Cacciatorpediniere USA nel Mar Cinese Meridionale

© Sputnik. Vitaly Podvitsky

 

La politica di Pechino nel Mar Cinese Meridionale è di natura difensiva, anche se i paesi occidentali non lo riconoscono. Tuttavia la Cina risponderà duramente e con decisione alle interferenze verso la sua sovranità, scrive la rivista “The Diplomat”.

Episodi come la comparsa di una portaelicotteri americana nelle acque del Mar Cinese Meridionale nei pressi delle contese Isole Spratly, che sono rivendicate dalla Cina, non saranno lasciati senza una risposta da Pechino, scrive la rivista “The Diplomat”.

Queste azioni possono essere viste come una provocazione diretta contro Pechino: con le sue manovre, Washington vuole dimostrare di non aver accettato la costruzione di isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale e le rivendicazioni territoriali della Cina che possono seguire questi progetti, osserva la rivista.

Un’altra possibile motivazione consiste nel fatto che gli USA volevano dimostrare ai suoi alleati nella regione di essere in grado di tenere sotto controllo le azioni della potenza rivale. Il comportamento di Washington può anche essere una reazione alla forte contrapposizione della Russia in Siria: Mosca ha “verificato” le posizioni degli Stati Uniti in Medio Oriente e Washington a sua volta avrebbe utilizzato la regione Asiatico-Pacifica come uno spazio per dimostrare la sua forza.

“Aumentano le probabilità che la Cina si prepari ad un conflitto con gli Stati Uniti, dal momento che Pechino, più che mai, è sospettosa del comportamento di Washington nel Mar Cinese Meridionale”, — scrive “The Diplomat”.

Allo stesso tempo le riforme attuate dal presidente Xi Jinping migliorano le capacità di combattimento delle forze armate cinesi, aggiunge la rivista. Se gli Stati Uniti non rinunceranno alla loro “vecchia abitudine” di effettuare operazioni di ricognizione e non si adegueranno al potenziale di cui dispone Pechino in questo momento, cresceranno le probabilità di un confronto militare tra i due Paesi.

“Gli Stati Uniti dovrebbero capire che il Mar Cinese Meridionale è ora, come Taiwan, lo Xinjiang e il Tibet, è una questione d’interesse nazionale della Cina: in queste regioni Pechino non vuole recedere dalle sue posizioni,” — osserva la rivista.

La Cina non si appresta a sfruttare la sua forza per cambiare lo status quo, scrive “The Diplomat”. Il suo scopo è difendere gli interessi basilari dello Stato contro gli abusi delle altre potenze regionali, in particolare i Paesi dell’Asia meridionale che stanno iniziando ad avanzare le proprie rivendicazioni territoriali.

“La Cina persegue una politica completamente di difesa nel Mar Cinese Meridionale, ma l’Occidente non lo riconosce. Tuttavia qualsiasi tipo di interferenza contro la sovranità della Cina provocherà direttamente una risposta decisa di Pechino”, — si evidenzia nell’articolo.

 

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