DI

MIKE WHITNEY
Counter Punch

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono stati i cattivi dati economici degli Stati Uniti, l’improvviso rallentamento della produzione, le spese dei consumatori in calo, la contrazione del PIL o i continui problemi dell’immobiliare?

No. Anche se la prospettiva di una nuova recessione ha spinto al ribasso la quotazione delle azioni per due settimane, il collasso di giovedì riguarda soprattutto l’Europa.
Il direttore della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, ha scatenato il panico quando ha annunciato che la Banca Centrale avrebbe riacquistato i titoli del debito irlandese e portoghese, senza dare indicazioni se avesse comprato anche quelli italiani e spagnoli (Il titolo di stato a dieci anni dell’Italia è salito del 6% in questi giorni, un segnale di una sempre maggiore ansia). Gli investitori hanno interpretato l’annuncio di Trichet come il segno che la BCE non avrebbe fornito sostegno al terzo mercato mondiale di obbligazioni (l’Italia) dando il via a un aumento degli interessi su questi titoli, con le banche di tutta Europa che avrebbero sofferto perdite devastanti.

Tutto questo ha provocato una bufera nel mercato dei titoli, che si è rapidamente diffusa alla borsa, mandando a picco i mercati globali e bruciando 4,4 trilioni di dollari.

E allora cosa significa tutto questo?

Significa che dalla caduta di Lehman di tre anni fa niente è cambiato. Significa che le disposizioni emanate nel corso della “Grande Depressione” non sono state ripristinate, e per questo il sistema finanziario è ancora instabile e esposto alle crisi come lo era nel 2008. Ma torniamo al punto di partenza. Le banche sono talmente sottocapitalizzate che la BCE deve intraprendere misure emergenziali per impedire lo scoppio di una catastrofe. Il Financial Times riassume così la situazione:

“L’Italia può permettersi di ignorare l’aumento degli interessi sui titoli di stato per alcuni mesi. Ma le banche europee non possono aspettare. Le preoccupazioni per le banche, evidenziate dalla forbice tra gli accordi sui rendimenti delle obbligazioni dell’eurozona e gli overnight indexed swap, sono peggiori che durante il periodo di panico dell’anno scorso per la Grecia. L’ultima volta che le azioni delle banche dell’Eurozona erano cadute così in basso risale all’aprile 2009, subito dopo che il mercato giunse al fondo.” (“La medicina del dottor Trichet lascia l’amaro in bocca”, Financial Time)

Quindi il programma di acquisto dei titoli di Trichet è, in realtà, un altro salvataggio per il settore bancario. Ma i giornali non lo descrivono così. Secondo i media mainstream, si tratta di una “crisi del debito”, come se la fonte del problema fosse ancora ignota. Ma si sa che il problema è nelle banche. Le banche sono responsabili al 100 per cento. Ecco uno sguardo d’insieme da un articolo intitolato “La crisi del debito dell’eurozona: le esposizioni delle banche con i titoli italiani”:

Le banche europee (comprese quelle del Regno Unito) detengono 167 miliardi di euro in titoli italiani (soprattutto la Francia, 74 miliardi, e la Germania, 39 miliardi). Le banche e le società di assicurazione italiane hanno nelle loro casse 245 miliardi del debito pubblico. Se teniamo in conto tutto questo (assicurazioni, società finanziarie, ecc.), l’esposizione straniera sul debito pubblico italiano si avvicina a 806 miliardi.

Gli impatti sull’economia

Con l’Italia sotto tiro, la crisi non è più un problema relativamente piccolo e gestibile, ma può diventare un potenziale disastro finanziario. Se il valore dei titoli di stato continua a cadere (e gli spread ad allargarsi), le perdite per le banche potrebbero essere enormi. Le prime a soffrire sarebbero quelle italiane. In primo luogo ci saranno segnali di sofferenza per i prelievi richiesti alle banche locali. Per questo l’esposizione con l’estero aumenterà a più di 250 miliardi di euro, soprattutto per le banche francesi (circa 100 miliardi) e per quelle tedesche, per 75.

Quindi, se Trichet non acquisterà decine di miliardi di titoli italiani sul mercato secondario, le banche in Germania e Francia perderanno tonnellate di denaro e forse finiranno per distruggersi. Questo provocherebbe un’altra crisi globale, che va evitata a qualunque prezzo, giusto? Quindi la BCE ha deciso di riempirsi di titoli inaffidabili per mantenere i prezzi artificialmente alti, risparmiando alle banche le perdite per i loro pessimi investimenti. Vi torna? È la tendenza che ha prevalso dal 15 settembre 2008 e che continua fino ad oggi. Alle banche non è permesso di perdere denaro.

