Mario-Draghi

7 AGO – Per i Paesi dell’Eurozona è arrivato il momento di “cedere sovranità” all’Europa per quanto riguarda le riforme strutturali. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi. “I Paesi che hanno fatto programmi convincenti di riforma strutturale – ha aggiunto – stanno andando meglio, molto meglio di quelli che non lo hanno fatto o lo hanno fatto in maniera insufficiente”.

L’inflazione nell’area dell’euro “resterà debole prima di risalire nel 2015 e nel 2016″. Il Consiglio della Bce “è unanimemente determinato” a usare anche misure non convenzionali, se necessario, afferma il presidente Bce, convinto che “gli interventi riporteranno l’inflazione verso l’obiettivo del 2%”.

Restano “rischi al ribasso sulla crescita” nell’area Euro, evidenzia Draghi. In particolare, “i rischi geopolitici hanno il potenziale di incidere negativamente sulla crescita”. Così come le “riforme strutturali insufficienti” di fronte “a una domanda interna più bassa del previsto”.

Rischi geopolitici – Sono infatti “cresciuti” i rischi geopolitici. E, in particolare, la crisi in Ucraina “ha un peso maggiore sull’Europa” che nel resto del mondo.

Riforme strutturali – Inoltre, dice il presidente Bce, i governi devono “procedere” con le riforme strutturali che “vanno focalizzate sullo stimolo degli investimenti e la creazione di posti di lavoro”. L’istituto di Francoforte conferma la sua ‘forward guidance’, con una politica monetaria che “resterà accomodante” e la previsione di “tassi sul livello attuale per un lungo periodo”. Per quanto riguarda la ripresa, “gli indicatori confermano che la ripresa nell’area dell’euro resta moderata ma disomogenea”.

 

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