di Giulietto Chiesa

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Berlusconi sta cercando di fondare la Terza Repubblica: la sua.
L’«operazione Eluana» è un atto apertamente eversivo dell’ordine costituzionale ancora, nonostante tutto, esistente.
Il capo del governo italiano, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, annuncia – rispondendo al Capo dello Stato, che, in nome della Costituzione, non firma un decreto illegale – di avere intenzione di «modificare la Costituzione».
Non c’è dunque il minimo equivoco circa quello che sta accadendo: si tratta di un tentativo di colpo di stato, di un atto eversivo che il capo del potere esecutivo annuncia contro entrambi gli altri poteri dello stato di diritto, il Parlamento e l’Ordine Giudiziario. E contro il garante della divisione dei poteri, cioè il Presidente della Repubblica.
Ammette dunque, il fellone, di star facendo una cosa illegale.
Ma la fa ugualmente.
Non sappiamo se già, a questo punto della disputa, si possa parlare di reati del rango dell’alto tradimento e dell’attentato alla Costituzione. Ma sospettiamo che siamo già molto vicini a questa soglia. Sicuramente ci stiamo avviando all’uscita dal terreno della disputa democratica e all’ingresso sul terreno degli atti di forza.
Prepariamoci a resistere, in tutte le forme lecite, incluse quelle legali, certamente chiamando a raccolta tutte le forze disponibili.
Resta solo una notazione a margine: questo è il punto terminale di uno scivolamento durato 19 anni. Con questo figuro, eversore e piduista fin dai suoi primi vagiti politici, la sinistra ha dialogato, accreditandolo come un interlocutore. Adesso dovrebbe essere chiaro che si è introdotto nel corpo democratico del paese un cavallo di Troia che con la nostra democrazia non aveva intenzione di convivere.
Vorremo sperare che questa prova decisiva aiuti tutti a capire che chiunque dialoghi con l’eversione diventa complice di essa.

 

Fonte: www.megachip.info