di

Daniele Luttazzi

Il governo Berlusconi riduce pesantemente gli organici scolastici e le ore di lezione, taglia le retribuzioni, taglia gli stanziamenti, immagina classi di 30 alunni e classi separate per immigrati, privatizza l’università ( cosa che esaspererà le logiche baronali ), taglia la ricerca creando precari a vita e rendendo dipendente la didattica dai capitali privati, instaura la logica classista dei centri di eccellenza ovvero le università per i ricchi: il tutto nell’interesse dei più privilegiati e a scapito della democrazia, che si basa sull’istruzione, ovvero sulla cultura e sulla critica. L’istruzione alimenta il dubbio e la curiosità: dev’essere di tutti, come vuole la Costituzione, in modo che dalla scuola escano cittadini, non sudditi.

Una scuola autoritaria prepara a una società autoritaria.