Salvagente 38-2012 pag 38-39

Di

Gioia Locati

Non solo antibiotici, cellule di scimmia o di feti abortiti. (Cliccate qui da pag 9 a 12 per consultare l’elenco degli adiuvanti presenti nei vaccini dichiarati dai produttori). I vaccini sono anche sporchi. Contengono una grande varietà di particelle solide e minuscoli accumuli di detriti. Si va dai composti di piombo, stronzio e zirconio dell’antimeningite a concentrazioni di tungsteno e alluminio nell’esavalente. E poi cerio, bismuto, silicio, oro, argento, fosforo, azoto sparsi fra l’anti papilloma e l’anti morbillo. Metalli, semi-metalli, leghe. E tracce di mercurio ovunque. Tutto nei vaccini destinati ai bambini.

Lo hanno scoperto due scienziati di Modena, Stefano Montanari e Antonietta Gatti, grazie al loro microscopio elettronico. Hanno analizzato 44 campioni di 30 vaccini. Ne hanno fotografato il contenuto, lo hanno raccolto, misurato e divulgato. È risultato pulito soltanto un vaccino per i gatti.

“Non si tratta di sostanze disciolte ma di nanoparticelle di varie dimensioni (da 100 nanometri a oltre 10 micron) non biocompatibili e non biodegradabili. Sono biopersistenti, vuol dire che restano per sempre nel corpo”, spiegano.

Sono quindici anni (15!) che i due ricercatori modenesi denunciano che i vaccini sono contaminati. Ma soltanto pochi giorni fa è uscita la pubblicazione sull’International Journal of Vaccines and Vaccination. La trovate qui.

Come mai i produttori non dichiarano la presenza di microparticelle nei vaccini?

“Lo hanno sempre ignorato. Quando, nel 2012, abbiamo interpellato la Sanofi Pasteur, il direttore medico Roberto Biasio ha detto che ‘a loro non è stata richiesta un’analisi del genere, per questo non sono tenuti a farla“. Leggete l’intervista rilasciata a Il Salvagente (nella foto sopra) con le dichiarazioni del direttore Sanofi. Biasio dichiara che questo tipo di analisi “non è pertinente agli standard di qualità richiesti dalle procedure di produzione“. E che sicuramente tracce di queste particelle “si trovano anche negli alimenti che consumiamo”.

Come ci finiscono metalli e leghe nei vaccini?

“Supponiamo che non sia intenzionale, che il processo di produzione e di filtraggio di questi farmaci sia inquinato. Sappiamo che vi sono laboratori farmaceutici che non fanno manutenzione da anni”.

Chi controlla le procedure?

“Le stesse aziende produttrici e gli istituti di Sanità. Dicono che i vaccini sono sicuri senza tener conto dell’evidenza ed è probabile che non la vedano neppure. Da qui la perplessità sul grado di affidabilità di queste procedure…”

È riproducibile il vostro lavoro? Un altro ricercatore può verificare al microscopio che i vaccini sono così sporchi?

“Eccome. Lo chiediamo da anni. Non lo ha fatto nessuno. Pensi che mi hanno pure accusato di essere come un motociclista che dichiara di correre più veloce di Valentino Rossi ma non vuole farsi cronometrare. È il modo di comunicare alla Goebbels, il gerarca nazista che sosteneva che una bugia ripetuta finisce per diventare verità”.

La reazione dell’Istituto superiore di Sanità?

Stefania Salmaso direttrice dell’Epidemiologia ha detto ‘che il mio lavoro non fa testo, è estemporaneo e non riproducibile”.

Ma lei è stato interrogato dai Nas…

“Sono stato interrogato due volte dai carabinieri del Nas e ho consegnato le prove. Di recente la Procura di Catanzaro mi ha chiesto di analizzare un vaccino che si è rivelato sporco. Ho realizzato servizi televisivi con bravi giornalisti che però non sono mai usciti.
Vi sono interi fascicoli sui vaccini sporchi ma vi siete mai accorti di qualcosa? Nulla di nulla. Si rimuove il problema. È lo stesso atteggiamento che osserviamo davanti alle denunce sui danni da vaccino. Si negano, dunque non esistono”.

Che cosa provoca il particolato inorganico inoculato sotto cute?

“Va detto che si tratta di particelle con le dimensioni elencate ufficialmente come cancerogeni di prima classe. Nessuno può smentire che siano sostanze tossiche. Va precisato anche che il danno non è sempre proporzionale alla quantità: per raggiungere il nucleo di una cellula bastano poche particelle e il danno è certo. Vi sono svariati esiti. Può non succedere nulla e sono i casi fortunati. Può accadere che si formino rigonfiamenti e granulomi vicino al sito di iniezione ma le particelle possono anche confluire nel sangue, come ipotizzato dai ricercatori, distribuendosi in modo del tutto casuale senza alcun effetto visibile.

Una volta raggiunti certi organi (come l’intestino o il cervello) si possono verificare fenomeni di bio-accumulo che, come tutte le particelle estranee all’organismo, danno il via a una reazione infiammatoria cronica, perché queste particelle non possono essere degradate. Il danno può manifestarsi subito o a distanza di mesi”.

C’è da aggiungere che la qualità dei composti chimici individuata nei vaccini somiglia a quella trovata dai due ricercatori nei pressi di inceneritori e impianti industriali.
Non solo. “Anche nei campioni istologici dei malati di leucemia acuta mieloide“.

Se dipendesse da lei, scarterebbe tutti i vaccini inseriti nel nuovo piano vaccinale (27 il primo anno di vita fino ad arrivare a 59 nell’adolescenza)?

“Questi vaccini inquinati sì. Mi impegnerei a far produrre vaccini puliti, pochi e buoni. E non racconterei mai che vaccinandosi si è sicuramente protetti da una malattia, perché non è così. Questo almeno i produttori lo riconoscono. Sul foglietto illustrativo del vaccino contro il meningococco è scritto letteralmente che “non sono stati eseguiti studi prospettici sull’efficacia.” Questo significa che non vi è la certezza che il vaccino funzioni’. Vuol dire che non c’è differenza per noi, tra girare con un quadrifoglio in tasca e fare un antimeningococco. Anzi, stando le cose come abbiamo visto al microscopio, con il quadrifoglio in tasca si rischia meno”.

Fonte: Il Giornale