FONTE: Watchbetweenframes.blogspot.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un altro giorno di pioggia a Seattle. Un clima del genere praticamente ti costringe a vedere film. I teatri forniscono un rifugio dall’umidità e dal freddo. E per quando riguarda uscire, una lunga camminata nella nebbia e nel grigiore stimola la meditazione laddove produttori e studios cercano di portare la mente umana.

Oggi: “CONTAGION”.
Entro aspettandomi un film di propaganda ed esco debitamente gratificato.
“Contagion” racconta la storia di benevoli funzionari pubblici, motivati solo dal dovere. Corrono da una parte all’altra del globo in cerca di un virus e del suo vaccino.

I CDC – Centri per la prevenzione ed il controllo delle malattie – e l’OMS comunicano in qualità di agenzie portavoce modello per sostenere il governo centralizzato. Lo spettatore non si chiede della forse più facilmente dubbia legittimità di acronimi come FDA, Food and Drug Administration; DOE, Dipartimento dell’Energia; EPA, Agenzia di Protezione Ambientale. Quando si tratta della protezione di innocenti da un virus letale, meglio inchinarsi all’autorità morale dei pochi.

Vediamo personaggi sacrificarsi che credono che la miglior condotta sia occultare le informazioni. La trasparenza comporta un pericolo imminente per il pubblico.

Una sorta di meta-mercificazione della paura percorre l’arco narrativo mentre uno per uno, milione dopo milione, sia tra i cittadini che tra i politici cadono in preda alla nuova e migliorata morte, rapida e dal tocco fantasma.
Se l’unica cosa di cui aver paura è la paura stessa, allora forse torniamo al punto di partenza, dove la paura ha ancora il controllo della nostra mente e del nostro corpo come fosse il nostro più grande idolo e burattinaio. Sembra che il terrore rimarrà sempre colui che guida i mortali, qualunque sia la sua origine, la morte, la sofferenza o i film dell’orrore.

Tuttavia in “Contagion” praticamente il messaggio rigira il pubblico con uno schiaffo alla “fidati dei tuoi superiori”. Conclude senza metafore che la cosa più grande da temere è noi stessi. Né la malattia, né un governo di qualsiasi potenza o scopo. Abbiate paure delle rivoluzioni. Del caos. Dei ladri che verranno a rubarvi il cibo.
E soprattutto, abbiate paura di Internet e dei blogger. Giovani giornalisti spavaldi che saggi e vecchi dottori riducono a semplici “graffitari che usano la punteggiatura”. In “Contagion” le televisioni che recitano le notizie della sera in sottofondo trasmettono solo l’onesta verità, mentre paranoici critici giocano con le menti di milioni e fomentano l’ignoranza e il caos su una scala che neanche Walter Cronkite ha mai misurato.

Contagion” maledice il popolino e la natura accessibile di Internet. Ho paura – sì, mi spaventa – che forse una lenta perdita di individuazione appaia all’orizzonte. I campi del FEMA – Ente federale per la gestione delle emergenze -, la legge marziale, la Sicurezza Interna, questi bravi uomini e donne che tengono a noi più di noi stessi. Noi ABBIAMO BISOGNO di loro, strilla il messaggio. Forse più di quanto abbiamo bisogno di noi stessi.

Non mi sorprende che Steven Soderbergh abbia accettato un progetto del genere. Sostiene la “delega dell’industria cinematografica americana per contrastare la pirateria dei diritti d’autore”. Per me si traduce in “non permettete agli individui di tagliarsi una fetta dei profitti di monopolio”. Di nuovo, Internet è il tuo nemico. E anche le masse. Le entità che governano, non così tanto.

Questo film nasconde un’agenda precisa. Ogni figura d’insieme ha bisogno di un più meticoloso e pianificato processo rispetto alla tipica storia con l’eroe/protagonista. Assistere Soderbergh nella sua ricerca comporta una pericolosa ridda di nomi famosi. Ho cercato “Contagion propaganda” su Google e i risultati indicavano che non sono più solo. Questo film ha chiarito le idee a molti scettici.

Anche il CDC è stato consultato per il progetto, come confermato dalla National Public Radio. Acronimi, acronimi, acronimi. In un’era in cui l’autorevolezza della legittimità delle grandi istituzioni centralizzate continua a diminuire, lo Stato aumenterà l’uso di grandi studios, del culto della celebrità e del media sensazionalistici per mantenere il potere. Anche gli studios ne beneficeranno, dato che, in mancanza di una legge sulla proprietà intellettuale, stanno affrontando una drastica diminuzione della loro dilatazione generazionale.

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Fonte: ‘CONTAGION’ means something

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO