Di

Marco Pizzuti

Quanto segue è un primo severo “affondo” su alcuni degli aspetti più controversi della religione cattolica. Lo scopo è quello di provocare una riflessione costruttiva tra i credenti circa l’attuale stato di crisi della fede. E ciò in quanto la maggior parte delle responsabilità appaiono essere interne alla chiesa stessa. Come sappiamo infatti, le curie sono già da tempo in grave difficoltà per la generale carenza di nuove vocazioni. Molto spesso quindi sono costrette a ricorrere all’ausilio di sacerdoti extracomunitari per cercar di far fronte all’enorme numero di posti vacanti. Ma perfino di fronte a questa drammatica situazione di fatto la chiesa non sembra disposta ad assumersi alcuna responsabilità continuando così ad indicare esclusivamente ragioni esterne come causa dei propri fallimenti. Tuttavia sono in molti ormai quelli che cominciano ad attribuire alla chiesa stessa le cause della sua decadenza. Tanto è vero che dati alla mano, se continuiamo di questo passo tra venti o trenta anni al massimo non ci saranno più preti (almeno italiani, europei o americani) a svolgere messa. Non sarà giunto allora il tempo delle riforme?

Aspetti di culto controversi

Non serve essere cattolici per sapere quanto la chiesa condanni formalmente ogni forma di magia e di idolatria. Eppure riflettendo un attimo sul numero dei santi (uno per ciascun giorno del calendario), delle Madonne, degli Arcangeli e degli Angeli della Santa Chiesa Apostolica di Roma può subito sorgere un dubbio inquietante …. Ma non staremo forse chiamando lo stesso comportamento superstizioso semplicemente sotto un altro nome?

Se infatti esiste qualche differenza sostanziale tra il celebrare l’immagine di un santo cristiano e “idolatrare” una statua sacra di altre confessioni, quest’ultima deve essere così sottile da apparire praticamente inesistente in tutti gli uomini di cultura e di buonsenso. Di conseguenza è perfettamente normale che laddove cresce il livello culturale medio della popolazione aumentano anche le distanze dalla fede. Di contraddizioni come queste infatti sembrano essercene molte, anzi a dire il vero troppe. E tornando indietro con la storia scopriamo che il rigurgito dell’idolatria in seno alla chiesa cattolica che pur la condannava formalmente, è un male molto antico, ovvero la diretta conseguenza di una sorta di “peccato originale”. I padri della teologia cristiana infatti pur di far breccia tra i culti politeisti e convertire quanti più popoli possibile al monoteismo, conservarono le principali tradizioni pagane del mondo romano, impiantandole direttamente sulla originaria teologia ebraica del vecchio testamento. L’ebraismo invece, in quanto concepito esclusivamente per il popolo d’Israele non aveva alcuna esigenza di essere “esportato” alle altre nazioni e pertanto poté mantenersi fedele ai propri precetti. Le diverse necessità politiche delle due confessioni monoteiste (ebraica e cristiana) che ne hanno caratterizzato l’evoluzione storica si riflettono ancora oggi tanto nei costumi dei credenti quanto nel diverso stile di costruzione di chiese e sinagoghe, le prime molto generose in fatto di statue e di immagini sacre antropomorfe mentre le seconde assolutamente prive di raffigurazioni umane. Pertanto, anche se il Dio cristiano viene sempre posto dal vangelo al di sopra di tutte le altre entità divine o semi-divine (come angeli, arcangeli e santi) che costellano le sacre scritture, resta il fatto che si può dire altrettanto per molte antiche religione pagane. Il dio greco Zeus ad esempio era considerato essere l’unico ente supremo [1] ma senza che ciò impedisse ai fedeli di rivolgersi al culto di altre divinità minori più vicine ai c.d. mortali. Insomma, a voler essere sinceri le differenze tra monoteismo cattolico e politeismo pagano sono individuabile solo sul terreno degli equilibrismi teologici atti a fornire rocambolesche interpretazioni diverse del problema.

Le foto di alcune sculture sacre venerate come feticci pagani.

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Santa veneranda – San Nicola – San Biagio – San Vincenzo – San Espedito – San Rocco

Senza contare il fatto che molte pratiche cerimoniali cristiane somigliano smaccatamente troppo ai rituali magici praticati dai “demonizzati” pagani. I santini e i rosari che vengono messi a protezione delle case o delle autovetture non sono forse parenti stretti dei talismani contro il malocchio e degli amuleti portafortuna? La benedizione domenicale dei fedeli con i caroselli delle loro autovetture non svolge forse la stessa funzione dei rituali utilizzati dai “maghi” per togliere il “malocchio” o accrescere la fortuna?

