Con il nuovo ddl sul negazionismo si introduce un principio che sradica per sempre le fondamenta della democrazia: il rispetto per la libera opinione, qualunque essa sia, anche la peggiore. Il principio applicato da questo decreto legge infatti, ricorda da vicino lo “psicoreato” e il Ministero della Verità di Orwell che da oggi, potrà essere esteso anche per ogni altra verità ufficiale, dagli attentati dell’11 settembre, ai danni da vaccino, alle bombe atomiche sul Giappone (sganciate sui civili inermi quando l’imperatore aveva già espresso la volontà di arrendersi), ai conflitti d’interesse delle banche centrali etc., etc. In democrazia, chiunque dovrebbe essere lasciato libero di dire ciò che pensa perché già esistono le leggi per punire l’apologia del fascismo, l’antisemitismo, le ingiurie, la diffamazione e l’istigazione all’odio razziale. Prima di questa legge però, tali reati andavano dimostrati, da oggi invece esistono le verità di Stato che invece di essere garantite dal libero dibattito (il sale della democrazia), vengono garantite con la prigione. Nonostante la decisione quasi unanime del parlamento, rimane un fatto: “ogni verità imposta dall’autorità statale non può che minare la fiducia nel libero confronto di posizioni e nella libera ricerca storiografica e intellettuale”. 

È legge il ddl sul negazionismo. “Un’aggravante alla Legge Mancino, rispetto ai reati di discriminazione razziale e di stampo xenofobo”. Da 2 a 6 anni se propaganda si fonda su negazione della Shoah o dei crimini di genocidio.  Israele si ferma per ricordare le vittime della Shoah, Merkel: “Crimine contro l’umanità, non si può dimenticare” I testimoni della Shoah a Trieste Birkenau. Il ddl sul negazionismo, approvato ieri dalla Camera in via definitiva e diventato legge, configura un nuovo reato. Con l’introduzione del comma 3 bis all’art. 3 della legge 13 ottobre 1975 n. 654 (e successive modifiche) si dispone l’applicazione della pena “da due a sei anni se la propaganda, ovvero l’istigazione e l’incitamento commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah, o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale”. In sostanza, il negazionismo diventerà un’aggravante, aggiunta alla legge Mancino, rispetto ai reati di discriminazione razziale e di stampo xenofobo. Con il nuovo reato si punisce con la reclusione da 2 a 6 anni, l’incitamento all’odio razziale che si fonda “in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”. “Con l’approvazione di questo provvedimento, il Parlamento intende contrastare una delle forme più sottili e striscianti della diffamazione razziale, della xenofobia a sfondo antisemita e non solo, e in genere dell’incitazione all’odio”. Lo ha detto Chiara Gribaudo, vice-presidente del Gruppo Pd della Camera, nella dichiarazione di voto sulla legge sul negazionismo, spiegando che “la via scelta per stabilire una sanzione penale all’odioso comportamento negazionista non è stata quella di introdurre – come, in passato, era anche stato proposto – una nuova tipologia di reato per il negazionismo (esistente in Francia, Germania, Austria, Belgio, Svezia, Svizzera, Polonia, Romania, Slovacchia, Repubblica Ceca, fino al Canada e all’Australia)”. “Abbiamo scelto, invece -spiega- di modificare l’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975 che ha recepito la Convenzione di New York del 7 marzo 1966 sulle discriminazioni razziali introducendo il contrasto di quelle azioni discriminatorie che trovano origine nella negazione o minimizzazione del genocidio degli ebrei e di quello di altre minoranze che costituiscono uno degli aspetti più odiosi delle pratiche razziste”.  (fonte Rainews)