Soltanto Los Angeles sembra pronta per i Giochi Olimpici del 2024

DI

Marta Proietti

Ieri è arrivata la conferma: il sindaco Virginia Raggi ha detto no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024.

Ma quella della capitale d’Italia è solo l’ultima rinuncia.

Amburgo si è ritirata dopo un referendum. Los Angeles è dovuta subentrare all’ultimo minuto, quando Boston ha fatto un passo indietro. A Budapest la corte suprema è intervenuta per respingere le richieste di una consultazione popolare. E ora il no definitivo di Virginia Raggi a Roma 2024 conferma che la XXXIII edizione delle Olimpiadi non vuole ospitarla nessuno.

La prima città ad esprimere dubbi e critiche era stata Boston dove il sindaco, Martin Walsh, aveva più volte avvertito: “Senza garanzie non posso impegnarmi a mettere a rischio i soldi dei contribuenti”. Sul piatto lo stanziamento previsto era di 4,5 miliardi di dollari, giudicati del tutto insufficienti dai comitati per il no, tra cui il potente No Boston Olympics, secondo cui serviva un budget di circa 10 o 20 miliardi. L’esempio di Londra 2012, del resto, parla chiaro: dal preventivo di 2,4 miliardi di sterline la spesa finale è lievitata a 8,92. Così Boston a luglio si è sfilata, sostituita da Los Angeles che invece si è messa subito al lavoro. Pronto il sito di LA24, pronto il logo (un angelo baciato dal sole californiano) e pronto anche lo slogan Follow the sun, cioè “segui il sole”. Il tutto accompagnato da un video dove si ripete la domanda: “dove sarai nel 2024?”. Dall’ex cestista Kobe Bryant all’attore Will Ferrell, fino ai giovani atleti in erba, la risposta è una sola: “A Los Angeles per le Olimpiadi!”.

Se in California la marcia verso la candidatura sembra procedere spedita e l’88% degli abitanti risulta favorevole secondo un sondaggio condotto a febbraio, in altre città il percorso è stato molto accidentato o si è già concluso. I cittadini di Amburgo, sentiti tramite referendum a fine novembre 2015, hanno bocciato la candidatura col 52% dei voti. La città si è dunque ritirata così come aveva fatto Monaco di Baviera, dopo una medesima consultazione, per le Olimpiadi invernali del 2022. Anche Budapest ha conosciuto diversi mal di pancia. Malgrado la forte volontà del premier Viktor Orban di portare nella capitale ungherese le prime Olimpiadi dell’Europa centro-orientale, secondo un sondaggio della compagnia Median è favorevole solo il 41% della popolazione. A dicembre il Consiglio comunale di Budapest ha bocciato la richiesta di un referendum per bloccare la candidatura ai giochi con 16 voti contro 14. A gennaio anche la Corte Suprema ungherese, la Curia, ha respinto la medesima richiesta.

Pure per le Olimpiadi invernali del 2022 la corsa era stata sofferta. Avevano abbandonato, nell’ordine, Cracovia, Leopoli, Stoccolma e Oslo, lasciando in lizza solo Almaty e Pechino. Alla fine l’ha spuntata la capitale cinese che però dovrà ricorrere alla neve artificiale o appoggiarsi a impianti situati in altre località.

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