Ipocrisia e anacronismi dei corsi prematrimoniali

I c.d. corsi prematrimoniali sono un altro fulgido esempio di come la chiesa insista nel perseguire politiche poco adatte ai tempi che corrono. E ciò in quanto insiste nel pretendere di imporre il rispetto di dogmi anacronistici che hanno a che fare con la sfera privata della sessualità umana. Per farlo, ricorre ampiamente allo strumento dell’ipocrisia destando insofferenza in molti degli stessi fedeli. Durante gli incontri propedeutici al sacramento del matrimonio emergono infatti alcune insanabili contraddizioni logiche nel tipo di comportamento sessuale di coppia suggerito dalla chiesa. Basti menzionare il fatto che i sacerdoti della curia normalmente consegnano degli opuscoli dove si proclama ancora il valore della castità e della verginità a persone che nella migliore delle ipotesi già convivono o hanno addirittura dei figli.

Il metodo Billings e il divieto morale alla contraccezione

E così accade che in osservanza del precetto “crescete e moltiplicativi tutti” viene promosso l’uso del “metodo Billings [2] come alternativa consentita al demonizzato uso del comune profilattico. Ma vediamo allora più da vicino che cos’è questo metodo Billings;

Si tratta sostanzialmente di un modo semplice ed empirico escogitato dai medici per individuare con esattezza il periodo di ovulazione in cui la donna si presta al concepimento sessuale. In pratica però può essere usato anche come metodo contraccettivo al pari di tutti gli altri tradizionalmente noti con l’unica differenza che non fa uso di alcuna “diavoleria” moderna. Ed infatti, una volta appreso il funzionamento del metodo Billings saremo invitati dai sacerdoti ad utilizzarlo come soluzione contraccettiva in luogo del normale profilattico. Come? Semplicemente astenendoci dal consumare rapporti sessuali completi durante i giorni dell’ovulazione femminile. Ma allora condannare moralmente l’uso del profilattico per poi reclamizzare nello stesso tempo il metodo Billings come unica tipologia di contraccezione eticamente lecita non è forse una palese contraddizione in termini? La spiegazione teologica tuttavia c’è ma il fatto è che oltre a non convincere tutti lascia trasparire nei più maliziosi qualche sgradevole retaggio medioevale di quando i più insigni luminari della chiesa si dilettavano a discutere su temi come il sesso degli angeli. La differenza viene infatti individuata dalla Chiesa nella circostanza che il duplice aspetto unitivo e procreativo dell’unico atto copulativo non deve essere mai separato [3], eccezion fatta per il periodo in cui la donna è naturalmente infeconda. Per i suddetti giorni però, resta comunque valido il divieto morale all’uso di mezzi contraccettivi artificiali come appunto il profilattico e ciò in quanto verrebbe meno l’aspetto naturale dell’atto. Ciò premesso e considerato il fatto che nei paesi del terzo mondo le malattie infettive a trasmissione sessuale stanno vivendo un aumento esponenziale, non è forse un atto irresponsabile e fuori dal tempo imporre alle masse dei fedeli cristiani il divieto dell’uso di protezioni dalle malattie infettive trasmissibili sessualmente? E quindi a conti fatti, cosa conta di più per la chiesa? salvare l’integrità di macchinosi e astrusi precetti teologici che nessuno finora ha capito bene ne quali siano ne dove sia la loro importanza, oppure salvare delle vite umane da morte certa? Senza contare, che la chiesa insiste ancora nel volere condannare il sesso compiuto tra persone adulte non sposate come un peccato che ci allontana da Dio e ciò in quanto il sesso fine a se stesso è tuttora considerato immorale dalla chiesa. Ma il popolo cristiano la pensa davvero in questo modo? E così facendo non si finisce per allontanarlo definitivamente dalle chiese solo per salvare delle incorreggibili “corbellerie” teologiche?

L’ostentazione di ricchezza e potere

Peraltro, chi ha avuto occasione di incontrare un vescovo in visita presso le diocesi avrà certamente notato con un certo stupore quanto risultino inappropriati i gioielli di valore sulla tonaca di un sacerdote cristiano, di qualunque rango esso sia. Spesso infatti i vescovi espongono con vanità e senza alcun timore proprio quei simboli del potere materiale e secolare che da sempre condannano a parole. Non è raro quindi vedere crocifissi d’oro massiccio d’ingente valore in abbinamento ad anelli con importanti preziosi fare la differenza tra un alto prelato e un curato di campagna. Fatti che non possono non lasciare perplessi tutti coloro che ancora credono nel valore della coerenza e del distacco dai beni materiali. E se non sono i sacerdoti a dovere dare per primi l’esempio come si fa poi a pretendere qualcosa di diverso dal popolo dei fedeli?

Meglio allora cominciare a mettere mano a qualche indispensabile riforma pensando al futuro o continuare ad aspettare che il cristianesimo finisca con il perdere l’Europa?

Riferimenti

1) http://it.wikipedia.org/wiki/Zeus

2) http://www.ascoltiamoci.it/articoli/6-variazioni/144-metodo-naturale-billings

3) Citaz. enciclica "Humanae vitae" di Papa Paolo VI (1968) in merito alla regolazione naturale della fertilità.è