di

Luca Guariento

Viene chiamato space weather, ed è il vero e proprio tempo meteorologico spaziale.

Dal punto di vista di noi abitanti della Terra dipende principalmente dal Sole, e non potrebbe essere altrimenti, vista la nostra dipendenza oserei dire totale da esso e, indirettamente, dai corpi celesti di vario tipo che a loro volta lo influenzano.

Gli effetti della radiazione solare sarebbero nocivi per la vita sul nostro pianeta, se non fosse per alcuni scudi naturali che ci difendono da essa: essi sono principalmente l’atmosfera (che blocca la radiazione in banda X proveniente dal Sole e gran parte dell’UV) e la magnetosfera (che protegge gli organismi viventi dalle particelle cariche che urtano incessantemente sul nostro pianeta).

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Il Sole fa parte della nostra vita in tutti i sensi, da quello “semplicemente” biologico a quello emozionale e sentimentale: pochi non sono affascinati da un bel tramonto rosso fuoco sul mare o da un’alba meditativa che ci ricorda ogni volta la meraviglia della vita. Noi lo vediamo sempre uguale a se stesso, e non immagineremmo che invece, a partire dai suoi strati più interni fino ad arrivare a quelli più esterni, vi è un continuo ribollire – spesso letteralmente parlando, ma non solo.

Durante i secoli si sono verificati parecchi mutamenti di entità rilevante, che di conseguenza hanno pesantemente influenzato il clima globale della Terra. Essi possono essere ciclici, come ad esempio il “famoso” ciclo delle macchie solari, ma non sono infrequenti anche mutamenti improvvisi. Ad esempio, possiamo ricordare il brillamento1 del novembre 2003, che fu seguito da una emissione di massa coronale2 che provocò la più grande tempesta magnetica degli ultimi anni. Inutile dire che molti satelliti in orbita attorno al nostro pianeta ne risentirono pesantemente, oltre ovviamente ad altri aspetti della vita terrestre: infatti, nel corso di una tempesta geomagnetica si sconsiglia ad esempio di eseguire tratte di voli intercontinentali, perché per i passeggeri dell’aereomobile il rischio di ammalarsi di tumori a causa delle esposizioni alle radiazioni ionizzanti è molto elevato. Ricordiamo anche la perdita di orientamento degli uccelli migratori, i blackout elettrici e delle telecomunicazioni, l’aumento degli infarti e di incidenti di vario tipo che avvengono durante questo fenomeno di interazione Sole-Terra.
Fatto questo brevissimo ma necessario preambolo, vorrei segnalare che è giunta la notizia che un recente studio della National Academy of Sciences di Washington è uno dei primi a quantificare in modo chiaro l’attuale rischio che si verifichino condizioni estreme di tempo spaziale; condizioni, come indica il rapporto, che sono categorizzate a bassa frequenza ma ad alto rischio.

Sia che si tratti di catastrofi terrestri che di avvenimenti concernenti il tempo spaziale, il risultato potrebbe essere devastante per una società moderna che dipende in moltissimi modi da sistemi tecnologicamente avanzati [? – N.d.A.]. Siamo lieti che la NASA ci abbia supportato mettendo insieme dozzine di esperti mondiali, dall’industria al governo, per condividere le loro esperienze ed iniziare così a pianificare migliori strategie di politica pubblica.3

Gli esperti dicono che il ciclo delle macchie solari è ancora nei pressi del suo minimo (si era capito…) ma che si avvicinerà al prossimo massimo in fretta e lo raggiungerà nel… 2012.

Che strano.

EMC

Ad ogni modo, trovo interessante tutta questa improvvisa concitazione e preoccupazione per le influenze extra-terrestri sulla Terra, pensando che fino all’altro giorno i soliti mega-esperti ci rassicuravano: va tutto bene, non corriamo nessun pericolo, è tutto sotto controllo – lucidiamo per bene i pomelli del Titanic. Ovviamente fa parte della politica di mantenimento della stabilità sociale, ma se ora anche dai canali ufficiali filtra qualche “dubbio” non oso immaginare cosa stia succedendo al di là di essi.
Insomma, mentre ci godiamo – alla faccia del Global Warming e dei suoi buffi sostenitori – un inverno finalmente invernale, pare che ai piani alti ma non troppo c’è chi non sorride molto, e cerca disperatamente di capire quella strana “macchina” così bizzarra e senza senso, così diversa dalle evolute tecnologie terrestri, che è la natura. Tutto questo, per scongiurare o almeno affrontare (e come?) un grave evento che ad ogni giorno che passa sembra aumentare le sue possibilità di avverarsi.

Ma tranquilli, solo per i satelliti, eh!?


Note:

1. I brillamenti sono innalzamenti repentini eruttivi di plasma, della durata di pochi minuti o ore, che di solito si originano vicino alle regioni attive del Sole, dove stanno prendendo piede dei forti cambiamenti nel campo magnetico.

2. Le Coronal Mass Ejection (CME) sono fenomeni durante i quali enormi quantità di materia sono espulse dalla corona. Si valuta tuttavia la possibilità che i brillamenti siano una conseguenza delle emissioni coronali, e non il contrario.

3. Daniel Baker, professore e direttore del Laboratory for Atmospheric and Space Physics alla University of Colorado, Boulder.

Riferimenti:

http://www.lswn.it/astronomia/articoli/space_weather

http://nasascience.nasa.gov/heliophysics

http://www.nap.edu/catalog/12507.html

Fonte: http://www.nexusedizioni.it/apri/Argomenti/Anomalie-spaziali/Salvate-quei-satelliti-di-Luca-Guariento/