di

Riccardo Pizzirani (Sertes)


Domanda: Se tagliamo entrambi i cavi allo stesso momento, quale dei due blocchi raggiungerà terra per primo?
Risposta: Secondo il NIST arriveranno sostanzialmente allo stesso momento! I piani sottostanti, a sentir loro, non hanno offerto alcuna resistenza, e non hanno fermato nè rallentato il blocco in caduta!
Non deve quindi meravigliare che ci siano state ulteriori richieste di chiarimenti da parte del 9/11 Truth Movement riguardo a come questo sia stato possibile, ma a fronte della domanda (fatta l’11 aprile 2007) è strabiliante la risposta data dal NIST: "non siamo in grado di fornire una spiegazione esauriente dei crolli completi"; si afferma quindi qualcosa che viola platealmente la fisica, ma poi non si è in grado di dimostrarlo.

WTC 1 e 2

Una delle affermazioni della Versione Ufficiale governativa con cui il 9/11 Truth Movement è d’accordo riguarda la dinamica del crollo delle Twin Towers. Il NIST afferma infatti che il blocco delle twin towers che si trovava al di sopra all’area d’impatto degli aerei sia crollato sostanzialmente in caduta libera attraverso gli 80+ piani integri sottostanti. Questo sia per il WTC1 che per il WTC2. (si veda il punto n°5 qui)
Tale affermazione è stata fatta nel documento NIST NCSTAR1 Final Report, che rappresenta la Versione Ufficiale dei crolli WTC 1 e 2, nella cui sezione 6.14.4 leggiamo:

“… the structure below the level of collapse initiation offered minimal resistance to the falling building mass at and above the impact zone. The potential energy released by the downward movement of the large building mass far exceeded the capacity of the intact structure below to absorb that energy through energy of deformation.
Since the stories below the level of collapse initiation provided little resistance to the tremendous energy released by the falling building mass, the building section above came down essentially in free fall, as seen in videos. As the stories below sequentially failed, the falling mass increased, further increasing the demand on the floors below, which were unable to arrest the moving mass.”

Traduzione:

"… la struttura al di sotto del livello di inizio del crollo ha offerto una resistenza minima alla caduta della massa di palazzo superiore al punto d’impatto. L’energia potenziale rilasciata dal movimento verso il basso della grande massa di palazzo ha grandemente superato la capacità della struttura intatta sottostante di assorbire quell’energia attraverso energia di deformazione.
Dato che i piani sotto il livello di inizio crollo hanno fornito una così piccola resistenza alla tremenda energia rilasciata dalla massa di palazzo in caduta, la sezione superiore del palazzo è scesa sostanzialmente in caduta libera, come visto nei video. Mentre i piani sottostanti hanno ceduto in sequenza, la massa in caduta è cersciuta, incrementando ulteriormente il carico sui piani sottostanti, che non sono stati in grado di arrestare la massa in movimento."

Il disaccordo nasce sul motivo per cui questo sia accaduto: un crollo gravitazionale non può procedere in caduta libera e contemporaneamente procedere attraverso il percorso di maggior resistenza (gli 80+ piani integri sottostanti). Un crollo gravitazionale può procedere sì in caduta libera, ma lateralmente, perchè incontra solo aria. Oppure può procedere attraverso il percorso di maggior resistenza, ma non a velocità di caduta libera, a causa degli urti. Avere un crollo gravitazionale con entrambe le caratteristiche è fisicamente impossibile.
Invece il NIST ha anche compilato una FAQ sul suo sito ufficiale, nella quale ribadisce il concetto, chiarendo anche che:

In other words, the momentum (which equals mass times velocity) of the 12 to 28 stories (WTC 1 and WTC 2, respectively) falling on the supporting structure below (which was designed to support only the static weight of the floors above and not any dynamic effects due to the downward momentum) so greatly exceeded the strength capacity of the structure below that it (the structure below) was unable to stop or even to slow the falling mass. The downward momentum felt by each successive lower floor was even larger due to the increasing mass.

Tradotto:

In altre parole, la quantità di moto (che equivale a massa per velocità) dei 12 e 28 piani (WTC 1 e WTC 2, rispettivamente) che è ricaduta sulla struttura di supporto sottostante (che era progettata per supportare solo il peso statico dei piani soprastanti e non qualsiasi effetto dinamico causato dal movimento verso il basso) ha superato così tanto la capacità di supporto della struttura sottostante che essa (la struttura sottostante) non è stata in grado di fermare o anche solo a rallentare la massa in caduta. La quantità di moto subita da ogni successivo piano inferiore è stato anche maggiore a causa della massa crescente.

Se analizziamo la questione con l’approccio squisitamente fisico, sappiamo che un crollo gravitazionale possiede (per sua natura) solo energia potenziale; se questa energia viene convertita "sostanzialmente" tutta in energia cinetica per accelerare il blocco superiore alla velocità "sostanzialmente" di caduta libera, allora non rimane alcuna energia per spezzare i legami degli 80 piani sottostanti; tantomeno per distruggerli con quell’effetto di polverizzazione dei piani di cemento che si è vista al WTC. Affermare che ciò è possibile significa quindi violare il Principio di Conservazione dell’Energia, e tutto ciò che ne consegue.
Ma questo paradosso è palese anche ai non fisici, con un semplice esempio:
consideriamo il WTC1 pressappoco com’era un istante prima dell’inizio del crollo: il blocco superiore di 12 piani è sospeso con un cavo all’altezza giusta, con sotto 6 piani vuoti (i piani distrutti dall’aereo) e 92 piani intonsi. Il materiale di questi 6 piani mancanti non è svanito nel nulla, ma li consideriamo già schiacciati e "appiccicati" sul fondo del blocco superiore, che diventa quindi pesante quanto 18 piani. Bene, immaginiamo ora a fianco della torre un altro blocco superiore, identico, di 12+6 piani, sospeso anch’esso alla stessa altezza ma con sotto solo aria.

WTC 7

Il rapporto NIST NCSTAR1A rappresenta la versione ufficiale, unica e definitiva del crollo WTC7. E’ stato pubblicato inizialmente in versione bozza nell’agosto 2008, e in versione definitiva dopo un mese di tempo nel quale il NIST ha vagliato i commenti liberi sottoposti dai lettori. Tra le varie modifiche che si trovano tra la versione di bozza e quella definitiva ce n’è proprio una che riguarda la caduta libera, dopo la segnalazione di David Chandler di AE911Truth.org che segnalava sia l’eccessiva semplicità che l’erroneità del metodo usato dal NIST per stabilire la durata del crollo. Infatti il NIST utilizzava i soli due fotogrammi iniziale e finale di un particolare video del crollo, concludendo che il tempo di crollo totale superava del 40% il tempo di caduta libera; l’analisi più dettagliata, fatta da Chandler fotogramma per fotogramma con un apposito software di fisica, ha invece dimostrato che il WTC7 subisce una piena accelerazione da caduta libera. Il NIST ha corretto quindi sia l’analisi che le conclusioni (dimenticandosi solo di elencare questa variazione nel foglio delle modifiche apportate tra draft e final version), come leggiamo a pagina 48:

Traduzione:

Il tempo di discesa osservato per i 18 piani superiori della facciata nord del WTC7 (i piani chiaramente visibili nelle prove video) è stato del 40% superiore del tempo di caduta libera calcolato. Un’analisi pià dettagliata della discesa della facciata nord ha trovato tre fasi: (1) una lenta discesa con accelerazione inferiore a quella della gravità che corrispondeva alla piegatura delle colonne esterne nei piani inferiori, (2) una caduta libera di approssimativamente otto piani ad accelerazione di gravità per approssimativamente 2,25 secondi, e (3) una accelerazione decrescente mano a mano che la facciata nord ha incontrato la resistenza della struttura sottostante

Quindi il NIST ha ammesso che per almeno un terzo del tempo di caduta l’intero palazzo è crollato in piena caduta libera, cioè la struttura sottostante non ha offerto alcuna resistenza (o è stata rimossa dal percorso); come abbiamo già spiegato se l’energia potenziale viene convertita interamente in energia cinetica, non ne rimane altra per compiere altri lavori, come spezzare i legami di questi 8 piani, simultaneamente e simmetricamente. L’energia per fare ciò deve provenire necessariamente da una fonte esterna. (stando alla fisica).
Caduta libera di un altezza pari a 8 piani. Da dove proviene l’energia per spostare/ distruggere i piani segnati in rosso? (NOTA: Gli 8 piani sono stati scelti arbitrariamente, nell’illustrazione, in quanto il NIST non ha indicato con precisione di quali si trattasse).

A questo punto possono sorgere alcuni dubbi, che ci teniamo a chiarire:
1) Sotto il WTC7 si trovava una stazione elettrica Con-Edison; il NIST ha scartato l’ipotesi che questo abbia giocato un qualsiasi ruolo nel crollo.
2) Il WTC7 era stato colpito dai detriti del WTC1; Il NIST ha scartato l’ipotesi che questo abbia giocato un qualsiasi ruolo nel crollo (i detriti hanno unicamente dato innesco agli incendi, ma non hanno influito nel crollo vero e proprio)
Entrambi i punti sono descritti sempre nel NIST NCSTAR1A pag 48 nei seguenti tre punti elenco:

Traduzione:

Nè gli elementi di trasferimento (traverse, travi, travi a sbalzo) nè i piani rinforzati (piano 5 e 7) hanno giocato un ruolo significativo nel crollo del WTC7. Nè la sottostazione Con Edison ha giocato un ruolo significativo nel crollo del WTC7.
Non ci sono prove che suggeriscano che vi fosse danno al Materiale Antincendio Spruzzato che è stato applicato alle colonne di acciaio, alle traverse e alle travi, tranne che nella vicinanza del danno strutturale dovuto al crollo del WTC1, che era vicino al lato ovest della facciata sud del palazzo.
Anche senza il danno strutturale iniziale causato dall’impatto dei detriti del crollo del WTC1, il WTC7 sarebbe crollato da incendi che avessero avuto le stesse caratteristiche di quelli avvenuti l’11 settembre 2001.

Per completezza ricordiamo che il NIST NCSTAR1A ha anche escluso l’ipotesi che il crollo sia stato causato da un unico enorme ordigno esplosivo. Invece l’ipotesi di più ordigni esplosivi, o l’ipotesi di composti incendiari cutting charges non sono state considerate, benchè quest’ultima sia la scelta più plausibile nelle demolizioni controllate di palazzi con struttura unicamente d’acciaio, a detta degli esperti.

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