Vediamola così: diciamo che John Blow ha comprato una casa nel 2005 per 400.000 dollari, perché ha creduto alla litania che “i prezzi delle case possono solo aumentare”. Ma nel 2008 il signor Blow è con l’acqua alla gola perché i prezzi degli immobili sono precipitati e la sua casa vale solo 300.000 dollari. Peggio ancora, deve vendere la casa velocemente perché ha appena perso il lavoro. Quindi Blow è costretto a vendere la sua casa per 300.000 dollari e accettare una perdita di 100.000. È così che il capitalismo dovrebbe funzionare, giusto?

Ma questo non si applica alle banche. Se vincono, si tengono i profitti. E se perdono, vengono salvate. E, ovviamente, questo ha conseguenze nefaste per l’economia reale perché deviare i capitali alle fallimentari istituzioni finanziarie (che avrebbero dovuto essere ristrutturate) limita la crescita e la produttività. Non è un caso che i notevoli salvataggi bancari siano stati accompagnati da tagli che hanno spinto l’economia sul bordo di un’altra recessione. Pompare la quotazione dei titoli “tossici” – per simulare un valore superiore al reale– è una cosa costosa che comporta una disoccupazione cronica, la caduta della domanda e un rallentamento della crescita. Finché le banche non verranno ristrutturate e i loro debiti sanati, la prosperità continuerà ad essere inafferrabile. Questo è un estratto di un articolo dell’Economist:

Le preoccupazioni per il finanziamento delle banche sono ai massimi livelli, visto che proprio le banche europee hanno le loro difficoltà a ottenere finanziamenti a breve termine. Gli analisti hanno sempre un occhio puntato sul differenziale Euribor-OIS che, in effetti, dà una misura del nervosismo delle banche europee per i prestiti che si fanno tra loro: questo indice si sta ancora allargando. La quantità di denaro che le banche dell’eurozona hanno depositato nella Banca Centrale Europea (il che comporta, naturalmente, che queste somme non sono state date in prestito ad altre banche) è arrivata questa settimana ai massimi degli ultimi sei mesi.

Sull’altra sponda dell’Atlantico, gli investitori hanno ritirato 66 miliardi di dollari dal mercato monetario nella settimana terminata il 3 agosto, secondo i dati di Lipper, una società di ricerca. È il secondo flusso in uscita mai registrato […] i fondi del mercato monetario stanno facendo una forte pressione sulle scadenze dei titoli. Il capo di una banca europea ha detto la settimana scorsa, in privato, che non ha mai visto una simile avversione al rischio.

Come reazione, la BCE ha annunciato ieri che tornerà a reintrodurre un finanziamento illimitato per sei mesi alle banche che lo desiderino, un prolungamento dai tre mesi attualmente in vigore.” ("High Anxiety", The Economist).

È chiara la situazione? Siamo all’inizio di una crisi bancaria generalizzata. Le banche stanno versando soldi alla BCE nel corso della notte, i mercati monetari stanno affrontando forti prelievi, gli indicatori dello stress del mercato stanno aumentando e i prestiti inter-bancari cominciano a balbettare. Se si congela la liquidità, “la partita è persa”. Il sistema finanziario dell’Unione Europea andrà in fase di stallo e l’economia globale entrerà in caduta libera. Per questo Trichet è intervenuto, nonostante le obiezioni dei membri tedeschi del consiglio che governa la BCE. È l’unica via d’uscita per evitare un’altra catastrofe.

Ma i problemi non sono certo finiti qui. Mentre i titoli italiani e spagnoli perdono di valore, la copertura per le banche tedesche e francesi diminuirà sempre più. Questo farà sì che il finanziamento per le loro operazioni di riporto (gli accordi di cessione temporale) sia più difficile perché i titoli che erano stati utilizzati come collaterali saranno stati tagliati. Quando Trichet compra titoli italiani o spagnoli, in effetti sta fornendo un sussidio alle banche (riducendo i loro rendimenti) e allora lo recupererà dai lavoratori, che dovranno sopportare il peso di misure selvagge di austerità per compensare la differenza.

Questo non ha niente a che vedere col capitalismo del libero mercato. E’ un trasferimento diretto di ricchezza da una classe all’altra. E’ rapina a mano armata.

In ultima analisi, la crisi del credito è ancora al pieno delle forze. I mercati finanziari non sono stati riconfigurati per ridurre il rischio e neppure le banche hanno trovato capitale sufficiente per affrontare le perdite dei loro asset tossici. Le iniziative per regolamentare il sistema dopo il collasso Lehman ha in gran parte fallito. E va anche considerato che la Grande Finanza controlla ora le leve della politica sulle due sponde dell’Atlantico e per questo l’Unione Europea e gli Stati Uniti si stanno incamminando verso un periodo prolungato di stagnazione economica, di disoccupazione e di sommosse sociali.

 

Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/article28775.htm

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE