Di

Claudio Laugeri

 

Il vaccino esavalente è sotto inchiesta. Nessuna ipotesi di reato, ma la procura di Torino vuole capire se sia dannoso per la salute. A sollevare la questione è un esposto del Codacons, che sottopone al pm Vincenzo Pacileo svariati elementi. Compresi gli esami di laboratorio fatti da Antonietta Gatti e Stefano Montanari, specialisti in nanotecnologie.  

Hanno analizzato i vaccini esavalenti della Glaxo, quelli che la legge renderebbe obbligatori. Il lavoro dei due scienziati è stato pubblicato a gennaio dall’International Journal of Vaccines and Vaccination: secondo lo studio, il campione analizzato di quel vaccino aveva «una contaminazione da micro e nanoparticelle». Quegli elementi ci sono davvero? Erano stati comunicati a ministero della Salute e Aifa? Sono dannosi per la salute? La procura di Torino ha affidato ai carabinieri del Nas gli accertamenti. E valuta di commissionare una perizia sull’argomento. 

«Siamo favorevoli ai vaccini» è l’esordio dell’avvocato Tiziana Sorriento, che ha studiato la questione per il Codacons. E spiega: «Ma ci sono mancanze da parte delle istituzioni che devono dialogare con i cittadini, anche nella farmacovigilanza. Chiediamo solo chiarezza». L’elenco delle incongruenze è lungo. Come la scomparsa dal mercato del vaccino contro la difterite, nel 2014. È tra i 4 obbligatori per legge. Ma in Italia, esiste solo combinato con altri. Come nel vaccino esavalente. Soluzioni ben più costose. Fino al 2014, era prodotto da un’azienda danese, poi ceduta a una società degli Emirati Arabi con stabilimenti in Malesia. Nell’ultimo anno e mezzo di produzione danese, però, l’importazione si era fermata. Dopo il 2012, all’Italia spettava il «controllo di Stato» sul prodotto, fino a quel momento garantito dalla Danimarca. Ordinativi a carico delle Regioni, con il controllo da richiedere all’Istituto Superiore di Sanità. Da quel momento, nessuno ha più ordinato il vaccino. E per avere la copertura antidifterica, la via più semplice è il vaccino esavalente. 

Ma c’è anche la storia del rapporto confidenziale «Glaxo» finito per errore «on line», dove sono elencati molti «effetti avversi» al vaccino mai sottoposti alle autorità sanitarie. La stessa azienda ha ammesso l’autenticità del documento. Nessuno, però, lo ha considerato

Fonte: La Stampa.it