di

Felice Capretta

Campeggia sulla prima pagina del corriere di oggi, e nella home page di molti quotidiani online, la notizia degli scontri con i Talebani in Pakistan.
A leggere i media allineati e compatti, sembra proprio che la popolazione sia in fuga dall’inarrestabile avanzata dei Talebani.
I quali, peraltro, sembrano molto incazzati ed alquanto agguerriti.
Dopotutto, hanno già conquistato un paese (l’Afghanistan) non più tardi di un decennio fa, no?
Ricordate quando fecero esplodere la statua millenaria del Buddha?
Già, già.
Riassumendo i passi da allora ad oggi:

  • Il Grande Amico alleato li ha cacciati a suon di cluster bomb dall’Afghanistan, liberandolo.
  • I talebani si sono trovati così disorganizzati e sono arrivati ad un passo dalla disfatta.
  • Poi però si sono riorganizzati (chissà perchè non gli hanno inflitto il colpo finale) nell’area tribale al confine con il Pakistan, notoriamente una zona che sfugge al controllo di entrambi i governi, e da lì si stanno muovendo per conquistare il Pakistan.

Oggi avanzano, massacrando donne e bambini, e marciano dritti a destabilizzare il Pakistan, dritti a prenderne il controllo con tanto di armi nucleari. Non già verso Kabul, ma verso il Pakistan.
Il Giornale, nella sua edizione online, pubblica così

Pakistan, esodo biblico della popolazione: si fugge dai talebani
Islamabad – La casa sulle spalle, la vita negli zaini. È un esodo biblico, secondo solo a quello che nel 1947 diede origine allo stesso Pakistan: sono un milione quelli che hanno lasciato le loro case per sfuggire all’offensiva lanciata martedì scorso dall’esercito pakistano nella valle occidentale dello Swat contro i talebani.

Stop.
Rewind.
La casa sulle spalle per colpa dei talebani è veramente troppo.
L’esodo biblico della popolazione c’e’, ci sono centinaia di persone effettivamente in fuga.
Ma in fuga da cosa?
Risulta infatti che i profughi fuggono dall’esercito pakistano che sta conducendo attacchi contro i talebani…! E’ scritto a chiare lettere nel testo: “per sfuggire all’offensiva lanciata martedì scorso dall’esercito pakistano”.
Leggiamo cosa ci dice Maurizio Blondet riguardo all’equilibrio di forze in campo:

I guerriglieri talebani in Pakistan sono, secondo le valutazioni più pessimistiche, circa diecimila, divisi per di più in tre fazioni.
Una minoranza infinitesima.
Sono concentrati nella cosiddetta area tribale (Pashtun), in certe parti della North-West Frontier Province (la zona del Kyber, autonoma o poco controllata da Islamabad) e in certe piccole aree molto localizzate del Punjab. Sono buoni guerrieri; ma non hanno forza aerea, nemmeno un «Predator», non carri armati, non armamento pesante; e se volessero prendere il potere nel Paese, dovrebbero vedersela con l’esercito regolare pakistano: 550 mila uomini, la sesta forza militare del mondo, che si è sperimentata in una guerra reale, quella contro l’India, condotta spesso in alta montagna.

Diecimila uomini volenterosi ma poco armati dovrebbero impensierire 550.000 uomini delle truppe regolari e bene addestrati da anni di combattimento di confine nelle zone di crisi del Kashmir?
I profughi scappano dai talebani.
Già.
Per concludere, un aggiornamento dal fronte economico.
Per la miniserie fiction “il peggio è passato”, riportiamo che a marzo l’industria italiana ha perso il 23,8% rispetto all’anno precedente, con una flessione del 4,6% solo sul mese precedente. Undicesimo mese consecutivo di flessione, il livello più basso da quando l’indice viene misurato (1991).

Fonte: www.informazionescorretta.blogspot.com