij e degli agenti in borghese, che hanno ricoperto un ruolo decisivo nella soppressione col sangue delle proteste che hanno seguito le fraudolente elezioni presidenziali del 2009, ha portato le forze nazionali di sicurezza a dover ammettere al Supremo Consiglio Nazionale di Sicurezza che erano stati sconfitti nei loro sforzi e che non avrebbero potuto contenere le proteste. Questo ha portato le Guardie Rivoluzionarie ad avere il controllo totale di Teheran e di altre grandi città in tutto l’Iran.

In altre parti di questo piano operativo approvato recentemente, è affermato che le Guardie Rivoluzionarie dovranno fare del loro meglio per rilevare il controllo totale della nazione e di tutti i rami governativi entro una settimana. Questo è un preludio che vuole portare a altri piani che saranno “annunciati in un secondo momento.”

Mohammad Ali Jafari, il Comandante in Capo delle Guardie, è inoltre preoccupato del dissenso nei ranghi delle Guardie stesse. Questo dissenso è cresciuto e si allargato nelle loro fila dopo le elezioni fraudolente del 2009 a causa della brutale risposta esercitata verso i dimostranti pacifici, durante la quale centinaia di persone furono uccise e ferite.

Come avevo rivelato il 19 aprile, 37 ufficiali delle Guardie sono stati arrestati e imputati per aver pianificato un colpo di stato contro il regime islamico. Erano stati accusati del tentativo di rovesciamento di oltre 130 istituzioni chiave a Teheran. Ci sono altre informazioni che provengono dalla città di Mashhad su molti altri membri della Guardia che sono stati arrestati con le stesse accuse.

Con gli screzi sempre più evidenti all’interno della leadership e il dissenso tra i ranghi delle Guardie, le forze che hanno costituito la spina dorsale del regime islamico, sembra che questo sia il momento più opportuno per i leader occidentali per farsi avanti e sostenere il popolo iraniano nel desiderio di una completa sovversione del regime.

Se gli Stati Uniti sono così convinti di sostenere gli egiziani e i libici nella loro ricerca della libertà e della democrazia, perché non riconoscere che gli Iraniani meritano la libertà, così come il loro governo? Capiranno l’urgenza e risponderanno a queste richieste?

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Reza Kahlili è uno pseudonimo di un’ex-spia della CIA che richiede l’anonimato per ragioni di sicurezza. È l’autore di A Time to Betray, un libro sulla sua doppia vita da agente della CIA nelle fila delle Guardie Rivoluzionarie, pubblicato da Threshold Editions, Simon & Schuster, nell’aprile del 2010

Fonte: http://www.thetruthseeker.co.uk/

Link: http://www.thetruthseeker.co.uk/?p=26001

 

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE